L’esplorazione come motore dello sviluppo economico
In Italia essere un imprenditore è un atto di fede, Giulio Barbieri nell’intervista la pensa così. Un’Italia ostruzionista va contro lo sviluppo economico e qui la voglia di esplorare non basta. Sicuramente il talento di un imprenditore sta nell’andare avanti nonostante tutto, cercando nuovi stimoli che lo portino oltre i limiti di questo Paese.
Che cosa è per Lei l’esplorazione?
È un aspetto della vita aziendale in cui l’imprenditore si deve porre come fa il curioso per riuscire a crescere rispetto a quello che già conosce. Nel nostro caso, infatti, lo sviluppo che abbiamo avuto sarebbe venuto meno se fosse mancato l’aspetto esplorativo.
Cosa c’è a monte della decisione di implementare una nuova linea di prodotto?
Per prima cosa è necessario fare una corretta analisi di dove si voglia portare l’azienda. Essendo il rischio una componente imprescindibile di cui un imprenditore si fa carico in un nuovo progetto, è fondamentale che l’esplorazione sia mirata al mercato che si vuole raggiungere cercando di non lasciare mai niente al caso e raccogliendo più informazioni possibili. Pertanto ogni reparto interessato deve essere riorganizzato e ogni singolo attore deve essere adeguatamente formato.
Voi producete gazebi, pensiline e coperture tessili per l’industria. E da qualche anno avete introdotto una nuova linea di prodotti abbinati al fotovoltaico. Quali sono i passaggi che vi hanno portato a questo risultato?
Da un’attenta analisi del mercato in cui operiamo, è emersa la precisa necessità di offrire prodotti tecnologicamente avanzati atti a servire il mercato crescente dei prodotti a ricarica elettrica. La nostra competenza nello specifico sulle strutture free standing ci ha permesso di creare soluzioni innovative. Per fare questo la catena del valore è stata questa: individuazione del bisogno, analisi delle specifiche esigenze dell’utilizzatore finale, inserimento di nuovo personale tecnico, creazione dei modelli definitivi attraverso il reparto di ricerca e sviluppo ed infine formazione della rete vendita che acquisisce le competenze per fare da consulente tecnico.
Qual è il nuovo prodotto?
La nuova linea di prodotto comprende tipologie diverse di stazioni di ricarica elettrica a km 0. Grazie alla tecnologia dei pannelli fotovoltaici, infatti, abbiamo creato soluzioni indipendenti per ricaricare le batterie delle auto, delle bici elettriche, dei portatili e dei telefonini. L’idea è stata tradotta esteticamente dal nostro architetto che ha creato prodotti di design perfettamente inseribili nell’arredo urbano delle nostre città. La nostra capacità di gestire prodotti free standing ad alte prestazioni, ci ha permesso di costruire prodotti facili e al contempo durevoli. La facilità di posa, oltretutto, rende il prodotto perfetto per chiunque ne abbia necessità.
Qual è il prodotto che va per la maggiore?
Il prodotto più venduto è quello che permette di ricaricare le batterie delle bici elettriche che sono oggi in grande espansione. Infatti, grazie ad una tecnologia e ad un costo più accessibile, le biciclette elettriche, a differenza delle auto, stanno conoscendo un periodo di grande espansione. Oggi, grazie a tutto questo, possiamo rivolgerci in particolare alle amministrazioni pubbliche offrendo loro un prodotto all’avanguardia e all’altezza degli standard richiesti. Il progetto è ancora in una fase start up, ma sono certo, visti i risultati, che a breve raccoglieremo tutti i frutti del nostro impegno.
Cosa significa essere imprenditore oggi?
In Italia oggi per essere imprenditori serve un grande atto di fede e tanta determinazione in quanto gli impedimenti e adempimenti burocratici rendono gli investimenti e il lavoro quotidiano estremamente difficili e mai certi. Lo stato oggi non è vicino all’imprenditore, che sempre più solo si fa carico di rilanciare l’economia attraverso iniziative personali che, di conseguenza, generano ricchezza e posti di lavoro, sostenendo la società e le famiglie. A volte l’impressione è che ci sia come un disegno occulto per far sì che l’imprenditore italiano non possa riuscire nel suo intento. Sono certo che se chi ci governa si preoccupasse realmente di fare leggi volte allo sviluppo dell’imprenditoria e non alla sua speculazione, oggi il comparto manifatturiero italiano non avrebbe nulla da invidiare a quello tedesco.
E cosa mi dice di Giulio Barbieri?
Da gennaio lascerò l’incarico di AD che darò a una persona di provata competenza. Questo mi consentirà di essere maggiormente imprenditore slegandomi dalle logiche quotidiane di gestione. Sono convinto che man mano che l’azienda cresce vadano trovate competenze sempre più tecniche a supporto della crescita e del business dell’azienda. Dal canto mio sarò sempre garante dello spirito imprenditoriale che vede l’uomo al centro dello sviluppo affinché questo sia eticamente, per lui, sostenibile.
Azienda, tecnologia e persone: come si sviluppa questo rapporto nella sua impresa?
La tecnologia è un aspetto molto importante nella mia azienda, ma mai preponderante anche perché credo che la tecnologia debba essere al servizio della persona e la persona deve essere in grado di utilizzarla. L’equilibrio delle cose è la soluzione migliore, come nella vita del resto.
Quanto il mercato estero può far bene all’Italia sia da un punto di vista economico che culturale?
Io direi che può fare molto bene, anche perché per ovvi motivi di opportunità, il mercato mondiale offre prospettive chiaramente molto più grandi rispetto al mercato nazionale. Noi italiani, se vogliamo fare bene, dobbiamo fare propria la cultura della pianificazione e dell’organizzazione. Lavorare nei mercati esteri significa non lasciare niente al caso e, se uniamo al metodo l’estrosità che da sempre ci contraddistingue, sono certo che il successo sarà assicurato.
La capacità di reinventarsi è un talento naturale oppure si impara?
Diciamo che un po’ di talento serve per reinventarsi. Oggi, con un mercato così competitivo, il solo talento non è più sufficiente e, visto che a mio parere l’imprenditore italiano è un po’ conservatore, lo sforzo per innovarsi deve essere di stimolo continuo per rimanere sempre in gioco.