Un depuratore naturale
La lotta all’inquinamento dell’aria che respiriamo passa anche attraverso l’arredo verde che scegliamo per il nostro ufficio. La Dracaena fragrans, detta anche “Tronchetto della felicità”, aiuta ad abbattere le sostanze tossiche presenti nell’aria.
È noto che le piante aiutano a purificare l’aria negli edifici, combattendo efficacemente i vapori chimici nocivi provenienti da mobili, carte da parati e altri arredi. Ciò è dimostrato da studi scientifici: attraverso la fotosintesi clorofilliana trasformano l’anidride carbonica in ossigeno, traspirando aumentano l’igrometria e rendono l’aria più salubre. Il processo depurativo continua con l’accumulo nei propri tessuti di sostanze chimiche volatili e si conclude con l’azione dei microrganismi presenti nelle radici. In questo modo riescono ad abbattere formaldeide, anidride solforosa, ammoniaca e altre sostanze tossiche.
Alcune piante si sono dimostrate più efficaci di altre nella lotta all’inquinamento. Per esempio Ficus, Anthurium, Potos, Philodendrum, Spathiphyllum, Dracaena, ecc. E tra queste si distingue il comune, bistrattato e un po’ passato di moda, “Tronchetto della felicità”.
Il suo vero nome è Dracaena fragrans, perché nel suo habitat naturale produce dei piccoli fiori chiari profumatissimi. Sembra che proprio da questo venga il soprannome: quando fiorisce porta tanta felicità. Anche se sospetto che il soprannome sia stato generato dalla fertile mente di un fiorista: ha identificato questa pianta come perfetto regalo di matrimonio, e ha pensato di battezzarla adeguatamente.
Era in auge verso gli anni Ottanta, poi è stato pian piano soppiantato da altre varietà. Forse perché non muore praticamente mai. Ne abbiamo uno in ufficio ormai da anni, ignora il significato di turn-over e continua imperterrito a decorare l’entrata. L’abbiamo messo lì perché è troppo grande per qualsiasi altra stanza, e ci manca il coraggio di potarlo. Una volta è anche fiorito. Non ha particolari esigenze: può stare in un vaso relativamente contenuto, richiede poca acqua d’inverno e un po’ di più in estate, ma senza ristagni (vale sempre il consiglio di controllare l’umidità del terreno), sta bene alla luce indiretta mentre in ambienti troppo scuri deperisce e perde le foglie. Non va concimato spesso, un po’ in primavera con i soliti concimi per piante verdi a base di azoto. Soffre il freddo, non tollera temperature sotto i 15°C. Se volete viziarlo un pò: pulite le foglie con un panno umido, senza lucidante fogliare. Così, mentre lo fate, controllate che non abbia la solita cocciniglia, che si può togliere con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o, se la pianta è grande, potete lavarla con acqua e sapone neutro. Ovviamente dopo va sciacquata.
E per finire: mai visto un ragno. È un’altra leggenda metropolitana.