STORIA DI UN TERRITORIO E DI UNA FAMIGLIA

STORIA DI UN TERRITORIO E DI UNA FAMIGLIA

Goppion Caffè dal 1895 a oggi.

Sigmund Freud sosteneva che “c’è una storia dietro ogni persona. C’è una ragione per cui loro sono quel che sono”. E c’è una storia dietro a ogni famiglia che è memoria e mappa genetica di eventi passati e futuri anche del territorio e della Comunità. Questa è la storia dei Fratelli Goppion.

La bambina nella foto è Paola Goppion, una dei cugini titolari dell’omonima ditta trevigiana di caffè, e la ricorrenza è l’inaugurazione del nuovo stabilimento costruito lungo la strada napoleonica ottocentesca conosciuta, dalla Comunità trevigiana, come Terraglio. Sicuramente è un giorno di festa per tanti, perché quella nuova costruzione – che nasce da scelte architettoniche definite e studiate per armonizzarsi sapientemente con l’ambiente circostante – riassume uno spaccato di storia economica e sociale di un Veneto imprenditoriale lontano nel tempo, ma ancora vivo grazie alle nuove generazioni.

Lo stabilimento segna una tappa importante nella vita di molte persone: per i Goppion indica l’inizio di un’attività industriale vera e propria, per il territorio trevigiano si tratta di un importante insediamento industriale e l’occasione di sviluppo urbano, e per l’Italia è il principio di una delle prime linee di conservazione del caffè sotto vuoto. Eppure la famiglia in quella primavera del ’68 ha già una storia ventennale alle spalle, che ha preso avvio in una frazione misconosciuta tra Casier e Casale sul Sile – Lughignano – e che in pochi anni è diventata una delle realtà imprenditoriali più consistente della regione. Paola, ci racconta che il capostipite, Luigi Goppion, fu “uomo estremamente sfortunato”, ma che ha avuto il talento e lo spirito di “inventarsi imprenditore” in un territorio povero economicamente, eppure ricco di aspettative. “Siamo nel 1859. Luigi è orfano, perché abbandonato dalla madre alla nascita e non riconosciuto dal padre. Cresce così, e una volta adulto dimostra intraprendenza e tanta voglia di lavorare: nato e cresciuto a Lughignano, una volta adulto, in pochi anni diventa il titolare del bar e della trattoria, in seguito dell’ufficio postale e del negozio di alimentari. Di fatto del centro vitale del paese. Ed è nel negozio di alimentari che inizia a tostare il caffè, prima da solo e poi assieme alla moglie e al figlio Pietro e in seguito ai nipoti Angelo, Giuseppe, Luigi, Giovanni Olivo e Ottorino. Sempre assieme con sollecitudine. Pietro è mio nonno”.

Ed è il nonno di Paola a continuare le attività in paese, ereditate dal padre, anche se in un secondo momento decide di spostarsi a Treviso portando avanti l’attività di tostatura del caffè e nel contempo impiegandosi come muratore per arrotondare. Angelo viene inviato dall’esercito in Etiopia prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è circa il 1935. Giovanni lo raggiunge alla conclusione del colonialismo italiano: lì restano a lavorare anche dopo il ritiro delle armate italiane e avviano un negozio alimentare di prodotti italiani. “L’essere nel Paese di origine di uno dei caffè più buoni al mondo deve aver dato loro l’impulso decisivo ad investire ogni guadagno e energia nella lavorazione della bevanda. Tornati a Treviso a metà degli anni ’40, dopo il bombardamento del ’48 rilevano una piccola attività messa in vendita nel cuore della città che si chiama Torrefazione Trevigiana Caffè, al cui nome aggiungono Fratelli Goppion”.

Si apre un nuovo capitolo: quell’attività artigianale cresce grazie all’impegno costante di tutti i familiari. Altri due fratelli, Ottorino e Olivo, decidono di emigrare in Venezuela, terra vergine e ricca di opportunità e fondano una piccola torrefazione ‘Café San Antonio – Hermanos Goppion’. La famiglia, divisa geograficamente ma sempre unita, implementa il ‘mestiere’ di casa, che avrà il suo boom negli anni ’60.

“Siamo passati dal lavoro di retrobottega nell’immediato dopo guerra, ad un piccolo insediamento di carattere artigianale nel centro storico cittadino, a questo stabilimento costruito lungo una delle arterie storiche della provincia, che lega Treviso a Venezia. La nostra storia si accompagna a quella della città di Treviso e del Veneto. Una terra che ha vissuto i drammi delle guerra, ma che ha saputo mantenere lo spirito alto e voglia di lavorare… e tanta intraprendenza! Un ulteriore e significativo progresso lo conosciamo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’80: la nostra attività acquisisce un carattere sempre più industriale, moderno e organizzato, anche se il sapore del ‘lavoro artigianale’ resta sempre all’interno, di noi e dei nostri prodotti. I nostri caffè raccontano della nostra cultura e tradizione familiare. Infatti, sebbene derivi da una pianta che non nasce e cresce qui, il prodotto ha una forte diffusione e caratterizzazione legati al territorio italiano. Caffè come bevanda di consumo, ma anche come espediente di socializzazione”.

Oggi, la Goppion è una PMI consolidata e ben organizzata, dagli anni ’70 è una società per azioni. Oltre alla torrefazione esistono venti caffetterie a marchio, aperte tra gli anni ’60 e ’70, oltre a quella in piazza Borsa che risale al ’48 e che mantiene ancora i locali che un tempo ospitavano la tostatura. Ci sono due depositi, a Venezia e in Friuli. Solo nello stabilimento lavorano 35 persone. Goppion Caffè, oltre ad essere un marchio consolidato nel triveneto, vende anche bene all’estero, soprattutto nei Paesi dell’Est. L’azienda lavora ancora con il sistema della tentata vendita: furgoncini che hanno il carico di merce fresca e girano per il territorio ogni giorno percorrendo chilometri per incontrare i clienti vecchi e conoscerne di nuovi. Attualmente esistono due linee di produzioni: quella venduta poi con il marchio di famiglia e una particolare lavorazione conto terzi, come quella che l’azienda fa per AltroMercato. Una liaison iniziata 28 anni fa quando la linea di prodotti equosolidale era ancora una piccola attività che si affacciava su un mercato tradizionale, ma con una nuova, consapevole attenzione all’origine dalla quale proviene il prodotto. L’azienda trevigiana in quegli anni inizia l’iter delle certificazioni, anche per il prodotto biologico. Tra queste, la Fairtrade per uno sviluppo sostenibile ed equo: una certificazione di prodotto conforme agli standard sociali, economici e ambientali. In seguito nasce la linea biologica di proprietà chiamata NATIVO.

“Fin dall’inizio, i Fratelli Goppion hanno scelto di lavorare caffè di qualità Arabica provenienti dal Centro e Sud America, dalle isole caraibiche, dall’Etiopia. I grani di caffè arrivano allo stabilimento di Treviso verdi da circa 15 luoghi del mondo. Dal Brasile all’Etiopia, dall’Honduras al Guatemala e così via. Combinati differentemente danno vita a 6 miscele per il Bar e almeno 8 per il consumo a casa. Di queste, almeno sei sono in fascia gourmet e dedicate prevalentemente all’uso con la moka. Una scelta di campo che è poi una scelta di vita. Lavorare bene significa riflettere dentro al lavoro stesso un modo di essere; il lavoro è quello che siamo. Ogni luogo ha il suo caffè con il proprio gusto che è il suo patrimonio; la nostra attenzione va a queste diversità, all’esaltazione dei loro aromi. Lavoriamo caffè che hanno composti aromatici naturali di cacao, di fiori, di spezie, di cioccolato, di vaniglia. Tutto questo è un tesoro da preservare e da esaltare; tostiamo separatamente i caffè delle diverse provenienze perché ognuno sia narrato al meglio e possa dare alla miscela una caratteristica importante e di spicco. Oggi, la nostra fortuna è il nostro assaggiatore, mio cugino, che ha appreso il ‘mestiere’ dal padre Angelo. Un passaggio di consegne diretto e naturale, che ha saputo trasferire anche la passione familiare nella lavorazione. Oggi compriamo un buon prodotto, ricercato attraverso un’attenta selezione anche della filiera di lavorazione in loco. In Sergio Goppion, mio cugino, attuale Amministratore Delegato, riconosco la lucidità che aveva suo padre Angelo, lo stesso pensiero attento e vigile e la passione per il suo prodotto che attraversa trasversalmente tutte le sue scelte. È suo il palato eccellente che garantisce la continuità del nostro sapore in tazzina, responsabilità spartita e condivisa con i nostri bravi tostatori. Ecco perché dicevo che la vita è come il lavoro. Serve far crescere una responsabilità di gruppo, come di famiglia; nulla viene per caso, tutto va costruito, voluto e desiderato. Sono importanti le scelte e la scelta delle persone che le accompagnano, la condivisione e l’energia che ne scaturisce”.
La proprietà dell’azienda è rimasta inalterata, giunta ora alla quinta generazione. Paola conferma che sono molto uniti tra loro “perché ci intendiamo e abbiamo gli stessi obiettivi. Abbiamo temperamento e tenacia. E poi ci entusiasmiamo sempre: un prodotto nuovo è un nuovo impulso”.

Negli anni le nuove tecnologie hanno apportato migliorie fondamentali a livello organizzativo, come nella lavorazione. “L’impianto che abbiamo montato due anni fa controlla l’aroma del caffè dopo la macinatura fino a che non viene messo sotto vuoto. Nelle lattine la qualità e il profumo del macinato vengono preservati con l’immissione di un gas inerte, che occupa lo spazio dell’aria che ossiderebbe il delicato caffè macinato.
Queste sono solo alcune della attenzioni che abbiamo alla lavorazione del prodotto che è al centro di tutto. Il packaging ricercato, rappresenta anche uno spazio importante per raccontare il prodotto al nostro pubblico”
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Lo stabilimento della Goppion Caffè si affaccia sul Terraglio, pochi chilometri fuori Treviso. Ha uno stile peculiare: è anticipato da un ampio piazzale dove campeggia un laghetto sempre ben frequentato da papere e volatili. In alto il logo, una grande G su sfondo nero.

“Questa terra è un posto bellissimo e lo stabilimento originario della metà degli anni ’60 esprime uno stile che non è rigoroso ma pulito. Il logo che è sopra lo stabile e firma tutte le nostre produzioni è stato realizzato da un, all’epoca, giovane designer Umberto Facchini, che già si annunciava come architetto capace, moderno e lungimirante. Lavoriamo con grande entusiasmo”.