L’amministrazione “intelligente” del personale

L’amministrazione “intelligente” del personale

Nella pratica professionale ci siamo interessati alla BI per disegnare con le aziende clienti le strategie operative, che in questo caso utilizzano le risorse tecnologiche prodotte da uno strumento in grado di collezionare ed approfondire informazioni utili a determinare un processo migliorativo e/o decisionale su organizzazione e gestione dell’azienda. La BI si propone anche come sistema di ricerca fra varie informazioni, con la possibilità di trasformare il dato sintetico in analitico, permettendo un notevole incrocio di dati. In Italia questo strumento è conosciuto per le analisi del comparto vendite e promozione del prodotto, un po’ meno nel campo dell’amministrazione del personale. In quest’ultimo ambito, già per motivi gestionali, nonché per il rispetto di tutti gli adempimenti periodici che la legislazione impone, la raccolta dei dati risulta una componente in parte soddisfatta dall’uso di software gestionali per l’elaborazione del cedolino paga. Invero, proprio in questa fase, si determinano molti dati che potrebbero acquistare valore, in tema di BI, se opportunamente trattati ed esaminati.

Inoltre, è importante l’aspetto visivo che risulta dall’analisi effettuata (grafici, e tabelle dinamiche) utile a rendere più facile l’individuazione dei casi di studio. Ma al di là di ciò, la differenza fra semplice uso di BI e strategico sfruttamento pare focalizzarsi in considerazione dell’utente che ne carpisce le notizie e, soprattutto, individua, sulla scorta della prima, la successiva teoria che, trasportata in pratica, ne svelerà, tramite altra indagine, l’efficacia.

In un ordinamento come il nostro, ove la contrattazione collettiva svolge un ruolo molto importante nel settore dell’amministrazione del personale, il consulente attento utilizza la BI per investire nell’applicazione di innovativi contratti c.d. di secondo livello. L’esempio più eclatante è l’assegnazione di premi di risultato e/o produttività, a seconda di obiettivi previamente studiati e prefissati rispetto una politica aziendale personalizzata considerando le diverse caratteristiche del singolo lavoratore. Infatti, la BI, non si consta solo nella conosciuta previsione di un risultato e conseguente premio al suo raggiungimento, quanto piuttosto nell’intervento attivo dell’insieme del personale all’interno del sistema decisionale e strategico tramite proposte ed eventuali idee innovative, verso le quali i lavoratori vengono spronati da un previo esame delle potenziali peculiarità che ognuno di loro potrebbe possedere, in ragione di una diversa iniziativa che non riflette soltanto su qualifica e mansioni a cui sono adibiti.

Nei casi di studio ove si è scelto di muoversi in questo senso, la partecipazione dei dipendenti in politiche aziendali migliorative ha reso i lavoratori più motivati e anche maggiormente performanti. Si tratta dell’applicazione dell’analisi di determinate informazioni (derivanti dall’uso di BI) verso una corretta gestione e verso il rinnovamento di modelli organizzativi. Questi sono esempi, ma gli utilizzi virtuosi degli output di BI sono infiniti.

Considerando che gli studiosi in materia concordano sul fatto che la corretta gestione delle risorse umane è il migliore ingrediente per il successo di un’azienda, stupisce lo scarso ricorso alla BI applicata all’amministrazione del personale.

Non è necessario saper masticare tutti i termini del settore, ciò che basta è riconoscere che la tecnologia può offrire molte possibilità e che, se queste permettono lo sviluppo e la crescita del personale di un’azienda, che senz’altro può rappresentarne la risorsa più importante, se ne potrebbero sfruttare le potenzialità nell’ottica di una politica di innovazione che richiede molto meno dispendio di denaro contro l’avvalersi di intelligenza.