RESPONSABILITÀ ED ETICA AL CENTRO DELLA VERA “IMPRESA GREEN”: Valcucine S.p.A. ci racconta il suo viaggio verso l’innovazione verde

RESPONSABILITÀ ED ETICA AL CENTRO DELLA VERA “IMPRESA GREEN”: Valcucine S.p.A. ci racconta il suo viaggio verso l’innovazione verde

Un’industria responsabile nei confronti della società presente e futura è un’industria etica, che verrà giudicata non solo secondo criteri finanziari ma anche per quanto sa “rendere al bene comune” . Questa la visione di Valcucine S.p.A., azienda di Pordenone di arredo e design tra le più innovative e green oriented in Italia, che oggi lavora anche per aumentare la coscienza critica delle persone sulle questioni ambientali. Un terreno su cui si gioca il futuro delle imprese secondo Daniele Prosdocimo, responsabile comunicazione dell’azienda.

Design “made in Italy”, rispetto per l’ambiente e per le persone: come si arriva ad essere una tra le aziende più innovative del proprio settore?
In Valcucine tutto ha avuto inizio più di 30 anni fa con la volontà di produrre in modo ecosostenibile. L’etica della responsabilità nei confronti dell’ambiente ha sempre determinato le nostre scelte come azienda e, prima, come persone che ne fanno parte. Perché prima di essere un patrimonio collettivo, l’ambiente riguarda ogni singola persona, appartiene ad ognuno di noi. Una scelta faticosa, che ha richiesto del tempo per generare i primi risultati, per far comprendere e condividere a tutte le persone in azienda questa cultura e questi obiettivi. Per trasferire loro questa coscienza in tutte le fasi del lavoro, ogni giorno. È stato proprio questo impegno che si è tradotto, attraverso la continua ricerca, nell’utilizzo di minor materia ed energia, nell’utilizzo di materiali sempre più riciclabili o addirittura riutilizzabili, nella riduzione delle emissioni tossiche e nella ricerca della lunga durata tecnica ed estetica del prodotto. Questo ci ha guidati e spinti sempre più verso l’innovazione.

Quali sono i valori che stanno dietro all’etica aziendale?
L’etica è il motore principale del nuovo Millennio, lo strumento per uno sviluppo equo e sostenibile del mondo e dei suoi abitanti. Valcucine esprime la sua volontà e mette a disposizione la sua cultura di impresa attenta alle dinamiche locali e universali per investire su questo fronte, per farsi carico delle problematiche ambientali che costituiscono una delle più forti questioni etiche perché sono parte della vita di ognuno di noi e influenzano, al tempo stesso, l’esistenza e il benessere delle generazioni future. L’attenzione all’ambiente non si limita, dunque, al rispetto delle leggi imposte ma nasce dalla presa di coscienza di una responsabilità che si manifesta nel momento in cui l’etica diventa un solido punto di riferimento. E questa consapevolezza si esprime nella responsabilità dell’industria nei confronti della società presente e futura e spinge l’azienda a diventare parte attiva nella promozione culturale. Valcucine, così, diventa promotrice e sostenitrice di eventi e manifestazioni, di dibattiti e confronti finalizzati a implementare la coscienza critica nel proprio network.

In tutto questo che ruolo gioca l’innovazione tecnologica?
È utopistico dire “fermiamo il mondo” o ritorniamo indietro per impattare di meno. Sicuramente è necessaria una ricerca di nuovi stili di vita, incentrati sulla sostenibilità, sui comportamenti virtuosi, sul risparmio energetico, sul riciclaggio o sul riutilizzo, sull’agricoltura biologica, sulle energie alternative. Quello che possiamo fare è pertanto sfruttare proprio l’innovazione tecnologica per impattare di meno e fare quel salto al di la del “burrone” che si sta prospettando.

Esistono delle barriere o degli ostacoli (di natura economica, burocratica, culturale, ecc.) che un’impresa che voglia avere uno sviluppo etico può incontrare? Se sì, nel caso di Valcucine come li avete superati?
Abbiamo a lungo riflettuto sul concetto di responsabilità. Nel nostro percorso abbiamo cercato di rispondere appieno all’impegno etico che ci sentivamo di assumere, non solo nei confronti dei nostri clienti ma di tutte le persone. Il termine latino “respondeo” significa “fare una promessa”, “assumersi un impegno”. E se guardiamo al verbo “responsare”, questo assume il significato di “essere capaci di andare controcorrente”. Dunque, se abbiamo fatto una promessa o se vogliamo rispondere alla voce della nostra coscienza, dobbiamo essere anche pronti a resistere alle difficoltà che ciò può implicare, cioè dobbiamo essere capaci di andare controcorrente. La fatica e i rischi sono molti, le barriere culturali e la diffidenza sono il limite principale.
Ma la responsabilità ci impone di non fermarci ai primi riscontri positivi (o negativi) del mercato, di non farci ingabbiare dalla logica del profitto, e trovare altre strade. Queste scelte ci hanno obbligato a trovare sempre soluzioni nuove, all’avanguardia. Non è un cammino facile ma una sfida continua, che ci ha fatti crescere ed evolvere e, oggi, riconoscere come l’azienda più innovativa del nostro settore.

Come vede la situazione delle imprese italiane al momento da questo punto di vista?
Come in tutte le realtà il panorama Italiano è molto vario. Ci sono imprese ferme e radicate su concetti che forse non sono più attuali oggi ma ci sono anche moltissime piccole eccellenze, startup e realtà dinamiche, che rappresentano sia il presente che il futuro del made in Italy. Sicuramente la sensibilità è cresciuta e la maggior parte delle imprese oggi dichiara il proprio interesse ed impegno nei confronti della sostenibilità. Molte volte però non è l’intera struttura che se ne occupa e quindi non si ha un coinvolgimento totale, spesso l’impegno è portato avanti solamente da “piccoli pionieri” o demandata alla funzione marketing…

L’assunzione di una responsabilità sociale nei confronti del territorio: come cambierà anche in futuro le aziende e il modo di proporsi all’interno del proprio mercato?
Come ci insegna l’economia del bene comune “il successo delle aziende e organizzazioni non viene valutato (ndr. o non dovrebbe essere) soltanto secondo criteri finanziari ma anche secondo quello che rende per il bene comune”. È un processo partecipativo, aperto a ulteriori evoluzioni, alla ricerca di una sinergia con approcci affini come: l’economia solidale, l’économie sociale, il movimento dei beni di proprietà comuni, economia post-crescita o l’economia solidale. Sicuramente questa è la strada per una piena eticità d’impresa ma anche per esprimere se stessi attraverso le proprie azioni, incontrare il proprio network di riferimento, vivere un’esperienza insieme, comunicare i propri valori a chi li sa recepire. E se i prodotti rispecchiano i propri valori… perché no… incontrare potenziali clienti.

La capacità di Valcucine di essere un’ “azienda green”e responsabile si declina in vari modi: ce li racconta?
La vision aziendale di Valcucine “Abbiamo un sogno, un mondo senza rifiuti” si è tradotta nel rispetto dei principi cardine dell’ecocompatibilità: dematerializzare, riciclare e riutilizzare, ridurre le emissioni tossiche e garantire lunga durata tecnico-estetica del prodotto. Molti sono gli esempi di Valcucine per dimostrare che la ricerca per intensificare la sostenibilità è sempre stata promotrice di innovazione, quell’innovazione che è il riflesso di un miglioramento continuo. Si pensi per esempio ad Artematica che ha rivoluzionato il concetto di anta in cucina: la prima anta al mondo just in time con telaio in alluminio non visibile dall’esterno e con pannello estetico in laminato HPL stratificato da 5mm; la prima anta 100% riciclabile in vetro e alluminio senza telaio e cerniere a vista e la prima anta con un sistema per convogliare l’acqua senza che essa si bagni. Artematica si è poi evoluta in un’anta ancora più sottile: Ricicla, un’anta a telaio in alluminio e pannello di solo 2mm di spessore, che nel corso del tempo si è evoluta poi ancora in Riciclantica, una nuova anta monomaterica, 100% in alluminio e pannello estetico di 2mm. Oggi innovare non significa solo coniugare funzionalità ed estetica, ma anche adottare un uso consapevole della materia: è così che si è arrivati all’elaborazione delle nuove basi in vetro riciclabili al 100%, Invitrum, che evitano completamente le emissioni di formaldeide, oltre a ridurre il raddoppio dei fianchi, basi che sono state inoltre progettate per essere facilmente disassemblate e riutilizzate o riciclate alla fine del ciclo di vita. Nella consapevolezza che una responsabile gestione delle riserve forestali sia fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente, Valcucine introduce nelle proprie cucine componenti legnosi provenienti da foreste certificate FSC. Valcucine ha ottenuto la conformità allo standard FSC-STD-40-004 nel 2008, con l’obiettivo finale di produrre modelli di cucina in cui tutte le parti legnose siano di provenienza FSC. I fusti in truciolare Valcucine rispettano oggi in maniera rigorosa i valori limite stabiliti dalla più severa normativa al mondo, la giapponese F4stelle. È fondamentale capire quindi che la sostenibilità assoluta non esiste ma esiste invece un percorso profondo di ricerca e attenzione che porta a fare sempre un passo avanti, all’essere appunto innovativi.