Il gestionale a portata di mano

Il gestionale a portata di mano

Non rappresenta certo una novità affermare che smartphone e tablet hanno cambiato rapidamente il modo in cui le persone comunicano. Per verificarlo è sufficiente osservare le persone che incontriamo ogni giorno. La domanda che ci poniamo è: questa tendenza al mobile ha un impatto anche sulle aziende? Può cambiare o sta cambiando il modo di fare business da parte delle PMI in particolare?

All’inizio si chiamavano palmari o handheld Pc, ma erano dei dispositivi costosi e complicati e adatti solo a svolgere alcune attività. Erano pesanti e con poche modalità di connessione ai dati disponibili. Erano di fatto un’appendice di un PC al quale collegarli ogni tanto per sincronizzare i dati. Non parliamo neppure della loro autonomia energetica.
A questi si affiancavano i telefoni cellulari, anch’essi inizialmente scomodi e pesanti, ma con il tempo sempre più piccoli e maneggevoli. Con il cellulare si telefonava, con il palmare si lavorava o al più si annotavano degli appunti e si metteva in soffitta la propria agenda di carta: due cose separate, due strumenti distinti.

I primi modelli denominati smartphone comparvero sul mercato a metà degli anni Novanta, ma il vero salto evolutivo avvenne con la presentazione da parte di Apple® di iPhone nel gennaio 2007: un unico dispositivo per comunicare, utilizzabile senza il pennino e dotato di un efficacissimo multitouch; un device molto potente e fornito di applicazioni (le cosiddette App) facili da usare, per ogni esigenza e spesso gratuite. Poi nel 2010 arrivò iPad, il primo tablet, che rappresentò il giusto compromesso tra uno smartphone e un notebook. Da quel giorno ad oggi, la storia la conosciamo tutti: un’offerta ampia di modelli, diversi sistemi operativi e una diffusione che ha dell’incredibile.

L’edizione 2013 dello studio Our mobile planet 1, commissionato da Google™ e realizzato da Ipsos MediaCt, ha evidenziato che dal 2012 al 2013, in Italia, la diffusione degli smartphone è passata dal 28% al 41% della popolazione, mentre quella dei tablet è aumentata dal 6% al 15%. Questa evoluzione è avvenuta principalmente nel cosiddetto mondo consumer, ovvero ha coinvolto le persone, i privati cittadini, per gli usi più tipici della vita quotidiana. Sempre la stessa indagine indica che il 97% dei possessori di smartphone lo utilizza anche nel luogo di lavoro.
Ma quali conseguenze ha determinato questa evoluzione nelle nostre aziende? Cambierà il modo di lavorare e di fare business?

Esistono scenari tipici e consolidati nelle aziende dove da anni si usano dispositivi mobili. Basti pensare alle applicazioni di tentata vendita o di raccolta ordini. Qui l’esigenza è chiara, ovvero portare con sé le applicazioni e le informazioni poichè l’attività lavorativa si svolge prettamente sul territorio. Ma mobilità non è solo questo. Significa mantenere il contatto con la propria azienda, ovunque, indipendentemente dal dispositivo che si ha in quel momento e dal luogo in cui ci si trova. L’apporto che può fornire la sinergia tra mobile e software gestionale sta proprio nel rendere indipendente lo svolgimento delle proprie mansioni dal luogo in cui ci si trova o dal dispositivo mobile che in quel momento si ha a portata di mano. Quante volte nella nostra azienda abbiamo sentito un collega dire: “Ok, appena rientro in ufficio mi occupo di quella cosa”. Un’azienda che comprende questo è un’azienda che ha capito che il mobile non è una moda, ma può essere davvero un modo per liberarsi di alcuni vincoli o tabù e migliorare le performance aziendali nei confronti dei propri clienti e fornitori.

 

Libertà di svolgere le proprie attività scegliendo il device

Il successo dei dispositivi mobili negli USA è stato certamente maggiore rispetto all’Italia. Sempre secondo la precedente indagine commissionata da Google™ nel 2013, l’uso di smartphone negli USA interessa il 56% della popolazione, contro il 41% dell’Italia.
In particolare si sta affermando una tendenza, il BYOD (bring your own device): ovvero sta crescendo l’utilizzo di device personali in ambito lavorativo. Un fenomeno che porta con sé problematiche nuove ma allo stesso tempo apre delle prospettive anche per il software gestionale. Abbracciare il mobile non è quindi una scelta che l’azienda decide di compiere o no ma uno scenario che si presenta: si tratta di saper cogliere l’opportunità e cavalcare le potenzialità o subirne passivamente le complicazioni che comunque esso comporta.

Ecco alcuni scenari di impiego di soluzioni mobile.

TASK DI APPROVAZIONE

All’interno dei processi aziendali, qualora essi siano coordinati da sistemi di workflow, è frequente la presenza di task, suggeriti dal sistema, che riguardano attività di approvazione da parte di un utente e che sono propedeutici all’avanzamento del flusso stesso. Se il task potesse essere svolto dall’utente indipendentemente dalla sua presenza fisica in azienda e indipendentemente dal dispositivo mobile a portata di mano, si avrebbe certamente un vantaggio e un avanzamento più spedito del processo.

ATTIVITÀ DI CUSTOMER RELATIONSHIP MANAGEMENT

Pensiamo all’attività di un agente di vendita sul territorio. La possibilità di accedere in tempo reale a tutte le informazioni del cliente che gli sta di fronte attraverso il proprio smartphone potrebbe consentirgli di gestire meglio la trattativa e, ad esempio, avere a disposizione le informazioni sul fatturato del cliente, eventuali insoluti o magari evidenziare un calo di ordinativi a cui potrebbe seguire una ricontrattazione dello sconto concesso in precedenza.

INTERVENTI TECNICI

Un altro esempio è l’attività di manutenzione o riparazione on-site di macchinari o impianti: tale attività solitamente richiede di programmare gli interventi, rilasciare al cliente un report dettagliato dell’attività svolta, nonché sottoscrivere la chiusura della richiesta di assistenza. Il tecnico che si reca dal cliente necessita delle indicazioni stradali per raggiungere la sede dell’intervento, ma potrebbe essere utile tenere conto anche dei successivi interventi che egli deve svolgere nella stessa giornata per ottimizzare il percorso. In tutto questo sarebbe utilissima un’applicazione installata sul tablet (o un dispositivo rugged) che sappia integrarsi con il sistema informativo e con il sistema di geolocalizzazione.

Per chi, come Eurosystem, vuole fornire ai propri clienti queste funzionalità esistono diversi problemi da risolvere, che richiedono progettazione e la scelta di tecnologie e piattaforme adatte.
Esiste oggi una varietà di dispositivi che negli ultimi anni si è ampliata, sia dal punto di vista hardware, sia come sistemi operativi onboard. Una delle sfide da affrontare è riuscire ad offrire sostanzialmente la medesima applicazione, però ottimizzata per il tipo di dispositivo specifico.
A questo si aggiungono le problematiche legate a distribuzione e aggiornamento delle applicazioni, operazioni che devono avvenire con la stessa facilità con cui tutti noi installiamo le App scaricate dai vari marketplace. Vanno però garantite la sicurezza e riservatezza nell’accesso poiché questo tipo di applicazioni sono spesso riservate ad una particolare realtà enterprise .
Non ultimo, sussiste il problema dell’accesso ai dati e ai servizi di business. Se si vuole consentire all’utente di usare la stessa applicazione installata su dispositivi differenti c’è la necessità di collocare i dati e i servizi di business in un luogo virtuale facilmente raggiungibile da tutti i dispositivi: qui siamo nell’ambito del cosiddetto Cloud, ma sarà argomento questo di un successivo approfondimento.

 

Applicazioni native web e ibride

Il mercato delle mobile application (chiamate comunemente App) è giovane, ma già molto competitivo. Si identificano, tra le maggiori software house fornitrici di sistemi operativi, Apple® con iOS, Google™ con Android™, Microsoft® con Windows Phone® 8.1 e Windows® 8.1. Altri emergenti sono Firefox® OS di Mozilla, Ubuntu Touch e Tizen, sviluppato da una joint venture tra Intel e Samsung, questi ultimi rilasciati con licenza open.

Google Android si conferma anche nel 2013 al primo posto con il 79% di mercato come il sistema operativo installato nella maggior parte di smartphone1. A seguire Apple® iOS (14,2%) con un calo del 4,6% e Microsoft® Windows Phone® con il 3,3% che vede un aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente.

Il numero di utenti che utilizzano App è importante e in crescita. Nel 2013 ci sono stati, a livello mondiale, più di 102 miliardi di download totali (+40% rispetto al 2012)2. Gli utenti si stanno abituando a cercare nel marketplace la disponibilità di un app specifica per l’attività che desiderano svolgere. Hanno infatti imparato rapidamente che le app locali sono fluide, facili da usare e ben integrate con il dispositivo.

Uno dei principali problemi da affrontare nella realizzazione di applicazioni mobile per le aziende è sviluppare applicazioni cross platform che possano essere utilizzate da un gruppo eterogeneo di utenti possessori di device diversi. È possibile sviluppare l’applicazione una sola volta e adeguarla facilmente ai vari scenari di impiego, con sistemi operativi differenti, dimensioni diverse di schermo, ma sfruttando comunque le specificità del dispositivo?

Si possono indicare tre differenti approcci: lo sviluppo di app native, web e ibride. Il lavoro di ricerca e sperimentazione compiuto in Eurosystem, a questo proposito, riguarda lo sviluppo di applicazioni native utilizzando il framework Xamarin™3 e ibride utilizzando il prodotto IBM® Worklight4.

APP NATIVE

Le app native, sviluppate utilizzando il software development kit e l’ambiente di sviluppo dedicato ad ogni sistema operativo, sono molto performanti, sia dal punto di vista di User eXperience (UX) sia per l’interoperabilità con le features native del dispositivo quali per esempio la fotocamera, la geolocalizzazione, lo storage. Il loro vantaggio principale risiede nel fatto che essendo sviluppate ad hoc per uno specifico sistema operativo possono massimizzare la fruibilità delle caratteristiche del dispositivo. Lo svantaggio è nella non portabilità dell’applicazione; infatti da un’applicazione sviluppata per un determinato sistema operativo non è possibile recuperare sue parti per poterle riutilizzare negli altri dispositivi.
Un cenno particolare merita, a questo proposito, Xamarin, ovvero un framework che consente di sviluppare applicazioni native principalmente destinate a dispositivi Windows Phone® ma in parte riusabili in altri ambienti grazie al linguaggio C# e al framework Mono™ (porting di MSicrosoft® .NET) disponibili anche per Android™ e iOS. Xamarin™, a differenza delle altre tecnologie per lo sviluppo di app native, consente di realizzare un livello di applicazione comune per i diversi sistemi operativi (tipicamente accesso ai dati e regole di business). L’interfaccia utente, invece, va implementata in modo specifico a seconda del sistema operativo di destinazione.

WEB APP

Diverso approccio invece per quanto riguarda le web app. Queste non sono delle vere e proprie applicazioni ma un insieme di pagine web pubblicate da un website. Esse non vengono fisicamente installate nel dispositivo ma eseguite mediante l’utilizzo di un browser web. Attraverso la tecnologia HTML5, CSS3 e Javascript è possibile strutturare l’interfaccia utente di un pagina web in modo tale che l’aspetto e l’interazione dell’utente siano comparabili a quelli di un’app nativa. Questo approccio permette di sviluppare efficientemente un prodotto cross platform indipendente sia dal sistema operativo che dal dispositivo. Inoltre la distribuzione non è soggetta ai processi di approvazione dei fornitori del sistema operativo. Questa soluzione tuttavia comporta diversi svantaggi: la necessità di una connessione internet permanente durante l’uso dell’applicazione e la difficoltà di integrarsi con le caratteristiche specifiche del dispositivo (non tutte disponibili), soprattutto per quanto riguarda lo storage.

APP IBRIDE

Le app ibride, invece, sono in parte native, in parte web. Esse sono create con tecnologia HTML5, CSS3 e Javascript. Come per le app native, vengono scaricate ed installate mediante gli store e possono sfruttare delle features messe a disposizione del sistema operativo. Come per le web application, però, essere possono essere sviluppate in modo indipendente dal sistema operativo di destinazione perché il loro funzionamento è consentito da un motore di rendering HTML5/CSS/JS incorporato direttamente all’interno dell’applicazione. Seguendo questo approccio, definito write-once-run-everywhere e dotandosi necessariamente di uno strumento di building e packaging quale per esempio Phonegap o Titanium è possibile beneficiare dei vantaggi legati alle app native e web.
Tra le piattaforme di sviluppo utilizzabili una citazione viene fatta per Worklight di IBM. Worklight è una struttura completa di sviluppo basata su PhoneGap™ composta da cinque parti fondamentali tra cui IBM® Worklight Studio, IBM® Worklight Server e IBM® Worklight Application Center. Il primo consiste in un ambiente ottimizzato per la creazione di app cross platform basate su HTML5. IBM® Worklight Server invece fornisce alcuni servizi utilizzabili dall’applicazione.
Per ultimo IBM® Worklight Application Center offre un sistema di deployment e aggiornamento delle app indipendente dai marketplace pubblici. È proprio quest’ultimo il problema che più interessa lo sviluppo e la distribuzione di applicazioni in ambito enterprise: esse non hanno la necessità di essere pubblicate su un marketplace pubblico, ma essere distribuite all’interno di una intranet riservata all’azienda cliente per la quale l’applicazione è stata pensata. In abbinamento con IBM® Worklight Console è possibile ottenere anche un monitoraggio e un’amministrazione remota dei vari dispositivi.