Orchidea Phalaenopsis
Dopo le ferie estive si è riposati e pieni di energie. Per affrontare una nuova e interessante sfida ci si può regalare una bellissima orchidea. Una pianta affascinante che, se mantenuta in buona salute, regala grandi gratificazioni.
Per questo numero ho scelto un’orchidea Phalaenopsis bianca con il cuore giallo. Quando l’ho presa, ho controllato che il vaso fosse trasparente, per poter verificare agevolmente lo stato delle radici, e che il substrato fosse di bark (corteccia di pino/abete) per limitare il rischio di marciume radicale. Ho collocato il vasetto appoggiandolo all’interno di un vaso più grande di Dracaena, così è al riparo dal sole e beneficia di un “effetto foresta”, vale a dire un microclima più umido; nello stesso tempo non rischia ristagni d’acqua visto che l’eccedenza va a vantaggio dell’altra pianta.
La Phalaenopsis è l’orchidea più conosciuta al mondo, ma ignoro i motivi di questa particolare preferenza considerato che il mondo delle orchidee è vasto e spettacolare. È originaria delle Indie orientali, dell’Indonesia, delle Filippine e dell’Australia. Il nome deriva dalla forma del fiore, che assomiglia ad una farfalla tropicale (phalaena = farfalla). È una pianta epifita ma può crescere anche sulle rocce. Ha poche foglie grandi e carnose di un bel verde brillante, fondamentali per la vita della pianta in quanto sono l’unica riserva di acqua. Le radici sono grosse e numerose per permettere alla pianta di aderire tenacemente al substrato. I meravigliosi fiori, mai banali ma con incredibili combinazioni di colori, sono portati da steli sottili ed eretti.
La temperatura ottimale per la Phalaeopsis è di 23/25 gradi la massima e 16/17 la minima. Può arrivare a 35 gradi ma deve stare all’ombra con umidità e ventilazione consistenti, ma nello stesso tempo è infastidita dalle correnti d’aria. Ha bisogno di luce abbondante ma non diretta, perciò se è vicino ad una finestra schermiamola con un’altra pianta meno delicata. D’altra parte se non fiorisce è proprio perché ha poca luce perciò abbiamo esagerato con la protezione dai raggi solari. L’unica soluzione è fare dei tentativi finché si trova la posizione ottimale. Diciamo che se troviamo la giusta collocazione può essere la pianta perfetta da ufficio, da non spostare più, neanche all’aperto d’estate. Non deve essere annaffiata molto, è sufficiente una volta alla settimana d’inverno e due in estate. Oppure spruzzate più spesso le radici e il substrato con acqua piovana. Fatelo al mattino, così avrà il tempo di asciugare le foglie.
Concimiamola ogni 20 giorni in primavera con un concime con maggiore quantità di azoto, poi in autunno con un concime con più fosforo e potassio per aiutarla a fiorire. Vendono i prodotti appositi per orchidee, non serve trasformarci in piccoli chimici ma affidiamoci al solito fiorista di fiducia. Se riusciamo a trovare la giusta collocazione di luce umidità e temperatura, la nostra Phalaenopsis ci premierà con degli splendidi rami fioriti, anche due o tre volte all’anno, che persistono per parecchie settimane. Se siamo riusciti a farle fiorire non tagliamo lo stelo, ma togliamo solamente il secco. Può rifiorire oppure generare una nuova piantina.
E, come sempre, attenti alla cocciniglia!