IMA – I Big Data come strategia per il controllo finanziario, produttivo e commerciale

IMA – I Big Data come strategia per il controllo finanziario, produttivo e commerciale

Data Scientist: una figura sempre più importante per l’azienda

L’azienda bolognese IMA SpA, leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche, già da tempo utilizza i Big Data per rendere più efficienti i processi e le strategie. In questo ambito le persone qualificate sono importanti e le nuove figure, come i Data Scientist, stanno prendendo sempre più piede: la stessa azienda recentemente ne ha assunta una. Negli ultimi anni si è spostato il profilo professionale richiesto nell’ambito IT: diminuiscono, infatti, le necessità di tecnici informatici o sviluppatori software e continuano ad aumentare le figure a supporto dell’analisi dei processi e dei dati.

5.700 dipendenti, 45 siti produttivi, 80 paesi coperti dalla rete di vendita. La quantità di dati che IMA tratta sarà decisamente elevata…
Sicuramente. La strategia di IMA è sempre stata quella di identificare una corretta governance dei sistemi informativi e dei dati, considerando l’esigenza di centralizzare e far circolare l’informazione necessaria in modo efficiente e sicuro. Questo ha richiesto la massima attenzione nei vari momenti di raccolta e gestione dei dati provenienti da qualunque fonte, sia interna che esterna all’azienda.

Qual è l’area aziendale che più beneficia dell’utilizzo dei Big Data? Ci faccia un esempio concreto.
Per noi i Big Data non sono una novità introdotta dall’industria 4.0 e dall’IoT. Premesso che nella nostra filosofia tutte le aree aziendali sono fortemente connesse, come le parti di un organismo, e che questa visione è la forza di IMA, attualmente l’area aziendale che usufruisce dei maggiori benefici del capitale di dati e della capacità di elaborazione è quella del controlling finanziario e produttivo. È infatti un’area che viene supportata dall’analisi dei Big Data per le scelte tattiche e strategiche, previsionali e di consuntivo. In seconda posizione abbiamo l’area commerciale: da anni raccogliamo dati anche destrutturati relativi ai nostri mercati di riferimento e ai nostri clienti/competitor. Le nuove tecnologie a supporto dell’analisi dei Big Data ci consentono di ottenere, dai sistemi, informazioni che nessun occhio umano, anche esperto, sarebbe in grado di estrapolare. Considerazioni speciali merita la nascita di IMA Digital, che testimonia il processo di digital trasformation del gruppo IMA a cui stiamo dedicando molte risorse.

Quanto l’aspetto normativo (il GDPR è in prima linea!) incide sull’uso efficiente dei dati raccolti?
L’adeguamento al nuovo regolamento ha richiesto un’impegnativa attività organizzativa e di compliance interna, ancora in corso. L’obiettivo era migliorare la formalizzazione di quanto già non facessimo in ottemperanza alle precedenti normative o best practice: questo non ha inciso su scelte tecnologiche e/o sull’uso efficiente dei dati raccolti. IMA non utilizza nei suoi modelli di analisi dati personali; le informazioni di maggiore valore sono gestite il più possibile in modo spersonalizzato. Non vogliamo che gli strumenti della società dell’informazione, fondamentali per competere, alterino la filosofia di IMA, basata sul rispetto e sulla libertà della persona.

La mole di dati e il suo utilizzo funzionale alle varie aree dell’azienda è diventato un aspetto strategico per le imprese, da implementare sia dal punto di vista tecnologico che di risorse umane. Quali sono in percentuale gli investimenti in queste due direzioni?
Per quanto riguarda gli investimenti in tecnologia, sicuramente abbiamo avuto un incremento in termini assoluti, ma non in termini percentuali. L’incremento dei volumi viene compensato con la riduzione dei costi per unità di volume che la tecnologia continua a fornirci. Anche sugli strumenti di analisi non abbiamo avuto impatti percentuali sui nostri investimenti. Sul fronte risorse umane, si è spostato il profilo professionale richiesto alla nostra struttura IT, al fine di essere in grado di supportare le nuove richieste provenienti dal business. Diminuiscono, infatti, le necessità di tecnici informatici o sviluppatori software e continuano ad aumentare le figure a supporto dell’analisi dei processi e dei dati. Anche in IMA hanno fatto ingresso di recente i Data Scientist.

Quali sono le caratteristiche che deve avere una risorsa dedicata all’analisi dei dati? È una figura facilmente reperibile sul mercato?
No, non è affatto facile trovare queste figure sul mercato, ma per il momento non è stato necessario ricercare e introdurre in organico figure di alto profilo e di alto costo, abbiamo e stiamo collaborando con Istituti di Ricerca Universitari (italiani ed esteri) con i quali abbiamo solide partnership pluriennali. Grazie a questo approccio abbiamo trovato tra i neolaureati o neo masterizzati alcune figure di alto potenziale a costi contenuti. Abbiamo preferito fare un investimento nel medio periodo, cercando di far crescere questi giovani talentuosi all’interno della nostra azienda con percorsi esperienziali ad hoc.

Ci racconta di un caso reale in cui sono stati evidenti i vantaggi derivati dall’uso dei Big Data?
A titolo esemplificativo posso portare un piccolo esempio di beneficio ottenuto attraverso l’utilizzo di queste tecnologie in ambito industria 4.0. Attraverso la sensorizzazione e la relativa raccolta dei dati relativi alle vibrazioni meccaniche di un componente critico, presente in alcune nostre macchine, e aggiungendo a questi dati altre informazioni, siamo riusciti ad ottenere un modello statistico predittivo in grado di correlare l’usura del componente meccanico con l’efficienza produttiva della macchina. Naturalmente è solo uno esempio fra le diverse possibilità di applicazione che abbiamo sui nostri impianti, proprio per suggerire in modo preventivo le azioni correttive di funzionamento operativo (immediate per l’operatore di macchina), le azioni manutentive (per i responsabili della manutenzione) e le attività migliorative (per i responsabili della progettazione).

Nel futuro, come immagina lo sviluppo dei Big Data? In particolare, in quali altre aree della vostra azienda?
La riduzione di costi per unità di volume che la tecnologia continua a garantire e la disponibilità di strumenti, come sensori e sistemi informatici, in grado di produrre sempre più dati a costi sempre più bassi, porterà con certezza alla crescita esponenziale delle informazioni a disposizione delle aziende. La priorità è certamente quella di proseguire con una raccolta sempre più ampia dei dati tecnici di funzionamento di macchine e impianti. Senza abbandonare la nostra identità di innovatori e produttori di tecnologia, vorremmo perseguire una logica di servitization, poter fornire ai clienti interessati analisi real time del funzionamento delle nostre tecnologie e garantire quindi efficienze operative sempre più sfidanti. Altro punto importante è quello relativo alla raccolta ed analisi dei dati provenienti dalla nostra supply chain integrata. La quantità di informazioni disponibili è potenzialmente enorme e potrebbe consentirci di monitorare processi di approvvigionamento estremamente strategici, anticipando situazioni di crisi o inefficienza che oggi sono affrontate solo in modo reattivo, esclusivamente da personale dedicato che deve conoscere molto bene le nostre realtà logistico produttive.