NELLA PROVINCIA PIÙ RICICLONA D’ITALIA OPERA CONTARINA S.P.A.
Il presidente Franco Zanata ci spiega come un’azienda pubblica può portare avanti sul territorio la cultura green, con efficienza e programmazione. “Perché quella ambientale è la questione chiave per definire il futuro dei nostri modelli economici e anche sociali”.
Filosofia e mission di Contarina…
Contarina è una azienda pubblica che opera prevalentemente nel campo della raccolta e gestione del rifiuti urbani ma che più in generale si occupa e si interessa della promozione, nel territorio, di stili di vita e di modalità di sviluppo e di produzione che siano ecosostenibili. È un allargamento della prospettiva che viene naturale, dato che oggi la questione ambientale – e in questo senso la gestione dei rifiuti – è molto importante. È la questione chiave per definire il futuro dei nostri modelli economici e anche sociali. Ad esempio l’idea di utilizzare lo scarto, attraverso il riciclo e quindi il riuso, per realizzare nuovo materiale, ovvero consumare minori risorse e minori energie, è un punto fondamentale per la sostenibilità ambientale in un contesto in cui, facendo diversamente, si rischia di peggiorare l’attuale situazione di fortissimo e crescente inquinamento. Questi nostri sforzi e questo nostro lavoro sono un impegno quotidiano che materialmente concretizziamo non solo con le attività tipiche di Contarina, ma anche con numerose collaborazioni con le università italiane ed europee nel campo della ricerca e dello studio, oltre che investendo molto nell’educazione ambientale e nella comunicazione.
Cosa significa essere green nel 2014?
Una volta essere green significava avere o sforzarsi di avere una coscienza ambientalista. Oggi invece è una necessità. L’eco-sostenibilità delle nostre attività e del nostro sviluppo è il fattore chiave per determinare il futuro. Oggi essere green è una strada obbligata, sia che riguardi il rapporto con i materiali di produzione, diminuendo gli scarti improduttivi, sia che riguardi la produzione di energia, da indirizzare con più forza e convinzione verso le fonti rinnovabili.
Quali sono le direttive della Comunità Europea?
Se parliamo di raccolta e gestione dei rifiuti, a livello europeo la strada tracciata dalla legislazione comunitaria punta chiaramente a mettere, come prioritaria, la scelta di ri-valorizzare i materiali attraverso la raccolta differenziata e il riciclo, preferendo questa metodologia alla costruzione degli impianti di termovalorizzazione e mettendo la discarica come ultima ratio. Questo significa anche che l’Europa ci chiede di ripensare i cicli e l’organizzazione della produzione, intervenendo a monte per fare in modo che i materiali siano il più riutilizzabili possibili.
Quali sono gli obiettivi che Contarina si è posta?
L’obiettivo di Contarina, da un punto di vista operativo, è quello di arrivare, attraverso la raccolta differenziata spinta, ai “rifiuti zero”. È un traguardo alla portata, se si considera che il livello di differenziazione a cui siamo già arrivati è pari all’84% e che contemporaneamente scende la percentuale di rifiuto non riciclabile e più in generale cala l’intera produzione di rifiuti. L’obiettivo rifiuti zero ha un valore di per sé per le comunità che serviamo ma è anche un obiettivo generale che vuole rappresentare una best practice globale: mostrare cioè, in maniera chiara, che il problema dei rifiuti può essere efficacemente risolto con le modalità di raccolta e gestione su cui Contarina si sta applicando da anni e che sono diventate un esempio a livello nazionale ed europeo. Sicuramente, da questo punto di vista, la legislazione nazionale è chiamata a fare di più su due fronti: il primo è intervenire sulla parte fiscale con meccanismi che premino i risultati, ad esempio assumendo come riferimento la tariffa puntuale, cioè il fatto di pagare solo in misura proporzionale al conferimento di rifiuti inquinanti perché non riciclabili; il secondo è sostanziare con azioni a monte per disincentivare la produzione di materiale non riciclabile, penso agli imballaggi, come già avviene in molti paesi dell’Europa.
Come si presenta il territorio su cui opera Contarina? Quali le eccellenze e quali i punti critici?
Abbiamo un territorio per certi versi molto disomogeneo. Il frazionamento istituzionale infatti presenta una situazione in cui stanno insieme piccoli comuni e comuni medio grandi o grandi. La soluzione che abbiamo adottato è quella di lavorare per bacini e i risultati sono assolutamente positivi. L’eccellenza è rappresentata dall’alta percentuale di differenziazione e dal calo complessivo della quantità di rifiuti prodotta. Si tratta di risultati che sono stati ottenuti grazie ad un grande lavoro di sensibilizzazione delle comunità, attraverso l’educazione ambientale e alla consapevolezza dell’impatto che azioni quotidiane e stili di vita ecosostenibili hanno sia dal punto di vista della difesa dell’ambiente naturale che della riduzione dei costi, dato che una buona differenziazione porta, come succede nei nostri bacini, ad un calo della tariffa, che per quanto ci riguarda è nettamente e significativamente inferiore alla media nazionale. Le criticità si riscontrano o nel momento in cui si avvia la raccolta differenziata porta a porta, ma si tratta di periodi brevi, legati al naturale aggiustamento delle abitudini dei cittadini.
Qualche dato a supporto…
Come dicevo prima, la percentuale di raccolta differenziata raggiunge, nei due bacini Priula e TV3, l’84%, dato che si somma al basso livello di rifiuto pro capite prodotto per anno, che è di 50 chili contro i quasi 300 della media nazionale.
La gestione dei rifiuti in Italia: qual è la politica in atto?
Ci si muove verso la raccolta differenziata, riconoscendo che si tratta della modalità più efficiente. Serve però prendere coscienza che lo scatto decisivo avviene istituendo la raccolta
differenziata porta a porta, quella effettuata con i cosiddetti cassonetti stradali non riesce a produrre gli stessi risultati. Talora però ci sono resistenze ad adottare la metodologia migliore: non da parte dei cittadini ma delle classi dirigenti locali, che temono, immotivatamente, uno stravolgimento delle abitudini che possa portare alla perdita di consenso politico.
Come la tecnologia si inserisce nel lavoro dell’azienda?
Siamo di fronte ad una svolta fondamentale. La tecnologia una volta riguardava le tecniche di smaltimento, oggi invece lo sviluppo e l’innovazione sono puntati sui progetti di valorizzazione e di utilizzo del rifiuto, sia quello riciclabile che quello residuo, ad esempio per ricavarne energia o usarlo per costruire nuovi materiali. Alcune esperienze con il mondo delle imprese ci dicono che il rifiuto non riciclabile può essere brillantemente usato per produrre altri beni e questo grazie ad una grande iniezione di innovazione tecnologica nei processi di trattamento.
L’innovazione quanto è determinante in questo settore?
È fondamentale la ricerca che conduce poi alla realizzazione pratica di processi di innovazione. È un campo su cui Contarina si sta applicando moltissimo, in collaborazione con diverse
università italiane, e in cui registriamo un grande fermento e grande attenzione anche dal punto di vista degli investimenti.
Il futuro dell’azienda…
Contarina vuole essere concretamente un punto di riferimento per le buone pratiche ecosostenibili, anche con interventi specifici, ad esempio i processi di risanamento di discariche, di incentivazione all’utilizzo delle energie rinnovabili di innovazioni tecnico-scientifiche per la chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso gli impianti di depurazione, di promozione di stili di vita ambientalmente virtuosi. E dimostrare che la gestione pubblica dei servizi al cittadino, come quello di igiene ambientale, può essere vantaggiosa e ispirata al criterio dell’efficacia e dell’efficienza e togliere dal mercato settori delicati che, come nel caso dei rifiuti, potrebbero divenire oggetto, se privati di un buon controllo pubblico, di pericolose contaminazioni esterne a livello criminale. Rivendicando anche il fatto che la gestione pubblica non mira a produrre utili come remunerazione del capitale di investimento, ma opera in un regime di piena copertura dei costi e che l’utilizzo di eventuali marginalità economiche, cioè di un bilancio pienamente in attivo come succede in Contarina, significa avere a disposizione risorse per fare ulteriori investimenti sulla qualità dei servizi che offriamo alla collettività.