Smart working: un’agorà per favorire l’interazione interna

Smart working: un’agorà per favorire l’interazione interna

L’innovazione, per STAR, questa volta ha coinciso con una rivisitazione della comunicazione interna, partita da un nuovo modo di concepire lo spazio e le modalità di lavoro che ora seguono le regole dello smart working: nessuna postazione assegnata, autonomia di gestione dell’orario di lavoro e frequenti riunioni con il direttore generale.

Dal 1948, un’azienda tradizionale che si è adattata ai tempi per conservare le posizioni conquistate sul mercato. Dietro questo adattamento c’è sempre un processo di ricerca ed esplorazione. Qual è stato il vostro?
Sicuramente la capacità di innovare seguendo sempre un filone di tradizione; è questo il binomio che ci caratterizza dall’inizio. Negli ultimi anni STAR ha attraversato una fase di cambiamento che si manifesta nel nuovo posizionamento del brand, ovvero un’azienda che vuole essere identificata come una marca in grado di offrire prodotti buoni, in grado di semplificare i processi culinari e anticipare nuove tendenze in ambito food. STAR ha infatti deciso di rivolgersi a un target finora inesplorato: quello dei giovani, attraverso l’ingresso sul mercato di prodotti innovativi, gustosi e facili da consumare quali Saikebon®. Parallelamente, STAR ha avviato un processo di riorganizzazione delle competenze orientato, da un lato, alla valorizzazione delle risorse interne e, dall’altro, all’acquisizione di nuovi giovani talenti; la volontà di STAR è infatti quella di entrare in contatto con giovani laureati e offrire loro percorsi formativi. La prima linea dell’azienda è stata quasi del tutto rinnovata e alcuni dei suoi manager ricoprono ruoli direttivi anche a livello internazionale.

L’ultimo cambiamento è stato la sede, volutamente studiata per rispecchiare particolari principi di comunicazione interna. Quali sono e come si è arrivati a questo risultato?
Da circa un anno STAR ha rinnovato i propri uffici, a dimostrazione della crescita e del rinnovamento dell’azienda. I nuovi spazi si trovano a Milano presso il nuovo centro MAC7 e sono stati realizzati dallo studio di architettura “Il Prisma”, per rappresentare un nuovo modo di concepire lo spazio di lavoro inteso senza postazioni fisse e senza una suddivisione gerarchica. Abbiamo voluto uno spazio che favorisse una maggiore interazione tra tutte le funzioni. Venivamo da una concezione dello spazio molto gerarchica e abbiamo deciso di operare un cambiamento risolutivo; i nuovi uffici hanno agevolato questi cambiamenti. Abbiamo voluto ricreare uno spazio di grande accoglienza, improntato al colore e alla creatività del nostro marchio, senza perdere quel senso di tradizione che da sempre ci contraddistingue. Oggi è a disposizione di tutti l’Agorà, un elemento architettonico che permette una condivisione anche del tempo libero. L’Agorà è un vero e proprio spazio aperto di incontro e di condivisione, all’interno di un contesto che richiama l’ambiente familiare della cucina, con un bancone, un frigorifero, vending machine, tavolini e divanetti. Un’area break flessibile e multifunzione che può essere utilizzata per rilassarsi o lavorare in maniera informale. Il risultato finale è frutto di un percorso che ci ha visto molto vicini ai dipendenti. Abbiamo illustrato tutte le fasi di realizzazione dei nuovi spazi attraverso un website dedicato e organizzato un focus group interno per ascoltare i dubbi e gli spunti delle nostre persone. Non abbiamo dato niente per scontato e abbiamo cercato di rispondere a tutte le domande
che abbiamo ricevuto.

Come hanno reagito i dipendenti?
Dalle survey interne vediamo che hanno apprezzato i nuovi spazi. È stato un passaggio graduale, ma ora tutti sono abituati al nuovo approccio; lavorare fianco a fianco con il Direttore Generale è diventata un’abitudine per tutti! E oggi, dopo il primo anno, siamo davvero soddisfatti.

Lo smart working è stato un passaggio preparato?
Lo smart working come lo intendiamo noi, con caratteristiche di flessibilità, come la gestione della giornata lavorativa e di conseguenza anche dell’orario di entrata e uscita e l’assenza di timbratura, è stato un percorso naturale che si è sviluppato di pari passo con i nuovi uffici. Abbiamo voluto scegliere un ambiente open space uguale per tutti, senza postazioni assegnate, in modo da permettere ai componenti dei vari team di gestirsi in maniera autonoma, in base al carico di lavoro. Non è raro vedere i nostri colleghi cambiare postazione anche più volte nel corso della giornata, per seguire i diversi progetti anche fisicamente. Come accennavo prima, abbiamo coinvolto i dipendenti in ogni fase, tenendo in considerazione tutte le loro richieste.

Qual è l’obiettivo di questa nuova modalità lavorativa?
Sicuramente abbiamo voluto aumentare l’interazione tra le divisioni e permettere a tutti di lavorare in un clima di fiducia che possa portare anche a un aumento della produttività. Il nostro obiettivo primario è infatti quello di rendere fluido lo scambio di idee e la collaborazione tra le risorse. Proprio per questo, dalla seconda metà del 2014, è aperta “La Mia Cucina”, un vero e proprio centro culinario, di 460 metri quadrati che offre una vetrina verso l’esterno e uno spazio di rappresentanza per l’azienda grazie alla presenza di un’attrezzatura altamente innovativa. La location, dotata di una cucina professionale, ospita test, assaggi, degustazioni, pranzi di lavoro, training ed eventi. “La Mia Cucina” è una “finestra sul mondo” grazie alla quale STAR comunica e permette di sperimentare in prima persona la bontà e la genuinità dei propri prodotti.