GOOGLE: intelligenza e memoria artificiale
di VALENTINA CAMBARERI (Digital Strategist Bizen Srl)
C’era una volta e c’è ancora…
“Viaggio in un mondo in cui i robot hanno sogni e desideri.”
Non è trascorso troppo tempo da quando concetti come l’intelligenza artificiale appartenevano solo al mondo della fantascienza. Il noto film di Steven Spielberg apriva la strada della nostra fantasia a immaginare mondi paralleli, forse non troppo lontani ma nemmeno così vicini (Intelligenza Artificiale, 2001).
Negli stessi anni Larry Page e Sergey Brin davano vita ad un ambizioso progetto, un contenitore accessibile a tutti che potesse catalogare la totalità delle informazioni disponibili in internet. Il contenitore doveva essere la soluzione ad un problema quotidiano: mettere ordine tra i siti e proporre agli utenti risultati in linea con ciò che cercavano. La vera innovazione, che ha determinato la crescita esponenziale di Google rispetto ai competitor è straordinariamente bella nella sua semplicità: la centralità dell’utente. Come Google ha reso possibile tutto ciò?
Un complesso algoritmo
Si narra di segrete in cui brillanti ingegneri lavorano ogni giorno per garantire le migliori performance al complesso algoritmo di Google. Le regole più note sono riconducibili nei tre filoni seguenti:
1. Piaccio agli spider di Google
2. Piaccio agli utenti
3. Piaccio agli altri siti
Su queste tre macroaree e su molti piccoli dettagli si costruisce il lavoro di tecnici impegnati a lavorare per far raggiungere le ambite prime posizioni.
L’esercito di spider di Google
È così che Google, giorno dopo giorno, legge le migliaia di pagine presenti nel web e gli assegna un primo punteggio di qualità, con un sistema di programmi che passano al setaccio le pagine e ne leggono i contenuti. Per facilitare il lavoro degli spider ci sono delle tecniche e delle modalità da tenere presente e sulle quali essere sempre sul pezzo.
Content is the king
È la regola più nota: il contenuto è il re, è il focus sul quale è necessario concentrarsi per avere un buon sito, con ottime possibilità di posizionarsi. Ma come creare il contenuto giusto per Google e per gli utenti contemporaneamente? Non è così banale, l’ideale è pianificare con cura ogni passaggio con l’aiuto di esperti del tema.
Very Popular Link
La link popularity rappresenta una delle prime grandi rivoluzioni. Quello che ha distinto fin da subito Google dai competitor è stato proprio il ragionamento sui link in entrata: se tanti ne parlano bene, un motivo ci sarà. E se chi ne parla bene è a sua volta una fonte autorevole, allora siamo a cavallo. Semplice, ma geniale.
Come piacere ad altri siti fino a farsi linkare? Con tanta strategia e tanta pazienza.
Una foresta abitata da curiosi animali
Google non si ferma mai: attraverso continui aggiornamenti, personificati da simpatici animali, modifica i suoi algoritmi per migliorare sempre di più l’esperienza dell’utente e scoraggiare le pratiche SEO scorrette.
Google Panda: regola i punteggi di qualità dei link in entrata
Google Penguin: controlla le pratiche poco ortodosse SEO di alcuni webmaster
Google Pigeon: migliora i risultati geolocalizzati
Gli aggiornamenti di Google sono spesso improvvisi e non preannunciati: pertanto lasciano in sospeso e talvolta anche in disperazione molti webmaster. Come essere preparati all’arrivo di un animale della fattoria Google? Si cerca di essere sempre sul pezzo, di seguire le regole di base con attenzione, di monitorare con cura le statistiche, affidandosi a professionisti esperti.
Una morte inaspettata
Ebbene sì, in questa favola ci scappa anche il morto… Ma dal momento che è una favola, possiamo anche riportarlo in vita. Parliamo della SEO. Le complesse teorie e tecniche che consentono a un sito web di ambire alle prime pagine di Google sono state dichiarate più volte decedute nella letteratura del web. Avete sentito dire anche voi che la SEO è morta? Noi non ci crediamo. Noi pensiamo che infondo, tutto ciò che risulta ostico, difficile, imprevedibile e sconosciuto, faccia paura. Ma non faremo morire la SEO, sono gli utenti a volerla e crediamo nel lieto fine.
Un utente felice
I motori di ricerca hanno decisamente rivoluzionato il mondo delle conoscenze. L’utente che compie una ricerca ha in mano tante alternative e anche molte certezze: qualcuno lavora costantemente affinchè le sue chiavi di ricerca offrano come risultati qualcosa di rilevante, qualcosa di coerente, una risposta completa alla sua domanda. La conoscenza mantiene sempre il suo enorme valore ma è diventata qualcosa di raggiungibile facilmente, è condivisa e condivisibile. L’utente è felice, è soddisfatto ed è altruista: condivide le sue conoscenze con gli altri.
Un utente curioso
L’informazione è a portata di mano, nasce un nuovo mondo di conoscenze, è l’economia della condivisione. L’intelligenza e la memoria artificiale di Google hanno cambiato la comunicazione in modo incisivo: gli utenti cercano informazioni in ogni fase del processo decisionale e di acquisto. Si fanno convincere, cercano opinioni, vogliono conoscere le aziende, acquistano. Le aziende hanno iniziato a essere presenti, con contenuti, foto, video e tutto ciò che possa fornire delle risposte. Quali le migliori pratiche per comprendere e interpretare la complessità dell’algoritmo a nostro vantaggio?
Un lieto fine
L’azienda che vuole essere presente e non passare inosservata su Google deve conoscere e sposare le teorie che mettono al centro di tutto l’utente. Il bisogno di far reperire facilmente e felicemente informazioni sul motore di ricerca rimane sempre il fulcro dell’idea imprenditoriale del gigante di Montan View. Questo, in fondo, è quello che ogni azienda dovrebbe fare: partire dal bisogno per soddisfare il proprio target. Google quindi premia le aziende che offrono ai suoi utenti contenuti utili, di qualità, che aggiornano spesso il sito con notizie, immagini, video, qualunque cosa possa offrire un contributo concreto. Esserci è sempre più un’esigenza, come farlo è sempre più un’incognita. Rivolgersi sempre a esperti e figure dedicate è sicuramente l’unica buona strada.