Luca Badoer: sempre in pista per passione e professione

Luca Badoer: sempre in pista per passione e professione

Luca Badoer, trevigiano, classe ’71. Debutta nelle competizioni motoristiche all’età di 14 anni, vincendo due gare e classificandosi terzo nel Campionato Italiano Cadetti Kart. Dopo cinque stagioni di vittorie, passa alle monoposto di F3 nel Campionato Italiano del 1990: nella prima stagione vince la gara di Vallelunga e nel 1991 ne vince quattro, piazzandosi quarto su 50 concorrenti nella classifica tricolore.

“Seguivo con attenzione e passione la Formula 1 in TV assieme a mio padre già a 3 anni, prendendo da allora la ferma decisione di diventare pilota – ci racconta scherzando Luca – e così è stato, anche se ho potuto iniziare un po’ tardi rispetto alla media dei piloti perché fino ai miei 13 anni non c’erano piste vicino casa. Ma poi una volta partito è stata tutta una corsa in salita”. Infatti, il pilota trevigiano gareggiando inizialmente nella categoria Kart diventa presto campione regionale Veneto nella classe 100cc; poi nel 1986 arriva al primo podio del campionato nazionale nella stessa categoria, ripetendosi nel 1988 nella Super-10. In F3000 vince la categoria davanti a piloti che poi ritrova anche in F1: Montermini, Coulthard, Panis e Barrichello. “Si è capito presto che fisicamente ero predisposto a questo tipo di sport. E questa caratteristica mi ha permesso di andare avanti finchè alla fine non sono arrivato in Formula 1. Tra le gare più belle che ho fatto, ricordo in particolar modo quando ho vinto il campionato go kart, direi in modo quasi incredibile: per una serie di incidenti sono partito al 32° posto e, in due giri, non solo ho superato tutti ma ho tagliato per primo il traguardo! Altro ricordo indelebile: la vittoria del campionato in Formula 3000 (campionato di Formula 2), che mi ha proiettato poi in Formula Uno. E ovviamente lì nuove soddisfazioni di ogni genere: anche il sapere di aver contribuito allo sviluppo delle vetture che nei primi anni 2000 conquistavano mondiali uno di seguito all’altro”.

L’anno della definitiva consacrazione è il 1992, quando conquista nettamente il titolo intercontinentale di Formula 3000 con quattro vittorie e cinque pole position, “comunque è stata una strada difficile ed impegnativa che non mi ha permesso di abbassare mai la guardia – ammette Luca – in questo sport c’è molta competizione: ci provano in tanti e sono tutti ben determinati! Quindi, è molto difficoltoso non solo vincere ma anche far emergere le proprie potenzialità. Ogni gara che si vince, comunque, lascia un bel ricordo e regala soddisfazioni e nuova grinta”.

Arriva presto in Formula 1, dove disputa 35 Gran Premi, debuttando nel Gran Premio del Sudafrica del 1993 al volante di una Lola-Ferrari della Scuderia Italia. In seguito, nel 1998, diventa collaudatore Ferrari, ruolo che occupa fino al 2010. Luca torna in pista nel 2009 per sostituire l’infortunato Felipe Massa alla Ferrari: ha corso a Valencia e in Belgio. “Oggi continuo ancora ad essere in Ferrari: collaudo e testo le vetture stradali, che rappresentano un mercato in crescita per l’azienda di Maranello”.

Una competizione automobilistica è lunga e richiede molta concentrazione, Luca Badoer spiega quanto questa sia fondamentale e necessaria, “anche se è un aspetto soggettivo come lavorare per ottenerla e mantenerla. Sicuramente andando avanti nelle competizioni e nelle sfide progressivamente si impara a resistere allo stress. L’allenamento fisico, ad ogni modo, è determinante, ma come in numerosi sport. In particolar modo nell’automobilismo serve una grande preparazione atletica che permetta di governare la vettura. Indispensabili sono allenamenti specifici per rinforzare i muscoli del collo: infatti, il tratto cervicale del driver è sottoposto a sollecitazioni di tipo longitudinale (come ad esempio quando il baricentro del pilota si alza contro la forza di gravità per effetto dell’urto contro un cordolo) e soprattutto di tipo trasversale (per effetto di curve e brusche frenate). Inoltre, la massa del casco costituisce un ulteriore peso per la muscolatura del collo, la quale deve sopportare stimoli dell’ordine di 3-4 G”.

Parlando di tecnica e sviluppo, poi, Badoer spiega come sia cambiato moltissimo nelle vetture a partire dal semplice volante delle monoposto: “ai miei esordi col volante ci giravi le ruote, e al massimo chiamavi ai box… Ora è un vero computer, anche tanto sofisticato per me. E poi ogni azione che compie la vettura viene registrata grazie alla telemetria che emette anche le letture stradali e che migliora la sicurezza per il pilota”.

Infine, l’ex pilota di Formula 1 ci parla dei valori che uno sport come l’automobilismo lascia, “tenacia, coraggio e tanta passione! Ai giovani che vogliono avvicinarsi a questa disciplina io posso solo suggerire di crederci nonostante tutte le difficoltà. Sicuramente oggi è ancora più difficile rispetto a quando ho iniziato io. Eppure, la volontà e la grinta permettono il raggiungimento di qualsiasi sogno. Un giovane deve individuare chiaramente e serenamente, innanzitutto, gli obiettivi che vuole raggiungere”.