LEGO: IL MATTONCINO CHE CONQUISTA IL MONDO

LEGO: IL MATTONCINO CHE CONQUISTA IL MONDO

Gli ultimi dati raccolti durante la Spielwarenmesse® 2015 riconfermano il trend positivo dei giochi da costruzione LEGO, che sono tra i giochi preferiti non solo dai bambini ma anche dai genitori e che rappresentano da sempre un’icona per ogni generazione, anche nell’era digitale. Creatività e innovazione sono un binomio vincente anche per la nota azienda di giocattoli. A parlarci del mondo LEGO è Roberto Corbellini, Consumer Marketing Manager di LEGO Italia.

Innanzitutto parliamo di LEGO nel mondo: “La filosofia LEGO è intrinseca nel modo in cui LEGO opera, nei suoi prodotti, storie e comunicazione. È senza dubbio qualcosa che si respira nell’aria piuttosto che un proclamo o uno slogan e viene trasmessa a tutti i dipendenti attraverso un modello chiamato ‘LEGO Brand Framerwork’, che riassume il DNA LEGO in termini di mission (Inspire and develop the builders of tomorrow), vision (Inventing the future of play), promesse (a persone che lavorano per LEGO, ai nostri partner, al pianeta in cui operiamo e ai nostri piccoli consumatori), spirito (Only the best is good enough) e valori. Questo è lo stile LEGO, che spesso non è solo una guida di business ma anche una guida comportamentale. Quando questo sistema di valori è stato messo da parte LEGO ha attraversato momenti di difficoltà, dai quali si è ripresa ritornando fedele alla sua tradizione ed essenza”.

Non a caso da ricerche emerge che in media ogni abitante della Terra ne possiede 80 pezzi, che si tramandano di padre in figlio. “Un pensiero progettuale che da 80 anni si tramanda di generazione in generazione, al punto che il 27% dei bimbi che ora gioca con i LEGO li ha ereditati da mamma e papà, che a loro volta ne acquistano mediamente di più rispetto alle altre famiglie”.

Il gruppo di Billund oggi è il numero uno in Europa e tra i big mondiali nei giocattoli, con una crescita che non conosce crisi: la LEGO ancora nel 2012 produceva 19 miliardi di elementi, aumentando i propri ricavi del 25 per cento, quasi il triplo delle vendite del 2007.

Anche in Italia la LEGO è leader di vendite: il settore giocattoli in Italia resiste alla crisi come ha sottolineato Assogiocattoli. “Anche quest’anno la Fiera del Giocattolo di Norimberga si è confermata uno degli appuntamenti più importanti per incontrare clienti, partner e per confrontarsi con gli altri player del giocattolo a livello globale. Per tutta la durata della Fiera abbiamo avuto un costante grande afflusso di visitatori nell’area LEGO a testimonianza del momento positivo che stiamo vivendo: una conferma del grande interesse, curiosità per il mondo LEGO e fiducia per le performance che potrà portare nel corso dell’anno”.

LEGO è famosa soprattutto in termini di comunicazione, sia sul digitale ma anche attraverso eventi sul territorio… “L’esperienza di gioco attivo con i bambini è lo strumento di marketing più efficace che possiamo utilizzare poiché ci consente di far provare la vera esperienza di gioco LEGO. Ogni anno organizziamo molti eventi per i bambini e partecipiamo a diverse fiere del giocattolo e, in ottica di partnership, stiamo lavorando in modo sempre più sinergico con partner come Warner Bros e Disney, cercando di ottenere il massimo dalle competenze chiave di ciascun partner”.

La creatività in casa LEGO: “L’immaginazione è l’unico limite. È da sempre la filosofia della mitica LEGO! Ed è vero. Cinque parchi giochi a tema sparsi per il mondo, 10.000 dipendenti e milioni di pezzi prodotti ogni anno: sono numeri che parlano da soli testimonianza di come la casa sia riuscita a reiventarsi nel tempo e a crescere, innovando pur restando se stessi”.

La creatività come condivisione seria dei LEGO: Lego Serious Play. “A metà degli anni ’90 è stata creata Executive Discovery, un’azienda dedicata alla commercializzazione di Lego Serious Play (LSP): una linea mirata alle aziende, con l’intento iniziale di consentire ai manager di ‘descrivere, creare e sfidare la sua visione del business’. Per far ciò, il team Bart Victor e Johan Roos, insieme al designer LEGO Paul H. Howells, a Robert Rasmussen della LEGO Company, e al Professor Dave Owens (Business Strategy and Innovation), hanno lavorato per sviluppare dei set specifici, che supportino gli staff meetings, con attività ludico ricreative individuali e di gruppo, spesso orientate al team building”.

LSP ha lo scopo di riunire attorno a un tavolo persone che lavorano nella stessa organizzazione, o di diverse organizzazioni ma che stanno per affrontare progetti comuni, per aiutarle a chiarire gli obiettivi strategici e creare un team che condivida identità e valori. Nei workshop LSP si innesca un processo collaborativo a prescindere dal ruolo e dalle competenze dei partecipanti: la condivisione delle conoscenze e degli obiettivi agisce come fattore motivazionale sui singoli e sul gruppo, mentre il modo in cui si attivano aree del cervello attraverso la manipolazione dei mattoncini fa emergere idee innovative. È un metodo che ha come valore aggiunto il fatto di poter creare soluzioni condivise, dal basso, attraverso un approccio collaborativo, innovativo, fantasioso e anche divertente.

L’approccio LSP parte dalla constatazione che l’esperienza di gioco LEGO è intrinsecamente legata alla creatività: da sempre i piccoli di numerosi Paesi del mondo hanno creato ambientazioni e universi con i famosi mattoncini di plastica, arrivando a immaginare e creare oggetti e scenari personalizzati, slegati dallo schema iniziale dei kit di partenza. Perché “è proprio il giocare con i mattoncini che stimola fisiologicamente il pensiero creativo, e a qualunque età e in qualsiasi ambito. Su questa constatazione è nato un approccio al brainstorming di gruppo (e non solo) basato sull’utilizzo di kit specifici di mattoncini, che prende il significativo nome di Lego Serious Play (LSP)”.

In una sua recente intervista un facilitatore Lego Serious Play spiegava come esista una relazione fra mani e cervello e sfruttando queste connessioni neurali attraverso la costruzione materiale di un artefatto, che stimola simultaneamente mani e cervello, è possibile sollecitare il pensiero creativo.

Nella pratica, come funziona un workshop LSP? I partecipanti vengono guidati da un “facilitatore” in una serie di attività di costruzione e narrazione: si iniziano a costruire modelli individuali, definiti in base agli obiettivi del workshop, che saranno poi condivisi con i partecipanti. Attraverso vari esercizi si arriva alla costruzione di un modello condiviso, o di scenari complessi, che aiutano a riposizionare il ruolo di ciascuno o dell’organizzazione e a determinare le priorità e le aree strategicamente forti e quelle migliorabili. Attraverso gli esercizi e il gioco si prendono decisioni operative e si definiscono priorità. Tutti i partecipanti sono direttamente coinvolti nelle dinamiche di negoziazione e di definizione di strategie e idee.