FONDAZIONE VERONESI: La scienza a disposizione del progresso sociale
Figlio di Umberto, Paolo Veronesi è medico e ricercatore illustre nel panorama internazionale. Attualmente ricopre la carica di presidente dell’omonima Fondazione che promuove la ricerca.
Giovane, tenace e dinamica, la Fondazione Veronesi dal 2003 ad oggi ha spinto i propri interessi oltre gli stretti confini di un laboratorio di ricerca, promuovendo il ruolo sociale e formativo della scienza.
Fondazione Veronesi fin dal suo nascere ha perseguito un unico obiettivo: promuovere il progresso delle scienze, risorsa per il benessere del singolo e per la crescita etica, civile e sociale della collettività. «La scienza deve sempre agire per e con l’essere umano – dichiara il fondatore Umberto Veronesi – e questo significa rispetto della centralità della persona, ricerca di soluzioni e strategie che possano migliorare la qualità della vita, offrendo nuove speranze per il presente e per le generazioni future». Cuore dell’impegno della Fondazione è una ricerca scientifica senza confini e barriere, che investe sul talento dei giovani provenienti da ogni Paese, impegnati a dare risposta ai nuovi richiami della scienza con programmi di ricerca innovativi e di alto profilo, prevalentemente dedicati alla prevenzione e diagnosi delle malattie oncologiche e dell’era moderna, alla scoperta di strategie di cura sempre più efficaci sfruttando metodiche all’avanguardia e conoscenze sempre più raffinate a benefico dell’intera collettività.
Perché nasce la Fondazione?
La Fondazione Umberto Veronesi nasce nel 2003 allo scopo di sostenere la ricerca scientifica, attraverso l’erogazione di borse di ricerca per medici e ricercatori e il sostegno a progetti di altissimo profilo. Ne sono promotori scienziati (tra i quali ben 11 premi Nobel che ne costituiscono il Comitato d’onore) il cui operato è riconosciuto a livello internazionale. Al contempo la Fondazione è attiva anche nell’ambito della divulgazione scientifica, affinché i risultati e le scoperte della scienza diventino patrimonio di tutti, attraverso grandi conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni. Un progetto ambizioso che, per raggiungere il suo obiettivo, agisce in sinergia con il mondo della scuola, con le realtà – sia pubbliche che private – nel campo della ricerca e con il mondo dell’informazione.
I principi che la ispirano?
Progettualità e concretezza, passione ed impegno costante: queste le “parole d’ordine” che da sempre rappresentano la natura e la vocazione del nostro impegno. Concetti che costituiscono l’identità stessa della Fondazione, grazie ai quali può contribuire a “produrre” un bene più alto, la salute ed il benessere per gli altri.
Quali le politiche necessarie per cambiare la cultura sociale del Paese?
Fondazione Veronesi da sempre è per il progresso della scienza. Progresso che può essere tale se sostenuto da una solida cultura scientifica del Paese. Per fare ciò è fondamentale la corretta divulgazione scientifica, soprattutto tra le nuove generazioni. Ritengo che sia doveroso procedere con la corretta informazione soprattutto nei ragazzi che rappresentano il
nostro futuro. Persone informate capaci di prendere scelte dettate non dalla paura ma dalla razionalità e dalla conoscenza sull’agricoltura biologica, sulle energie alternative, etc. Quello che possiamo fare è pertanto sfruttare proprio l’innovazione tecnologica per impattare di meno e fare quel salto al di la del “burrone” che si sta prospettando.
Ci parli di qualche progetto in particolare che promuove la Fondazione…
Sono molte le ricerche che Fondazione ha sostenuto dalla sua nascita, per la precisione 733 e 82 progetti. Si tratta di ricerche autorevoli e di alto profilo, tutte mirano a scoperte che possano migliorare le cure e quindi la vita delle persone. Ad esempio con l’avvicinarsi del mese di ottobre, mondialmente dedicato alla prevenzione del tumore al seno, la Fondazione ha creato il progetto Pink is Good al fine di sostenere ricercatori che si occupano di ricerca per combattere questo tipo di tumore e di informare le donne circa gli screening da effettuare.
Una delle ricerche sostenute quest’anno è del Dott. Alessio Molfino, che mira a valutare l’effetto dell’acido docosaesaenoico (DHA) sull’indice di omega-3 in pazienti con cancro al seno.
È da tempo nota la relazione tra dieta, sovrappeso e rischio di neoplasia mammaria e sua recidiva. In particolare, diete a elevato contenuto di acidi grassi della serie omega-6 e carenti in acidi grassi della serie omega-3 favoriscono un aumento del rischio di sviluppare carcinoma mammario. Gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, in particolare l’acido docosaesaenoico (DHA), sono in grado di migliorare l’efficacia della chemio e radio-terapia in pazienti con carcinoma mammario, sensibilizzando solo le cellule tumorali, e non i tessuti sani, all’azione delle terapie, riducendo così gli effetti collaterali. Lo scopo della ricerca del Dott. Molfino è valutare la capacità delle cellule di pazienti con carcinoma mammario a incorporare l’acido docosaesaenoico, valutare se ci sono differenze tra pazienti oncologiche e donne sane e se l’incorporazione di acido docosaesaenoico è ridotto in pazienti con famiglie ad alto rischio di carcinoma mammario rispetto, ad esempio, a pazienti che non hanno una storia familiare di tumori al seno. I risultati della ricerca saranno preziosi per stabilire come cambiano i valori di omega-3 nelle pazienti con carcinoma mammario, quali sono i valori ottimali da mantenere e come integrare grassi omega-3 nelle diete delle pazienti con un basso indice per migliorare la diagnosi e il risultato clinico delle terapie.
Qual è la situazione della ricerca in Italia?
La situazione, eccetto rare eccezioni, non è poi così rosea. Il problema della ricerca italiana risiede prima di tutto nella cronica mancanza di finanziamenti adeguati: lo Stato Italiano destina alla ricerca scientifica in generale solo l’1% del suo PIL, rispetto al 3% di molti altri Paesi a noi vicini. Si tratta di finanziamenti scarsissimi e insufficienti per sviluppare la nostra grande capacità di innovazione e per attirare e trattenere i giovani che sono la nostra vera ricchezza. La scienza procede per piccoli passi. Manca una visione a lungo termine. È questo il vero freno.
Quali sono gli obiettivi futuri della Fondazione?
Per portare avanti i propri obiettivi su tutto il territorio, la Fondazione Umberto Veronesi si è posta l’ambizioso obiettivo di costituire delle delegazioni in tutti i principali centri
italiani. Le delegazioni hanno il compito di diffondere i valori della Fondazione a livello locale, organizzando iniziative di divulgazione, eventi e campagne di sensibilizzazione, e impegnandosi a raccogliere fondi per il sostegno della ricerca scientifica.