La ninfea. Il fiore galleggiante  che decora i nostri laghetti

La ninfea. Il fiore galleggiante che decora i nostri laghetti

Per gli antichi greci rappresentava l’amore platonico, in Oriente simboleggia l’alba e l’arrivo del sole, in Occidente è sinonimo di purezza e ammirazione. Stiamo parlando della ninfea, un fiore profumato molto amato e conosciuto, un raggio di sole all’interno del nostro giardino aziendale.

Voglio dedicare questo articolo alle aziende che hanno la fortuna di avere un laghetto artificiale annesso alla fabbrica, gradevole per rilassarsi nelle pause di lavoro, e che aiuta l’ambiente (soprattutto gli uccelli ma tutti gli animali in genere), già messo a dura prova dalle costruzioni industriali, a rigenerarsi.
Così posso scrivere su una delle piante preferite per decorare gli specchi d’acqua: la Ninfea.

La Ninfea è un meraviglioso fiore acquatico, molto grande e decorativo e che non richiede cure eccessive. Tutta la pianta si sviluppa completamente sommersa, le radici rizomatose affondano nel terreno. I fusti sono lunghi quanto è profonda l’acqua, le foglie si sviluppano sott’acqua per poi galleggiare quando raggiungono la superficie. I fiori sono di svariati colori: bianco, giallo, rosa, rosso, viola, in tutte le gradazioni. La maggior parte delle specie sboccia all’alba per richiudersi al tramonto. Fiorisce da maggio a settembre.
In Oriente simboleggia l’arrivo del sole. Nel linguaggio dei fiori significa purezza e castità, ma anche ammirazione. Per gli antichi greci era il simbolo dell’amore platonico, la consideravano una pianta antiafrodisiaca.

Ho trovato una leggenda, che riporto:
Una Ninfa bellissima viveva presso un lago, un raggio di sole la vide e si innamorò perdutamente di lei, scese dal cielo e le si avvicinò. Il raggio era vestito con un abito tutto d’oro e la Ninfa si vergognò del suo semplice abbigliamento. Sentendosi mortificata scese in fondo al lago, dove sapeva essere nascosto un immenso tesoro, per vestirsi anch’essa d’oro.
La Ninfa raccolse l’oro dal fondo del lago, ma era così pesante che la trascinò giù. Sprofondò e fu ricoperta dal fango, solamente le sue mani piene d’oro rimasero visibili. Il raggio cercò a lungo la sua amata Ninfa, ma di lei rimanevano solo le sue mani trasformate in bellissimi fiori, che si aprivano quando lui sorgeva e si richiudevano quando tramontava.

Per fiorire la Ninfea ha bisogno di posizione soleggiata e temperature abbastanza alte (20/25 gradi). Serve sufficiente spazio, fiori e foglie arrivano a coprire anche un metro e mezzo di superficie. Fiorisce da maggio a settembre e la fioritura è direttamente proporzionale alle ore di sole. La messa a dimora va fatta sott’acqua, tra aprile e maggio. Le nuove piantine si ricavano tagliando i rizomi dalla pianta madre, facendo attenzione a conservare una gemma per ogni rizoma. I rizomi vanno interrati in vasi forati pieni di terriccio argilloso mescolato a sabbia e reso fertile con letame. In commercio si trovano già pronte, predisposte in pratici contenitori. Trattandosi di laghetti artificiali i contenitori andranno sistemati in punti profondi almeno mezzo metro ma non più di due metri, zavorrando con dei sassi per ancorare il cestino al fondo dello specchio d’acqua.

La coltivazione non è difficile, la Ninfea è una pianta rustica che sopravvive anche al freddo, sempre che l’acqua non geli completamente. A fine stagione andrà in letargo nel fondo. Per le cure annuali sarà sufficiente l’eliminazione di foglie e fiori che stanno marcendo la potatura se la pianta diventa troppo invadente. Non ha neanche parassiti, a parte raramente gli afidi che è possibile combattere lavando le foglie con un getto d’acqua fino a staccare i pidocchietti e, se necessario, “annegandoli” con una rete che tenga le foglie sott’acqua per qualche giorno.

Innaffiature: può sembrare strano parlare di innaffiare le piante acquatiche, ma in caso di estate troppo calda la temperatura dell’acqua può diventare eccessiva causando evaporazione; sarà quindi necessario ripristinare l’equilibrio del laghetto. Se usiamo acqua con cloro bisognerà lasciarla depositare qualche giorno.
Per finire: stiamo attenti alle zanzare, l’acqua stagnante è il loro regno. Non usiamo veleni, sono sufficienti dei pesciolini per eliminare il problema!