L’ECONOMIA VERDE DELLA RIPRESA

L’ECONOMIA VERDE DELLA RIPRESA

Fra i vocaboli creati dalla società contemporanea durante l’ultima rivoluzione socio-industriale il termine green economy è sicuramente uno di quelli che ha acquistato maggiore importanza e notorietà soprattutto grazie ad internet, canale di comunicazione mediatica per eccellenza di questo secolo. Ma cos’è esattamente l’ “economia verde”? Secondo l’UNEP (United Nations Environment Programme), la green economy è un’economia “che produce miglioramenti del benessere umano e dell’equità sociale, riducendo, nel contempo, i rischi ambientali ed ecologici”. L’economia mondiale sta lentamente uscendo dalla recente crisi finanziaria globale, anche per mezzo di questo nuovo slancio green. Tuttavia, la ripresa non è stata uguale per tutti.

La crisi finanziaria americana del 2008 ha creato in molti Paesi e, in generale, nella loro cultura ecologista la consapevolezza che il modello di sviluppo economico corrente dovesse essere rivisto. Il primo a parlare e a investire nella green economy, infatti, è stato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che già nel 2009, per far fronte al periodo di recessione dell’economia americana, sostenne una serie di misure anche imprenditoriali, pubbliche e private, per dare un forte impulso allo sviluppo della economia verde. Si trattava di lanciare un nuovo modello di sviluppo che contrastava l’imperante modello economico “nero” (black economy) basato sui combustibili fossili, come il carbone e il petrolio. Oggi lo sviluppo sostenibile non si presenta più come una delle scelte possibili per la tutela dell’ambiente e del rilancio economico: in realtà è “l’unico modello attuabile nel breve e lungo periodo”. L’economia sostenibile è considerata dagli esperti del settore come l’unica via percorribile per uscire dalla crisi che stiamo attraversando.

L’Italia, anch’essa colpita dalla crisi congiunturale, sta vivendo in questi anni una fase di grandi trasformazioni e la green economy e i green jobs ci proiettano in un nuovo futuro. All’interno di tutto questo movimento che spinge verso l’economia verde, sostenuto anche da importanti istituzioni internazionali, l’Italia non è rimasta indietro rispetto agli altri. Anzi, nel nostro Paese il giro d’affari legato al settore del verde supera i 40 miliardi di euro: 33,5 dal settore delle green technologies (che ingloba sostanzialmente il settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica) e 9,5 dal settore del riciclo. In Italia si può parlare senz’altro di numeri positivi e incoraggianti: abbiamo già superato l’obiettivo europeo del 20% di consumo da fonti energetiche rinnovabili (attualmente siamo al 24,8%) secondo il rapporto Ires 2013) e siamo tra i leader mondiali assoluti nella produzione di inverter per pannelli.

Negli ultimi due anni, non a caso, il nostro Paese ha cercato di accelerare le riforme strutturali, di mettere la finanza pubblica su un nuovo binario, di modernizzare la propria economia e di rilanciare lo sviluppo e la competitività. Infatti, in questo secolo le sfide future per l’Italia sono anche le opportunità offerte globalmente per la realizzazione di un sistema economico maggiormente sostenibile.

In particolare una serie di iniziative adottate negli ultimi anni in favore dell’ambiente hanno contribuito a ridurre l’uso dei materiali e dell’energia, a migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua e in generale dell’ecosistema. Eppure questi miglioramenti non sono ancora del tutto sufficienti: secondo alcuni sondaggi nel nostro Paese la qualità ambientale è ancora poco
soddisfacente rispetto al resto d’Europa. Anche se esistono delle differenziazioni regionali tipiche del nostro Paese e quindi sarebbe opportuno fare delle distinzioni. In generale, anche la politica ambientale italiana si evidenzia come priva di visione programmatica a lungo termine, anzi si presenta frammentaria e spesso determinata da misure di emergenza. Tutto questo, quindi, genera incertezza. Una nuova visione politica e nuove riforme sarebbero auspicabili e necessarie per rendere il sistema di gestione ambientale più coerente ed efficace, e soprattutto per cogliere le reali opportunità della green economy: tra queste una riforma fiscale ambientale globale.

Ad ogni modo anche in Italia la costituzione di opportunità di green economy ha portato, come conseguenza, allo sviluppo e all’implementazione delle green technology, nata per dare un indirizzo dell’economia della conoscenza nella direzione della sostenibilità ecologica. Essa ha permesso notevoli progressi in diversi settori: dallo sviluppo della produzione di elettricità da fonti rinnovabili, alle innovazioni che consentono forti risparmi di energia nelle abitazioni e nell’industria, fino alla raggiunta capacità di riciclo di tutti i tipi di rifiuti. Quindi, anche in Italia si sta assistendo all’incremento di nuovi sistemi e, di conseguenza, strutture organizzative dedicati alla sostenibilità. Infine, forte è diventata anche l’implementazione alle best practice cosiddette green soprattutto da parte dell’impresa per rendere il tema un possibile punto di forza da spendere sul mercato.