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Focus incontra…

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Certamente. Negli ultimi decenni il Nord Est ha assunto un ruolo sempre più centrale e di traino per il nostro Paese. Non solo per la posizione geografica che lo vede proiettato verso l’Europa, ma anche per il tessuto sociale che lo compone, grazie al quale si è distinto per la tenacia e la capacità di creare discontinuità positive.

Perchè il mito del Nord Est: quali sono state le condizioni favorevoli che hanno permesso al territorio di vocarsi all’industria.
Se guardo agli ultimi 25 anni, periodo che ho vissuto intensamente all’interno del Gruppo di imprese della mia famiglia, in realtà sembra sia passato molto più tempo. Nei ‘mitici anni ’90’, molte piccole e medie industrie hanno invaso con successo il mondo con i propri prodotti di nicchia. Successi dovuti alle grandi capacità di creazione, innovazione e dedizione al lavoro degli imprenditori e dei loro collaboratori. Ma corroborati anche da condizioni di contesto particolari ora non più presenti e che non saranno ripetibili. In quegli anni il Nord Est e le sue imprese erano per l’Europa, in particolar modo per Francia e Germania, quella minaccia che la Cina è diventata in seguito per noi.

Le caratteristiche peculiari dell’imprenditoria veneta.
Creatività, innovazione e tanta voglia di fare, nonostante le numerose zavorre presenti nel nostro Paese. Il perdurare della crisi ha messo a dura prova i nostri imprenditori, ha però gettato le basi per una evoluzione verso il nuovo manifatturiero. Credo che queste caratteristiche siano tuttora presenti nel dna delle nostre genti e che in mezzo alle tante situazioni critiche di questi anni, a volte drammatiche, si comincino anche ad intravvedere le punte avanzate di quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro.

Il Nord Est in poco tempo è diventato esempio nazionale. Quali le differenze con le grandi industrie storiche del Nord Ovest?
Il Nord Est ha vissuto un periodo di eccezionale sviluppo economico e sociale di un territorio con caratteristiche ed esigenze molto omogenee pur nei diversi campanili. Uno sviluppo non programmato ma reso possibile dalle particolari capacità di una classe di imprenditori e lavoratori eccellenti. Per molto tempo lo slogan ‘piccolo è bello’ ha accompagnato lo sviluppo del territorio, ma ora è giunto il momento di fare sistema. Oggi le imprese del Nord Est si stanno sviluppando per linee orizzontali: cercano alleanze con altre aziende, accorciano e sistematizzano i rapporti all’interno della propria filiera. Perseguendo secondo queste modalità le imprese diventano più grandi, senza farsi più grosse.

Lo sviluppo industriale ha contribuito ad un forte sviluppo del territorio. Quanto e in che termini?
Le trasformazioni che attraversano la popolazione e la struttura produttiva corrono parallele. Lavoro, autonomia, intraprendenza e coesione, sono i caratteri fondativi grazie ai quali si è costruito il Nord Est nel passato e attorno ai quali i nordestini continuano a riconoscersi e indentificarsi oggi.

Gli imprenditori e la crisi del 2008: reazioni e azioni. Il Nord Est nel futuro: necessità d’internazionalizzazione e radicamento al territorio. Quanto hanno investito e investono le imprese del territorio in innovazione?
L’economia nordestina ha una particolare vocazione a relazionarsi con i mercati esteri. Complice una domanda interna che non cresce, la proiezione verso altri Paesi diventa spesso una necessità. Ma non si tratta di delocalizzazione come avvenuto agli inizi degli anni ’90. Prevale, invece, una strategia di internazionalizzazione, ovvero il presidiare i mercati esteri, producendo nei nuovi siti, ma mantenendo la direzione e la progettazione nel Nord Est. Le innovazioni attraversano il sistema delle imprese, le proiettano sui mercati internazionali e modificano il funzionamento dei tradizionali distretti industriali rompendo i loro confini tradizionali e allungando le relazioni e le loro reti di fornitura. Oltre la metà delle imprese che si internazionalizza trascina con sé all’estero tutti i subfornitori. Per favorire l’accelerazione dell’innovazione strategica nelle imprese del Nord Est serve però uno Stato, una Regione e dei Comuni che capiscano che non è più il tempo della esclusiva libera iniziativa delle imprese. Serve che il pubblico faccia squadra non occasionalmente ma strutturalmente con il privato e stimoli il privato a fare squadra.