Motta di Livenza: tecnologia e multidisciplinarietà per un percorso riabilitativo d’eccellenza
L’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza (TV) nasce nel gennaio 2004 come società a capitale misto pubblico-privato e progetto di sperimentazione gestionale della Regione Veneto. Accreditato con il servizio sanitario nazionale, oltre all’attività ambulatoriale e radiologica, ha come principali specializzazioni la riabilitazione cardiovascolare e polmonare, la riabilitazione di gravi cerebrolesioni acquisite e mielolesioni, la riabilitazione muscolo-scheletrica, la medicina generale e lungodegenza. Innovazione, tecnologia e multidisciplinarietà sono gli ingredienti che fanno di questa struttura un’eccellenza. A presentarcelo è l’amministratore delegato Francesco Rizzardo.
L’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza (TV) nasce nel gennaio 2004 come società a capitale misto pubblico-privato e progetto di sperimentazione gestionale della Regione Veneto. Accreditato con il servizio sanitario nazionale, oltre all’attività ambulatoriale e radiologica, ha come principali specializzazioni la riabilitazione cardiovascolare e polmonare, la riabilitazione di gravi cerebrolesioni acquisite e mielolesioni, la riabilitazione muscolo-scheletrica, la medicina generale e lungodegenza. Innovazione, tecnologia e multidisciplinarietà sono gli ingredienti che fanno di questa struttura un’eccellenza. A presentarcelo è l’amministratore delegato Francesco Rizzardo.
Qual è la peculiarità dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza?
Nodo di rete monospecialistico di riferimento regionale dal 2013 per la riabilitazione, l’Ospedale Riabilitativo elabora progetti riabilitativi individuali per tutti i pazienti con disabilità transitorie o permanenti ricoverati in modalità di degenza ordinaria o diurna. La Struttura ha aumentato la sua operatività, rispondendo a condizioni di disabilità con maggiori complessità grazie a risorse umane pluridisciplinari e tecnologiche dedicate di cui l’Ospedale è dotato. La qualità degli interventi riabilitativi infatti è migliorata anche grazie all’evoluzione tecnologica che ha investito il settore dispositivi medici. Impegnata sul tema della continuità assistenziale e orientata alle realtà territoriali, in questi anni la struttura ha ottenuto un formale riconoscimento del suo impegno mediante la costituzione del dipartimento interaziendale di riabilitazione con l’azienda Ulss 9 di Treviso.
Quali sono le fasi di un percorso riabilitativo?
Ciascun progetto riabilitativo viene predisposto da un team composto da professionisti con competenze differenziate nella cui concretizzazione l’assistito e la sua famiglia vengono coinvolti attivamente tenendo in considerazione le risorse a disposizione, le condizioni cliniche della persona, il suo potenziale di recupero, le sue necessità e quelle dei suoi familiari. Durante il percorso riabilitativo volto a reinserire l’assistito nel proprio ambiente quotidiano di vita e lavoro, possono prendere parte al team, oltre a professionisti interni alla struttura, anche figure professionali esterne, ad esempio il tecnico ortopedico, il mediatore linguistico e culturale, l’assistente sociale e altri medici. Alla conclusione del programma riabilitativo, con lo scopo di garantire la continuità assistenziale anche dopo la dimissione, il team può suggerire indagini che l’assistito dovrà effettuare nelle settimane successive alla dimissione. Qualora il caso specifico lo richieda viene attivata una dimissione protetta, condivisa con il medico di medicina generale, l’assistente sociale e altro personale del distretto sanitario di competenza.
Quanto è importante il contributo della tecnologia nella riabilitazione?
La riabilitazione è un’area della medicina che rispetto ad altre è ancora quasi esclusivamente dipendente dall’attività del fisioterapista. La tecnologia in questo ambito si affianca al lavoro dell’operatore con l’obiettivo di facilitare il recupero e la rieducazione funzionale per migliorare la qualità di vita del paziente. Un esempio di tecnologia a supporto dell’attività clinica in questo settore sono i sistemi robotici che consentono al paziente di effettuare sequenze di allenamento ripetitivo e all’operatore valutazioni qualitative e quantitative del progresso raggiunto. Anche la nostra struttura da maggio 2015 si è dotata di uno degli ultimi sistemi introdotti sul mercato nel campo della robotica per la neuro-riabilitazione: l’esoscheletro.
Ci descriva l’esoscheletro. Che valore aggiunto conferisce al progetto riabilitativo?
Il sistema di cui la struttura si è dotata è l’EKSO GT™, prodotto da una società californiana – Ekso Bionics Inc. – pioniera degli esoscheletri robotici indossabili e attualmente installato in una decina di centri in Italia. Il nostro sistema è stato il primo collaudato nel Triveneto a conferma di quanto l’ORAS sia attenta alle tecnologie d’avanguardia. Questo esoscheletro permette al paziente di alzarsi dalla posizione seduta e di camminare con l’ausilio di stampelle o deambulatore, fornendogli l’assistenza necessaria in base alle capacità del soggetto. Grazie al fatto che riproduce il cammino fisiologico, può favorire la rieducazione alla deambulazione attraverso il movimento del passo e la riorganizzazione neurologica, stimolando il circuito del cammino. Proprio per queste sue caratteristiche viene applicato nella riabilitazione di pazienti con lesione midollare, ictus e lesione cerebrale. Fondamentale per la valutazione degli outcome, è l’analisi del cammino effettuata prima e dopo il ciclo riabilitativo con l’esoscheletro, durante la quale l’equipe riabil itativa misura parametri quantitativi e qualitativi del cammino al fine di monitorare il raggiungimento degli obiettivi fissati nel progetto riabilitativo del singolo paziente. Oltre a quanto detto, il grande valore aggiunto di questo sistema è che favorisce la possibilità di effettuare l’attività riabilitativa e la rieducazione alla deambulazione nei contesti più vari, non soltanto nelle palestre o nelle stanze di degenza, ma anche nelle aree ricreative e nei giardini della struttura, grazie al fatto che la preparazione del paziente è rapida e che l’esoscheletro alimentato a batterie ricaricabili ha una buona autonomia di funzionamento.
Come viene gestito l’aspetto umano della riabilitazione?
La collaborazione tra unità operative e la condivisione dei servizi a supporto dei percorsi riabilitativi sono tra gli altri aspetti che caratterizzano l’attività di questa struttura, dove il paziente può partecipare a gruppi psicoeducazionali, tecniche di rilassamento, consulenze individuali e colloqui di sostegno individuali per sé e per i familiari.