IL NORD EST STORICO E MANAGERIALE: 400 ANNI DI INDUSTRIA

IL NORD EST STORICO E MANAGERIALE: 400 ANNI DI INDUSTRIA

Intervista ad Alberto Marenghi, Cartiera Mantovana.

La Cartiera Mantovana domina in Italia per la sua longevità: quasi 4 secoli di storia che hanno visto i proprietari – la famiglia Marenghi – interessati alla produzione della carta: dal primo stabilimento artigianale a Maglio di Goito del XVII secolo, alle 3 industrie sparse nel Nord Est italiano del XXI secolo.

Si tratta di una storia unica per un’impresa giunta alla 13° generazione. I diversi discendenti, lavorando con passione e senso di responsabilità, hanno saputo nei secoli implementare l’attività di famiglia ottimizzando costi e organizzazione, pur affrontando avversità di ogni tipo. Oggi, lo stabilimento di Maglio produce circa 10mila tonnellate di carta all’anno, mentre quello di Galliera Veneta e quello di Carmignano di Brenta producono circa 85mila tonnellate l’anno di carta. Un’azienda grande e sana. Alberto Marenghi, attuale amministratore delegato del gruppo, ci dice che “non esiste un segreto particolare per questa longevità. La storicità fa senz’altro da collante, ma ha portato ad una cultura imprenditoriale un po’ particolare, in cui la ‘famiglia’ gioca un ruolo importante, soprattutto nelle scelte che devono essere lungimiranti e prudenti. Perché ti senti anello di una catena secolare”.

La Cartiera Mantovana appartiene a ‘Les Hénokiens’, associazione francese che raduna famiglie e imprese storiche. Oggi l’associazione conta più di 30 soci nel mondo. I requisiti per entrare a far parte del club sono 3: almeno 200 anni ininterrotti di proprietà dell’azienda da parte della stessa famiglia, che ne deve detenere ancora oggi il controllo, requisito anche per le società quotate (oggi una sola) e infine che la società sia sana.

La storia
La Cartiera è stata fondata il primo luglio 1615 da Angelo da Fano che ebbe il ‘privilegio’ – direttamente dal Duca di Mantova, Ferdinando Gonzaga – di produrre carta nella piccola Maglio di Goito, frazione della provincia di Mantova, perché poteva sfruttare l’acqua come forza motrice. Ci racconta Alberto Marenghi, attuale AD dell’industria di famiglia che “Nel documento ufficiale del XVII secolo si parla di produzione della carta fatta con le ‘strazze’ e le ‘garavelle’ (una specie di colla). Esiste un resoconto puntuale di 4 secoli di storia che i miei antenati hanno ceduto all’archivio storico di Mantova. Tra le pagine anche aneddoti simpatici come il primo logo di famiglia, ossia filigrana personalizzata che Angelo apponeva nei fogli di carta (cfr una A ed una F decorata da una specie di Margherita)”. Dagli stracci lavorati al maglio con la colla, si passò poi alla lavorazione della pasta di legno di pioppo, per arrivare all’introduzione, a inizio ’900, della macchina continua mossa prima dall’acqua e poi dall’energia elettrica. E negli anni Settanta iniziò la lavorazione della carta da macero. L’attività produttiva è continuata per le vie ereditarie, nella linea famigliare, fino a raggiungere l’oggi. Anche se, dopo la morte nel 1996 del padre di Alberto, assunse la presidenza dell’azienda la madre, giovane e con due figli, che fece del proprio meglio per mandare avanti l’azienda. “Mia madre fu forte e determinata. Io fui catapultato fin da giovane 18enne in cartiera, e non mi sono tirato indietro considerando un dovere mandare avanti l’attività storica di famiglia. Mi sono avvalso di ottimi collaborati assieme ai quali abbiamo negli anni modernizzato l’impresa anche managerialmente”.

Innovazione e tecnologia
“In 4 secoli siamo passati dalla lavorazione a mano a quella con macchine tecnologicamente avanzate. Eppure mi preme ricordare che in questa attività contano molto le persone che lavorano con passione. È molto importante riuscire a capire ed avere esperienza di come si fa la carta, conoscere le materie prime, come vanno dosate, capire come utilizzare i prodotti chimici, attività che hanno a che fare molto con la professionalità dei nostri tecnici. In cartiera abbiamo persone altamente specializzate”. Il primo costo dell’azienda è l’energia, “I tre stabilimenti insieme hanno un consumo di gas metano pari a circa 22.000 appartamenti e dunque una città di oltre 50.000 abitanti”, che crea difficoltà anche nell’esportazione. Eppure l’azienda è competitiva anche in Europa.

Famiglia e territorio
La famiglia è ben conosciuta sul territorio e stimata. “Nella metà dell’800 un mio antenato decise di costruire abitazioni per i lavoratori della cartiera, aveva infatti capito l’importanza di tenere vicino alla fabbrica i collaborati aiutandoli così che poi loro stessi potevano tramandare ai figli il loro mestiere. Mentre mia nonna nel borgo di Maglio fece costruire al termine della guerra anche un chiesetta intitolata a Santa Rita come ringraziamento per lo scampato bombardamento della fabbrica”. E non è un caso che esista una continuità generazionale anche in alcune famiglie di dipendenti dello stabilimento di Mantova. In generale, la famiglia Marenghi ha sempre avuto ottimi rapporti anche con le istituzioni locali, in alcuni casi hanno anche collaborato in progetti di ricerca o richieste di certificazioni, mettendo a disposizione l’esperienza imprenditoriale storica.

Il ricambio generazionale
Oggi sono i Marenghi a festeggiare il compleanno della loro industria. Il cambio dei cognomi è soccorso quando un antenato ebbe un’unica figlia che ereditò comunque l’azienda e questo, a seguire nel tempo, successe ancora, anche se l’impresa fu comunque sempre tenuta da un famigliare in linea diretta. “Un altro aneddoto di famiglia, triste, è che negli ultimi 100 anni di storia della cartiera, un padre non ha mai lavorato con un figlio. Mio padre non riuscì mai a lavorare con suo padre, perché mio nonno morì molto giovane e io stesso non sono riuscito a lavorare con mio padre a causa dello stesso motivo. Furono le moglie e madri a tenere insieme azienda e famiglia”.
Grazie all’attuale famiglia la Cartiera Mantovana è uno dei principali leader europei di carta riciclata.“E oggi siamo diventati molto più grandi grazie alla diversificazione. Ho sempre creduto molto, anche se ho dovuto fare scelte importanti e difficili perché all’inizio erano contro tendenza. Dal 1996 ad oggi abbiamo moltiplicato per 20 volte il nostro gruppo. Oggi contiamo 3 stabilimenti, un fatturato di quasi 50 milioni di euro con 130 dipendenti, tenendo conto che siamo partiti nel 1996 con 5 miliardi di lire (circa 2,5 milioni di euro), dunque è stata una grande crescita. Ho sempre creduto nella carta per produrre imballaggi, mai creduto nella carta da stampa: nello stabilimento di Mantova produciamo carta per imballare la frutta e carte per le tovaglie oltre a trasformare materiale plastico sempre per il settore dell’imballaggio; in quello di Cartiera Galliera produciamo carta per l’imballaggio degli alimenti e carte colorate per le tovaglie; nella Cartiera Carmenta invece produciamo carte riciclate per gli shopping-bags e una parte marginale di carte da stampa. Certo è che 3 stabilimenti in 2 regioni differenti hanno bisogno di presenza quasi quotidiana. Quindi l’impegno è tanto. Per fortuna ho dei collaboratori di altissimo livello e cerco di essere un buon ‘direttore d’orchestra’. Loro da me chiedono la sintesi”.

Dopo il passato… il futuro
L’azienda sta affrontando la crisi economica in atto grazie soprattutto all’internazionalizzazione, che ha permesso comunque di trarre del vantaggio. Anche se, come sottolinea Alberto Marenghi, si è deciso di esportare all’estero solo dopo aver consolidato il mercato italiano. E il futuro resta sempre un’incognita: “Non credo che necessariamente la nostra azienda debba restare della famiglia per sempre. Piuttosto è importante che essa vada avanti, soprattutto pensando alle persone che ci lavorano. Io ho ricevuto qualcosa in eredità che non ho creato pur portando grande rispetto per quello che ho ricevuto. Per questo, ho cercato nel mio limite di far crescere l’impresa. Ho due figli, un maschio ed una femmina, però non so se loro avranno voglia di fare questo mestiere”.

Sul piano produttivo, nel XXI secolo la Cartiera Mantovana vanta una produzione di carta e di plastica e ha, come clienti, per lo più il mondo dell’imballaggio. Il domani? “Procedere su questa strada e diversificare ancor più l’azienda. La scelta di carta e plastica ci ha permesso di sopravvivere e su questa scelta dobbiamo riuscire a crescere ulteriormente”.