IBM WATSON IOT – “INTELLIGENZA AUMENTATA” PER INDUSTRIA 4.0
Andrea Boccotti ci racconta il ruolo del cognitive computing IBM nel mondo delle fabbriche intelligenti
I dati, cuore di questa quarta rivoluzione industriale in atto. Perché e come estrarre e dare il giusto valore a questo patrimonio in un’ottica di automazione evoluta del mondo del “Fare”, secondo IBM.
IBM e Industria 4.0: le “fabbriche intelligenti” avranno davvero così tanti dati da valorizzare?
La trasformazione verso l’Industria 4.0 si fonda sul dato, che rappresenta il “valore” innovativo di questo percorso. La capacità di raccogliere, storicizzare, analizzare e interpretare i dati in tempo reale è la vera sfida. Quanti dati raccogliere è una scelta della singola azienda e dipende dagli obiettivi che si sono prefissati all’inizio del percorso. Con macchine che sono sempre più “elettroniche” e sempre meno “meccaniche”, i dati raccolti possono raggiungere moli importanti. La prima domanda a cui rispondere dovrebbe quindi essere: mi servono tutti questi dati? Infatti, sia la raccolta che la memorizzazione di questi comporta un costo: è quindi fondamentale procedere attraverso una valutazione dei costi/benefici che comportano raccolta, gestione e analisi di essi. In linea di principio si può affermare che in una fase iniziale possono servire tutti i dati, per creare il “data lake” volto ad analizzare la storia; ma poi nell’operatività ne servono molti meno, e in questa fase vengono in aiuto le soluzioni di Edge Analytics.
Qual è e quale sarà il ruolo di Big Blue nello sviluppo dell’Industria 4.0?
IBM è da sempre al fianco delle organizzazioni nei loro percorsi di trasformazione e di crescita, sostenendoli con l’innovazione portata dalle proprie tecnologie, soluzioni, esperienze e competenze. Per l’Industria 4.0 IBM ha sviluppato un’architettura di riferimento che include soluzioni cloud sicure, affidabili e certificate per un contesto di business, una piattaforma aperta per l’analisi dei dati e la realizzazione di soluzioni ad hoc, la piena integrazione della sensoristica e dell’infrastruttura di campo offerte da un ecosistema di partner e, ultime ma non ultime, le soluzioni cognitive. Queste, assieme alle competenze di consulenza e progettuali, rappresentano l’elemento differenziante di IBM nell’Industria 4.0, in quanto permettono di correlare in modo originale e unico i dati, i sistemi, le tecnologie e i processi per costruire una nuova catena del valore. Infine, IBM aiuta le imprese ad affrontare il percorso di trasformazione verso l’Industria 4.0 anche rivisitando i processi, l’organizzazione e il modo di operare delle persone coinvolte, siano esse dipendenti, fornitori o clienti.
IBM Watson IoT: quali le funzionalità che dovrebbero permettere alle aziende di accostarsi all’IoT senza rischi?
Prima di tutto IBM Watson IoT è la piattaforma di soluzioni in cloud che permette alle aziende di sperimentare nello sviluppo in ambito Internet of Things, contenendo al minimo gli investimenti e i relativi rischi. La piattaforma comprende funzionalità che permettono la raccolta e l’analisi dei dati, integrando i servizi cognitivi per aiutare le aziende nella comprensione veloce dello scenario e nella individuazione delle azioni da intraprendere per indirizzare un problema o migliorare un aspetto produttivo o di processo. La piattaforma permette anche l’integrazione, in modo semplice, con strumenti di mobile computing offerti in modalità servizio. Grazie a tutte queste caratteristiche, IBM Watson IoT permette alle imprese di “partire in piccolo pensando in grande”, di sbagliare e ricominciare con estrema rapidità e di crescere in maniera flessibile in base a quanto il mercato richiede.
Cosa è stato già fatto in questo ambito in Europa? Esistono delle case history europee nell’ambito di applicazione della piattaforma IBM Watson IoT all’Industry 4.0?
In ambito Industria 4.0 esistono diverse case history come quelle europee di John Deer, car2go di moovel GmbH e quelle italiane di SIT e di SILC (ibm.com/it/industria4.0). In particolare, le imprese italiane che si stanno muovendo nei settori della metallurgia, dove abbiamo casi relativi al monitoraggio dei processi produttivi e alla previsione dei guasti con riduzione dei tempi di fermo impianto e drastico miglioramento della qualità del prodotti; della chimica, con progetti di gestione automatizzata dei processi produttivi e logistici; dell’aerospace, con progetti sulla gestione dell’avanzamento della produzione in tempo reale, sulla tracciabilità dei prodotti e sulla gestione dei sistemi di montaggio per arrivare alla fabbrica “Zero difetti”; dell’impiantistica, dove aiutiamo a monitorare gli impianti prodotti e a trasformare in modo innovativo il business della manutenzione, riducendo scorte, introducendo servizi di after sales proattivo e vendendo nuovi servizi a valore nel campo dell’ingegneria.
E in Italia? Come ci si sta muovendo?
L’Italia è in grande fermento, spinta anche dal Piano di Governo per l’Industria 4.0, che si sta orientando per il 2018 verso l’Impresa 4.0, allargando il perimetro dei benefici fiscali anche alle fondamentali attività di formazione e di crescita delle competenze. Sono molte le aziende che hanno avviato progetti di trasformazione digitale e molte altre si stanno muovendo, per comprendere come, una volta acquistata una “macchina intelligente”, è possibile trarre il maggior valore di business possibile dai dati che questa è in grado di rilevare. In Italia siamo partiti dopo altri paesi, come USA, Germania e Francia, ma stiamo recuperando e i dati di mercato di Confindustria e ISTAT sulla produzione degli ultimi trimestri lo dimostrano. Molte realtà produttive hanno capito l’urgenza e che è ora il momento di favorevole per avviare progetti di questo tipo.
Automazione IoT, Information Technology e PMI: quali sono gli step, invece, per le piccole e medie imprese?
Come sempre il punto di partenza è rappresentato dalla comprensione dello scenario di business e dalla definizione degli obiettivi che l’azienda si pone. Si può partire con piccoli progetti, che indirizzano uno specifico caso di utilizzo considerato prioritario, si può anche sbagliare in corsa e correggere il tiro, ma ciò che è importante è capire dove si vuole arrivare alla fine del percorso. Si procede quindi con l’analisi dei dati già presenti in azienda, stabilendo quali possono essere reperiti internamente dai sistemi aziendali (ad esempio da CRM o ERP) , dalle macchine (ad esempio i dati del PLC o i dati di sensori aggiunti) o anche esternamente (si pensi ai dati dei fornitori o ai dati disponibili in Internet). Il passo successivo è quindi quello di rappresentare il passato e il presente e poi procedere a una analisi contestualizzata che possa dare elementi utili ad anticipare scenari futuri.
In definitiva, come IBM Watson IoT può contribuire a migliorare l’efficienza delle imprese italiane?
Certamente lo può fare e lo sta già facendo, mettendo a disposizione delle imprese funzionalità di analytics e servizi cognitivi per interpretare grandi volumi di dati, strutturati e non, per poter raggiungere risultati importanti nella produzione come, ad esempio, ridurre i tempi di fermo macchina, migliorare la qualità dei prodotti o dei servizi di manutenzione preventiva. Attraverso l’analisi di immagini, suoni, fattori esterni, condizioni meteorologiche diventa possibile suggerire quando effettuare la manutenzione o quando un pezzo è difettoso e deve essere scartato. Il cognitivo per IBM assume il significato di “intelligenza aumentata” capace di accrescere le capacità degli esperti, dei professionisti, dei tecnici senza alcuno scopo di sostituirle. Il capitale umano, quindi, resta centrale ed essenziale. Il valore aggiunto che questa innovazione tecnologica consente è quello di liberare spazio e risorse alla componente “analogica”, quella umana. Fermo restando che il naturale completamento dell’Impresa 4.0 è una istruzione 4.0: quella capace di spremere tutto il valore di questa nuova “intelligenza”. La sfida è grande e IBM è pronta ad affrontarla. Con la partecipazione di tutto il mondo “del Fare”.