POLITECNICO DI MILANO: 150 ANNI DI RICERCA E FORMAZIONE

POLITECNICO DI MILANO: 150 ANNI DI RICERCA E FORMAZIONE

150 anni di storia, di formazione a studenti provenienti da tutto il mondo e di stretto contatto con il settore produttivo: oggi il Politecnico di Milano è la più grande scuola di architettura, design e ingegneria d’Italia. Tant’è che – come ci spiega il rettore Giovanni Azzone – si trova al 28° posto nell’area disciplinare dell’“Engineering and Technology” della classifica QS World University Rankings.

Il Politecnico di Milano è riconosciuto nel mondo come scuola d’eccellenza? Quali le politiche adottate negli anni?
Il Politecnico di Milano, per vocazione, ha sempre lavorato a stretto contatto con il mondo produttivo in un rapporto di reciproca collaborazione e crescita. Una scelta che continua a pagare e che ovviamente continuiamo a perseguire. Negli ultimi anni abbiamo inoltre impresso un forte impulso all’internazionalizzazione: ormai i nostri studenti e docenti devono avere a che fare con una realtà mondiale nell’ambito dello studio, della ricerca e professionale.

In cosa si distingue in particolar modo il Politecnico di Milano? In quali settori e per quali servizi?
Oggi il Politecnico di Milano è la più grande scuola di architettura, design e ingegneria d’Italia. Il nostro ateneo continua a scalare la classifica QS World University Rankings e quest’anno si attesta al 28° posto al mondo nell’area disciplinare dell’“Engineering and Technology” guadagnando ben 20 posizioni rispetto al 2012. L’ateneo è la prima università italiana nella storia dei rankings QS a entrare tra le 30 migliori università tecnologiche del mondo. Secondo la QS World University Rankings 2013/14, la principale classifica delle università internazionali, il Politecnico di Milano migliora e rafforza la propria presenza anche nella graduatoria generale. L’ateneo milanese si colloca quest’anno al 230°posto guadagnando 14 posizioni rispetto al 2012. Un trend positivo che negli ultimi 9 anni ha fatto salire il Politecnico di Milano di ben 129 posti.

Quali opportunità offre il Politecnico ai giovani, non solo come offerta formativa, ma anche a livello di contatti con il privato?
Il Career Service è il servizio che in ateneo offre costante supporto e guida ai propri studenti e laureati per tutti gli aspetti legati al futuro professionale, ponendosi come canale diretto di comunicazione con il mondo del lavoro. Il servizio offre supporto per la ricerca del lavoro, CV on-line, colloqui individuali con esperti per indirizzarsi ad un settore o profilo professionale e un database di offerte di lavoro e stage sia per l’Italia che per l’estero aggiornato quotidianamente. Organizza eventi e attività con aziende italiane e internazionali ogni giorno direttamente in ateneo, oltre a 3 fiere del lavoro ogni anno e fornisce informazioni su stage nazionali e internazionali.

Avete qualche forma di talent management per indentificare studenti capaci?
Abbiamo una serie di programmi che mirano a fornire opportunità addizionali ai talenti, sotto forma di sviluppo di competenze progettuali e interdisciplinari, capacità interculturali ed esperienze in impresa (Unitech, Alta Scuola Politecnica, Time). L’accesso a questi programmi seleziona gli studenti in base alla qualità del curriculum scolastico ma anche alle soft skills e alle esperienza extrauniversitarie.

Quali gli obiettivi prefissati nel futuro?
Rafforzare la nostra community di studenti internazionali e riuscire ad attrarre sempre più docenti di livello dall’estero. Riuscire a mantenere e migliorare costantemente gli standard didattici e di ricerca conquistati.

Il Politecnico e la ricerca…
Investiamo gran parte delle nostre risorse nella ricerca scientifica di punta nelle aree dell’Architettura, Design e Ingegneria, avvalendoci anche di collaborazioni importanti con altre università, enti scientifici e imprese di valore internazionale. Solo in questo modo possiamo continuare a crescere e rimanere competitivi, oltre a dare un contributo importante al Paese.

State investendo anche per attrarre giovani da altri Paesi?
Il Politecnico di Milano si pone come obiettivo primario quello di formare capitale umano di qualità in un contesto internazionale per rispondere sia alle esigenze delle imprese che a quelle degli studenti che vogliono essere spendibili sul mercato del lavoro mondiale. Il Politecnico di Milano offre corsi di studio innovativi a tutti i livelli e partecipa a numerosi progetti di ricerca e di formazione collaborando con le più qualificate università europee, dal Nord America al Sud-Est Asiatico all’Est Europeo. La consapevolezza di questa posizione lo ha portato a potenziare la propria politica di internazionalizzazione e ad istituire 2 corsi di Laurea Triennale, 19 corsi di Laurea Magistrale, 18 corsi di Dottorato di Ricerca con percorsi interamente in lingua inglese riuscendo ad attirare un significativo numero di selezionati studenti, pari a circa il 16% degli iscritti a livello della laurea magistrale.

L’università italiana attuale sta vivendo una fase di ripensamento dei propri modelli… Quali le scelte adottate al Politecnico di Milano?
Ci stiamo trasformando da ateneo italiano con studenti stranieri in ateneo internazionale con forti radici italiane; questo significa che vogliamo offrire ai nostri studenti non solo le tradizionali competenze tecniche, ma anche lo sviluppo delle loro capacità di operare in contesti “crossculturali”, di essere promotori di innovazione e responsabilità sociale.
Spesso si discute sulle opportunità che offrono alcuni atenei, rispetto ad altri. Un Suo commento. L’autonomia universitaria ha voluto dire passare da un modello standard di università a tante proposte formative differenti; mi sembra positivo, lascia agli studenti la possibilità di scegliere le opportunità più coerenti con la propria vocazione.

Università e impresa: esiste ancora un gap? Se si, come colmarlo?
Si sta riducendo, oggi il Politecnico di Milano, ad esempio, acquisisce finanziamenti alla ricerca su base competitiva per circa 95 milioni di euro l’anno, prevalentemente dalle imprese o partecipando con le imprese bandi europei o nazionali. Il nostro Career Service riceve e soddisfa circa 5.000 offerte di lavoro ogni anno per i nostri studenti. Sono numeri che testimoniano, credo, un rapporto vitale tra università e impresa.

Come si immagina il sistema universitario italiano nel futuro prossimo?
In profonda trasformazione. L’effetto della globalizzazione della ricerca e della formazione, da un lato, e l’attenzione delle grandi università internazionali per le nuove forme della didattica (MOOCs, Open Distance Learning) modificheranno sicuramente il panorama attuale, riducendo probabilmente il numero delle università significative a livello internazionale.

L’innovazione passa ancora rigorosamente dall’università?
Il Politecnico di Milano è convinto che per contribuire alla crescita del Paese sia indispensabile innovare insieme alle imprese e che per farlo sia necessario attrarre e trattenere capitale umano di qualità. Nel 2003, il Politecnico di Milano ha creato la Fondazione Politecnico di Milano che funge da motore di sviluppo favorendo l’innovazione nel mondo imprenditoriale e incentivando la competitività a livello internazionale, grazie al trasferimento tecnologico all’industria e al settore terziario. Insieme ad alcuni soggetti di rilievo appartenenti al settore industriale, sono stati avviati due Joint Research Centre nei campi dell’energia e dei trasporti, che hanno come obiettivo la definizione di scenari nel lungo periodo, sostenendo la ricerca pre-competitiva e dando vita a filoni di ricerca a lungo termine. L’imprenditorialità innovativa trova sostegno in Polihub, che nel corso del 2013 non è più solo un incubatore aziendale che offre ai neo-imprenditori le infrastrutture e i servizi di cui hanno bisogno per crescere ma vero e proprio start up district con un moderno spazio di co-working e servizi aggiuntivi completamente attrezzato e aperto alle migliori start hi tech italiane e internazionali che attualmente ospita 28 start up.