POSSAGNO: DOVE COMINCIÒ LA LEGGENDA
La piccola località di Possagno a nord di Asolo porta il segno dello scultore Antonio Canova, uno dei principali esponenti del classicismo italiano. Figlio di un tagliatore di pietra, lavorò sin da ragazzo nelle cave di marmo, dove scoprì il suo talento e venne mandato a imparare da uno scultore veneziano.
All’età di 18 anni Canova aveva già una bottega propria e si faceva molto presto strada fino a diventare il più pagato scultore del suo tempo. Nobili, papi e ricchi da tutta l’Europa erano in coda per ottenere una delle sue richiestissime sculture. Anche Napoleone commissionò a Canova un suo ritratto addirittura quattro volte. Il gran numero di ordini rese Canova il principale e più noto artista del suo tempo e così iniziò una produzione di serie. Prese delle misure esatte delle sue sculture, modellò le singole parti in gesso e le rese così replicabili. I suoi modelli, statue e sculture, sono oggi sparsi per musei, palazzi e collezioni private in tutto il mondo.
Possagno, adagiato sulle pendici delle Prealpi venete, è un noto comune della Marca Trevigiana, meta di molti turisti italiani e stranieri, attratti dalle sue bellezze artistiche e naturali, e senz’altro perché ospita la Casa natale del celebre scultore, come anche la Gipsoteca, il Tempio, e un bel giardino che si apre in un vasto parco e separa la Casa dal Museo.
Nella Gypsoteca (dal greco “raccolta di gessi”), eretta per volontà del fratellastro di Canova nel 1832, sono confluite tutte le opere presenti nello studio romano dello Scultore: modelli, calchi in gesso, bozzetti in terracotta, marmi, gruppi statuari colossali, monumenti funebri, bassorilievi che sono esposti nella suggestiva ala ottocentesca. Altre opere di particolare bellezza quali le Tre Grazie e Amore e Psiche sono esposte nella luminosa ala progettata da Carlo Scarpa (1957) come ampliamento del Museo. Nel complesso museale sono stati ristrutturati altri locali che ospitano la sezione multimediale e didattica e l’ala nuova con le sale adibite a mostre e convegni. Infatti, il Museo Canoviano di Possagno presenta un’articolata serie di edifici espositivi, di epoche diverse, e numerose collezioni delle opere di Antonio Canova. Oltre alla Gipsoteca che si presenta con un’alta e solenne volta a botte, divisa in tre settori, anche l’Ala Scarpa. Si tratta di un nuovo edificio costruito dal grande architetto veneziano Carlo Scarpa: l’ala, ricca della luce solare che piove dall’alto, è visitata ogni anno da migliaia di visitatori che vogliono studiare i materiali, i modelli progettuali e la disposizione delle opere che Carlo Scarpa ha collocato nell’alta sala a torre e nel corpo allungato che si restringe fino alla piscina delle Grazie. Obiettivo di questo edificio è quello di creare un graduale passaggio dalle collezioni canoviane al vasto Parco antistante che consente al visitatore di continuare il cammino tra una variegata vegetazione e in lunghi percorsi espositivi all’aperto.
Inoltre, note anche le Scuderie: piccolo stabile che ospitò per tutto il Settecento le pecore che fornivano la lana al nonno di Canova, Pasino. Fu sempre Carlo Scarpa che volle collegare la sua ala nuova del Museo alla Scuderia, allestendovi l’esposizione di numerose opere canoviane, tra cui spicca un grande cavallo. Quindi, la celebre Casa Canova si snoda lungo il crinale che si stende verso la Pastega, nel territorio sudorientale di Possagno, costruita secondo un asse Est/Ovest per consentire di avere la facciata rivolta al sole e al Giardino, al Brolo e ai vasti campi che oggi costituiscono il Parco Canoviano. La costruzione della Casa del Canova risale con molta probabilità al Seicento e presenta una tipica struttura veneta, con il corpo centrale su più piani, dove si svolgeva la vita domestica e notturna, gli annessi alla Casa, il portone d’ingresso alla proprietà e ai fondi rustici, i lunghi porticati per il deposito dei materiali da lavoro, la stalla per gli animali da traino, il serraglio per il carro, i pozzi. Dopo il terremoto del 1695, la Casa fu ristrutturata e ampliata con nuovi locali e furono aggiunte delle camere per far posto alla famiglia che diventava sempre più numerosa.
Il Museo di Antonio Canova è proprio l’immagine totale della sua arte e della sua vita. Oggi questa realtà costituisce un riferimento imprescindibile per tutti i musei del mondo che custodiscono gelosamente i capolavori in marmo espressione della sua genialità: il Musée du Louvre, l’Ermitage di San Prietroburgo, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria & Albert Museum di Londra, Apsley House a Londra, l’Augustinerkische, l’Hofburg e il Kunsthistorisches Museum di Vienna, l’Alte Pinakothek di Monaco, la Staatliche Museen e la Nationalgalerie di Berlino, la Kunsthalle di Brema, Villa La Grange di Ginevra, il Museo d’Arte Occidentale e Orientale di Kiev, la Galleria Palatina di Firenze, i Musei Vaticani, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, i Musei Capitolini, la Galleria Borghese, il Museo di Capodimonte a Napoli, il Museo di Sant’Agostino di Genova, il Museo Correr di Venezia e i Musei Civici agli Eremitani di Padova.