MART: LA COSCIENZA DELL’ARTE
“La meraviglia è il seme da cui nasce la conoscenza”, così recita Francis Bacon. La frase viene riportata fedelmente in una brochure del Mart (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto) ad indicare come “l’arte e i suoi linguaggi rappresentano un elemento indispensabile per l’esperienza educativa in campo estetico, superano i limiti del quotidiano, generano stupore e permettono di aprirsi al mondo in maniera piena e profonda”. Nicoletta Boschiero, curatrice del Mart, ci parla della struttura.
Che cosa rappresenta il Mart?
Il progetto Mart nasce alla fine degli anni ‘80 per rispondere all’esigenza di dare vita a un polo museale funzionale che servisse a far conoscere l’arte moderna e contemporanea con un contenitore adeguato e simbolicamente preminente, ed inaugura nel dicembre del 2002. Il Mart non è un’istituzione rigida e schematicamente impostata, è il luogo dove si rendono “visibili” i processi di trasformazione della contemporaneità: dalla sua nascita ad oggi ha superato la concezione tradizionale di museo, avviando un processo pluridisciplinare della ricerca. Oltre a conservare il patrimonio storico-artistico, il museo valorizza e potenzia la collezione, ne incrementa lo studio attraverso l’attività espositiva ed editoriale ponendosi al centro dei processi di critica storica.
In che cosa si distingue in particolare dagli altri musei dedicati all’Arte Moderna e Contemporanea?
Sicuramente nell’archivio del ‘900 che comprende fondi documentari che ruotano attorno alla figura di Depero e del suo archivio, a costituire il Centro Studi del Futurismo, oltre ad altri fondi interessantissimi dedicati agli architetti attivi tra le due guerre, artisti e figure di spicco nel dibattito culturale del ‘900. Il materiale archivistico è spesso oggetto espositivo della permanente e di mostre monografiche. Il dipartimento educazione con la sua offerta di servizi, è inoltre il fiore all’occhiello del Mart.
Com’è articolato il Mart?
Il Mart ha tre sedi. Oltre a quella principale progettata da Mario Botta, Rovereto ospita anche la Casa d’arte futurista Depero che, riaperta dopo un lungo restauro nel 2009, ha mantenuto la sua fisionomia di piccolo gioiello nel cuore della città storica; mentre a Trento c’è la Galleria Civica, affidata al Mart nel 2012, rivolta in particolare all’ambito contemporaneo.
Come vengono selezionate le opere e gli autori da esporre?
L’attività espositiva, che prende spunto da idee del direttore o dei curatori, risponde a stimoli legati a ricorrenze, ricerche approfondite, figure di spicco nell’ambito del design e dell’architettura. In alcuni casi la cura è affidata a specialisti esterni coordinati dal direttore, oppure a curatori interni al Mart che evidenziano, attraverso l’esposizione di parte della collezione, i grandi processi culturali della nostra epoca. Uno dei punti di forza sono state le coproduzioni con altri musei italiani e stranieri. Nell’ultimo triennio abbiamo lavorato in particolare sulla collezione nel 2012 con la mostra “La magnifica ossessione” che presentava affiancati opere e documenti. Le esposizioni risultano essere uno dei volani più significativi per l’ampliamento dell’utenza. Nel 2013 l’esposizione “Altro ritratto” ha messo a confronto un artista come Antonello da Messina con ritratti contemporanei; in questo caso le due parti complementari della mostra sono state affidate rispettivamente a Ferdinando Bologna e a Jean-Luc Nancy. Attualmente la mostra dedicata alla I Guerra Mondiale in occasione del suo centenario è stata una scommessa che ha accostato studiosi della contemporaneità e storici. Il museo da sempre volge la sua attenzione ai grandi temi della modernità e alla sperimentazione.
Quali sono i progetti più rappresentativi del Mart?
Un occhio di riguardo è per il settore dell’architettura che è una delle caratteristiche inderogabili del Mart; nell’ultimo periodo mostre sono state dedicate a Alvaro Siza, Adalberto Libera. Il Mart custodisce un patrimonio archivistico e librario unico in Italia inerente le avanguardie verbo-visuali della seconda metà del Novecento, strettamente collegato con alcuni nuclei di opere d’arte conservate nelle collezioni del museo. Un progetto in corso d’opera è quello di creare un portale in rete che colleghi le raccolte, le renda disponibili, e all’interno del quale si possano trovare informazioni sul materiale conservato dai due musei, opere, libri e riviste d’artista, documenti e lettere. Il primo obiettivo è indirizzato alla conoscenza e alla valorizzazione di tali raccolte, ancor più se inserite in un’ottica di rete che coinvolga anche altri centri di ricerca e conservazione. Il secondo obiettivo è documentare la nascita dei fenomeni artistici verbovisuali partendo dalle prime sperimentazioni che risalgono all’inizio degli anni Sessanta per poi testimoniarne gli sviluppi successivi.
Mart e creatività: anche la struttura dell’edificio è particolare, ce la racconta?
Abitualmente il Mart è denominato “il museo senza facciata” perché il visitatore è accolto, quasi abbracciato, da una piazza che è luogo di incontro e scambio e che funziona da accesso non solo al museo, ma anche alla biblioteca civica, ad un auditorium e ad una caffetteria. Mancando il fronte architettonico e, in senso figurato, la facciata, nell’apparenza esteriore il Mart si presenta, seppur nella sontuosità architettonica, informale, a portata di mano, piacevolmente prossimo.
Il nostro Paese comprende appieno l’Arte Moderna e Contemporanea?
È necessario sapere come è cucinato un piatto, per apprezzarlo? Sapere come sono state effettuate le cuciture di un abito per indossarlo e compiacersene? Essere attratti dall’arte è paragonabile ad essere attratti dall’alta montagna o dal mare, dal cibo o dallo sport, credo sia necessario partire da un interesse di base. Se manca questo, mancherà l’interesse all’approfondimento, a capire di più, a conoscere. L’arte contemporanea talvolta è ostica, eppure può essere estremamente affascinante, perché contiene in sé un effetto sorpresa, un’identità poetica spiccata. Rimango del parere che spesso il segreto rimane nella presentazione: se tutto appare chiaro, realizzabile e facile, si è portati a domandarsi come mai nessuno ci abbia pensato prima.
Come si può avvicinare maggiormente il pubblico all’Arte Moderna e Contemporanea? Quali i progetti e le iniziative del Mart?
Oltre a visite guidate specifiche per il tipo di pubblico, in alcuni casi, come ad esempio recentemente in occasione del Giorno della memoria, dei “mediatori culturali” hanno intrattenuto il pubblico su un’opera di Christian Boltanski, ispirata alle persecuzioni del popolo ebraico nei campi nazisti. Nel caso di una mostra come “La guerra che verrà non è la prima”, che dura a lungo e che presenta un grande numero di opere, si affiancano continuamente eventi, workshop, incontri, concerti e pièces teatrali atte a catturare l’attenzione del pubblico. Il settore Comunicazione progetta e realizza molte attività rivolte a tutti i tipi di pubblico. Attraverso i social network (facebook, twitter, ma anche pinterest, tumblr, etc.) crea progetti ideati appositamente per queste piattaforme, per incontrare ed entrare in relazione con i giovani, che sono così stimolati a frequentare secondo altre modalità il mondo dell’arte, e non solo.
Secondo Lei l’Italia è un Paese creativo? Ci sono autori contemporanei italiani che stanno portando avanti idee e correnti nuove?
Penso proprio di sì. Anche se credo che la creatività come la moda sia destinata ad essere continuamente superata. Gli artisti che desidero nominare e che hanno recentemente lavorato al Mart con opere site specific sono Paco Cao e Paolo Ventura. Martí Guixé, designer di Barcellona, che ha progettato un “ripensamento” per la figura di Depero e la sua Casa d’arte futurista.
I progetti futuri del Mart?
In questo momento il Mart è in una fase di transizione dopo la fine del mandato di Cristiana Collu e in attesa del prossimo direttore: ci auguriamo tutti che abbia idee innovative e trascinanti.