HITACHI DATA SYSTEMS ITALIA: ALTA TECNOLOGIA E ATTENZIONE AL MERCATO

HITACHI DATA SYSTEMS ITALIA: ALTA TECNOLOGIA E ATTENZIONE AL MERCATO

Hitachi Data Systems, fondata in Italia nel 1989 e con sede centrale a Santa Clara nel cuore della Silicon Valley, opera nel comparto dell’Information Technology, che rappresenta oltre il 18% dell’intero gruppo Hitachi Ltd. (leader mondiale nel settore elettronico), all’interno del quale costituisce il segmento con più alto valore strategico, con oltre 6mila persone in tutto il mondo e una presenza diretta e indiretta in più di 100 Paesi. Il comparto IT di Hitachi Ltd. vede la presenza di società attive in ambiti quali la Continuous Infrastructure, il Content Mangement e l’Information Intelligence. HDS Italia è presente a Milano e Roma con oltre 100 dipendenti, collaboratori e consulenti; a parlarci della realtà italiana il Country General Manager Walter Simonelli.

Chi è Walter Simonelli? Ci parli un po’ di lei…
In HDS dal 2004 – compio 10 anni a novembre – ho ricoperto diversi ruoli all’interno dell’azienda: prima la carica di Global Services director e poi sales manager per l’Italia. Ora sono Country General Manager. Prima di approdare in Hitachi ho lavorato per importanti realtà del mercato IT presso multinazionali nel settore tra cui Compaq, HP e Capgemini, ricoprendo ruoli di rilievo in ambito IT management, consulting e direzione commerciale. Il mio background è di tipo tecnico e sistemistico, essendo laureato in informatica, con alle spalle esperienze in aziende internazionali. Hitachi Data Systems è sicuramente la più importante per la leadership sul mercato di riferimento e per i risultati ottenuti. L’azienda, infatti, negli ultimi 5 anni è sempre cresciuta: per 4 anni di seguito c’è stata una crescita doppio digit, e quest’anno siamo in linea con le attese e abbiamo una previsione molto buona per la seconda parte dell’anno.

Si sono da poco conclusi gli Hitachi Information Forums 2014 di Milano e Roma: come è andata? Quali sono state le novità di quest’anno?
Siamo rimasti molto soddisfatti dei risultati ottenuti dalle due tappe italiane: negli anni siamo cresciuti molto in qualità e numeri. A partire dalla prima edizione del 2010, anno del centenario, ad oggi abbiamo infatti assistito alla triplicazione delle adesioni. E nelle edizioni di quest’anno abbiamo registrato più di 500 partecipanti. Questo dato è un anche un indicatore di qualità perché abbiamo consolidato l’awareness del nostro brand elevando i contenuti e le tematiche proposti. Un risultato non da poco tenendo conto del periodo difficile con un Pil sempre più in flessione. Analizzando il trend del mercato IT italiano si vede come nel 2013-14 questo abbia subito un’inflessione del 3,5% mentre al contrario quello delle nuove tecnologie digitali è cresciuto del 9,9%. Questi numeri sono stati un punto di partenza per un confronto tra aziende durante gli Hitachi Information Forum, la cui filosofia è proprio quella di mettere in relazione una Community fatta di potenziali clienti, clienti e partner che dia indicazioni precise su dove è posizionato in questo momento e su dove sta andando il mercato di riferimento, ribadendo poi, all’interno di questo contesto, le posizioni di Hitachi Data Systems. Si è parlato di big data, mobility, cloud, converged e social innovation. Grande importanza alle opinioni degli ospiti, infine, grazie all’introduzione di un meccanismo di votazione elettronica pensato per i partecipanti e dal quale è emerso che uno dei timori maggiori per le aziende è il cambiamento. Innovare significa lasciare vecchie certezze e potere, e questo purtroppo rappresenta ancora un problema per le imprese che ancora non hanno compreso a fondo come l’IT sia opportunità di business e non solo un costo.

Come sta andando il settore IT? Quali sono le tendenze in atto?
Il settore ha un contrazione sul mercato legacy. Quindi, se consideriamo il nostro business tradizionale, siamo in una situazione di contrazione. Parliamo di un mercato, quello dello storage, che perderà nei prossimi 5 anni circa 9 punti percentuali. Ad ogni modo ci sono nuove tecnologie digital che stanno crescendo e che stanno sviluppando un altro tipo di mercato. Quindi è importante per un’impresa avere oggi un piano industriale che sia sostenibile con l’economia del futuro, che probabilmente riguarderà l’evoluzione di tutto il mondo del big data, il sistema dell’analisi e della gestione del numero crescente di informazioni che pervadono la nostro vita sia dal punto di vista privato che industriale. Sicuramente determinanti saranno anche i cambiamenti dovuti all’introduzione di logiche cloud – che stano crescendo in Italia anno su anno del 28% (un numero comunque inferiore rispetto al 34% europeo) – e i progetti evolutivi di internet of things o internet of everythings riguardanti l’automazione applicata a ogni ciclo di vita e a ogni ciclo sociale (trasporto, sanità, etc.).

Qual è la strategia di Hitachi Data Systems nel mercato italiano?
La nostra strategia go to market si presenta in due modalità: HDS focalizza la sua attenzione sui primi 80 clienti (top client) con delle strutture di vendita dirette, mentre il resto del mercato viene gestito completamente dal canale e dai business partner che governano il processo di vendita privilegiando il supporto dei distributori che facilitano una serie di percorsi e gestioni amministrative.

Qual è secondo lei la grande differenza tra il mercato italiano e quello degli altri paesi europei in ambito tecnologico?
Dal punto di vista dell’offerta tecnologica non c’è grande differenza tra il mercato italiano e quello europeo, anche se nei Paesi nordici si vende con prezzi meno “stressati”. L’Italia riferisce ad un’area geografica (Europa e Medio Oriente) dove si lavora con prezzi più aggressivi. Sempre da un punto di vista commerciale, infatti, i mercati sono completamente diversi: nei Paesi nordici vengono acquistati più servizi che prodotti, mentre in Italia questo fenomeno è molto più lento perché le aziende cercano di capitalizzare gli investimenti e deprezzarli nel tempo, ovvero comprare un prodotto e deprezzarlo in 3 e 4 anni. A parte questo l’Italia è abbastanza allineata con le strategie europee.

Tema portante della strategia HDS è la Continuous Cloud Infrastructure: proviamo a spiegare meglio e con parole semplici di che cosa stiamo parlando…
Tutto si può sintetizzare e riportare al concetto innovativo di software defined datacenter e alla nascita di nuove soluzioni di virtualizzazione che vanno a creare delle nuove architetture infrastrutturali, di rete e di sicurezza. All’interno di questo cambiamento si inserisce il cloud che ricopre un ruolo fondamentale perché muta profondamente il modo di operare, di produrre e di relazionarsi con il mercato di un’azienda, nonché il suo piano dei costi. La Continous Cloud Infrastructure è la risposta di Hitachi a queste evoluzioni che si contestualizza attorno a un prodotto di classe enterprise che si chiama VSP (Virtual Storage Platform) G1000, annunciata di recente, che ha come caratteristica quella di portare per la quarta generazione di prodotti la virtualizzazione integrata nei sistemi storage. Il nostro primo prodotto di virtualizzazione risale al 2004, dieci anni fa: quando i nostri competitor non sapevano nemmeno cosa fosse la virtualizzazione, Hitachi già la implementava. E oggi siamo leader mondiali in questo ambito. La nostra politica di prezzo poi fa sì che si possa parlare di un prodotto adeguato anche alle esigenze delle PMI, dal momento che si può “costumizzare” facilmente.

Lo slogan dell’Hitachi Information Forum è stato “turn information into innovation”: come si può trasformare l’informazione in motore di innovazione?
Tutte le aziende grandi che vogliono fare nuovo business hanno bisogno di sapere cosa hanno nei loro data center e cosa dicono le loro informazioni. Quindi capire gli analitycs, trarne delle informazioni e sfruttarle per creare nuove opportunità di business. Per questo motivo in futuro sarà necessario focalizzarsi sempre di più sulle Converged Solutions e sulle soluzioni di File and Content management per la gestione dei dati non strutturati, che rappresentano le nuove frontiere del business.

Hitachi si definisce un vendor “channel friendly”: che ruolo e valore hanno le partnership locali? Cosa viene fatto per supportare il “canale”?
Per noi il “canale” è fondamentale nella catena di vendita. Quello dei Vad (Value added distributor) è infatti un tassello importante nella nostra strategia, in quanto il distributore riveste un ruolo fondamentale nel fornire servizi e conoscenze addizionali ai propri reseller, garantendo una migliore presenza sul mercato. Dal mio punto di vista l’evoluzione del canale sarà quella della system integration.

Hitachi e il futuro: come vede l’innovazione tecnologica nei prossimi 10 anni? E le nuove sfide?
Abbiamo già definito un piano industriale per arrivare al 2020: primo obiettivo triplicare il fatturato e poichè il mercato IT tradizionale è in contrazione, ci focalizzeremo sul mondo degli analitycs e del big data, dai quali pensiamo di attingere un +30% di crescita. Inoltre, punteremo ancor più sul mondo del Cloud dal quale prevediamo un +25%. Infine, la sfida per il prossimo futuro sarà far comprendere alle imprese italiane le potenzialità delle nostre soluzioni di storage, progettate su misura per ogni business.