LAVORARE CON IT E ICT
Negli uffici amministrativi e finanziari delle aziende è in corso una vera e propria trasformazione: i responsabili di queste aree hanno un ruolo sempre più decisivo nella definizione della strategia aziendale. Ne parliamo con Maria Cristina Zamburlini, che a inizi 2015 ha fatto ingresso in Eurosystem come nuova responsabile amministrativa e finanziaria, a coronamento di un progetto di crescita che ha visto l’azienda diventare una SpA e avviare un piano di business triennale certificato dalla multinazionale PwC.
Maria Cristina, raccontaci qualcosa di te. Qual è il tuo percorso professionale?
La mia carriera professionale è iniziata come contabile/responsabile amministrativa in una cooperativa di progettazione e sin da allora mi sono sentita molto a mio agio in tale ruolo. Alcuni anni dopo ho partecipato quasi per gioco a un concorso presso la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, sono stata subito selezionata per una sede piuttosto prestigiosa e lì ho iniziato la mia carriera in ambito bancario. In Cassa di Risparmio ho fatto la classica “gavetta”, specializzandomi nella gestione dei rapporti con le imprese e nella direzione di gruppi di lavoro. Nel 2009 ho ricevuto un’interessante offerta da un gruppo di società di ingegneria che cercava un Responsabile Finanziario oltre che Amministrativo e sono tornata a fare il lavoro che da sempre mi ha appassionata di più.
Cosa ti ha portato al cambiamento? Quali nuovi obiettivi hai oggi in Eurosystem?
La realtà in cui ero inserita ha cominciato ad andarmi stretta nel momento in cui, anche a seguito di cambiamenti macro economici, non sono più riuscita a condividere le scelte aziendali e l’impostazione della gestione finanziaria. Eurosystem mi ha colpito già a una prima lettura della presentazione aziendale, ne ho condiviso da subito la mission. È un’azienda che cavalca il mercato con grinta, ma allo stesso tempo con una forte attenzione green e sociale. Ho quindi deciso di partecipare attivamente alla trasformazione aziendale in atto con l’obiettivo di diventare un riferimento per la necessaria coesione delle risorse umane provenienti dalle 5 realtà precedenti, e costruire un efficiente centro di gestione amministrativa e pianificazione finanziaria per la nuova società.
La tua è un’esperienza duplice, da una parte la banca e dall’altra l’azienda: come si è evoluto secondo te il rapporto tra queste due entità negli anni?
Ho lavorato in istituti di credito per 18 anni e il rapporto banca-azienda in questo arco di tempo si è radicalmente trasformato. Vent’anni fa l’imprenditore si rivolgeva alla banca chiedendo consigli, trovando anche risposte e ampia disponibilità. Il Direttore conosceva tutti i propri clienti e condivideva con gli stessi il rischio d’impresa. Una decina d’anni fa c’è stato un forte cambio di rotta difronte a un tessuto imprenditoriale impreparato. Io al tempo ero gestore della piccola impresa e ho vissuto questo cambiamento in prima persona. Le banche hanno cominciato a chiedere bilanci, business plan, report quando le aziende di piccole, ma anche medie dimensioni, non erano ancora attrezzate. Ora il dialogo banca-impresa sta trovando un equilibrio, l’imprenditore sa che deve presentarsi con un progetto e con un piano temporale di copertura dello stesso; certo è venuto a mancare quel valore aggiunto di reciproca conoscenza/fiducia che nel passato è stato alla base anche di iniziative imprenditoriali di successo.
Cosa le banche potrebbero fare di più per le aziende?
Dovrebbero avere tempi di risposta più rapidi e maggiore elasticità nel calcolo del rating che spesso le ingessa per quanto riguarda le condizioni applicate e la concedibilità di credito. Inoltre, a livello costi, considerato che le aziende ormai gestiscono online tutta l’operatività, dovrebbero abbassare le commissioni sulla movimentazione ed essere parte integrante dell’attività aziendale.
Come stanno cambiando le tematiche finanziare per le aziende?
Diciamo che ora i finanziamenti sono più mirati, le banche finanziano investimenti che sono anche progetti e, solo marginalmente, carenze di liquidità, quest’ultime limitate a esigenze di rotazione del magazzino o ad agevolazioni per pagamento di imposte. In passato, invece, spesso era la banca a proporre un finanziamento anche in assenza di domanda da parte delle aziende.
Una recente ricerca di Oracle e Accenture – “The CFO as Catalyst for Change” – ha stabilito che c’è un aumento della responsabilità dei direttori amministrativi/finanziari nella definizione della strategia aziendale: è vero secondo te? In cosa consisterebbe questo aumento di responsabilità?
La figura del “ragioniere” inteso come mero contabile sta scomparendo, ora al responsabile amministrativo si chiedono conoscenze più ampie in ambito finanziario ma spesso anche di gestione delle risorse umane. La governance aziendale è più concentrata su strategie di mercato demandando al responsabile amministrativo sia la scelta dei mezzi finanziari più consoni con obiettivi di risparmio in termini di oneri finanziari, che una forte partecipazione nel controllo di gestione al fine di armonizzare il rapporto tra scelte produttive e risorse finanziarie. Io stessa, in questa esperienza come nella precedente, oltre a essere responsabile della correttezza dei dati di bilancio, mi trovo a dialogare con le banche per scelte di tipo finanziario e con il consulente del lavoro per le problematiche relative al personale.
A proposito di “obiettivi di risparmio”, molto spesso il responsabile finanziario viene visto come qualcuno che frena gli investimenti: di cosa c’è bisogno affinché questo ruolo possa diventare, e di conseguenza essere visto, come risorsa strategica per la crescita aziendale?
Il responsabile finanziario dovrebbe essere sempre a conoscenza degli obiettivi della proprietà, solo così questa figura può diventare davvero quella di un abile consigliere e si può evitare di creare una spaccatura tra chi vuole investire e chi ha in mano il polso della situazione finanziaria.
L’uso della tecnologia nella gestione dei costi: quale valore aggiunge?
Sicuramente un’adeguata tecnologia ha un impatto determinante per una realizzazione efficace ed efficiente delle funzioni amministrativo/finanziarie e del controllo di gestione. Ho avuto precedenti esperienze, meno positive di quest’ultima in Eurosystem, in cui i software gestionali costituivano spesso un collo di bottiglia anziché agevolare gli operatori, o comunque non erano in grado di dare le necessarie risposte con la precisione richiesta. Ora in Eurosystem è tutto diverso, ho a disposizione una serie di strumenti di forte supporto all’azione amministrativa e che rendono agevole la valutazione e gestione strategica dei costi, la pianificazione delle risorse finanziarie, la conoscenza precisa della dinamica economica aziendale. Strumenti quindi che permettono di gestire l’azienda non solo in un’ottica di risparmio e contenimento dei costi, ma soprattutto di crescita.