FLAVIA “FLY” SEVERIN: UNA FORZA DELLA NATURA AL SERVIZIO DELLO SPORT

FLAVIA “FLY” SEVERIN: UNA FORZA DELLA NATURA AL SERVIZIO DELLO SPORT

Flavia Severin, classe ’87, è una forza della natura: 1,80 m di altezza per 90 Kg, velocità e potenza dirompenti, e soprattutto è una superatleta polivalente: 4 le discipline sportive che pratica, boxe, rugby, atletica leggera – lancio del peso e sollevamento pesi. In tutte porta a casa titoli nazionali e internazionali e, naturalmente, grandi soddisfazioni.

Flavia è, attualmente, campionessa italiana di boxe, categoria +81 chilogrammi, e vicecampionessa europea in carica. L’atleta della Treviso Ring, allenata da Pierangelo Cadamuro dal 2012, ha vinto due titoli italiani dopo appena un anno e mezzo di allenamento, dimostrando di avere la competizione e lo spirito giusto nel sangue.

Flavia, quando hai cominciato a fare sport?
Ho iniziato a 6 anni, seguendo la passione di mio fratello maggiore, da sempre un idolo per me. Non a caso ho cominciato proprio col praticare rugby con la società sportiva del Paese. Impegno e tanta passione da sempre. Ho dovuto, purtroppo, lasciare i campi a 12 anni perché ero cresciuta e non esisteva una squadra corrispondente femminile nella società per le categorie superiori. Quindi, ho cominciato a praticare atletica gareggiando in corse campestri e salto in alto fino a quando per corporatura e potenza ho capito che potevo rendere meglio nel lancio del peso. Oggi, gareggio con i colori del Cus Parma. Ho ripreso a giocare a rugby, dopo una pausa di circa 6 anni, a 18 anni quando sono venuta a contatto con la squadra trevigiana delle Red Panthers, con le quali ho avuto grandi soddisfazioni sportive.

Come ti sei avvicinata alla boxe?
Alla boxe femminile mi sono avvicinata solo da due anni. Anche in questo caso per seguire una passione di famiglia. Infatti, mio padre, grande appassionato di pugilato mi ha trasmesso questo interesse. Inizialmente, mi sono iscritta per poter mantenere l’allenamento, e la forma, nelle giornate in cui non c’erano gli allenamenti di rugby. Il 27 luglio 2013 ho disputato il primo incontro. Quando sono salita sul ring ho pensato “ma chi me lo ha fatto fare”, ma poi è sopraggiunto lo spirito sportivo e mi sono divertita senza paura, perché in fin dei conti la boxe è disciplinata da regole severe. C’è da dire che la boxe femminile in Italia non è ancora particolarmente diffusa: per esempio in Germania è molto più presente sia a livello dilettantistico che a livello professionistico. Spero che anche nel nostro Paese si possa raggiungere maggiore notorietà, perché comunque è uno sport entusiasmante e di potenza.

Quanto sacrificio comporta questa disciplina?
Ogni sport, se praticato con serietà, comporta sacrificio, che non è tale se vissuto con passione e divertimento. Ovviamente, oltre agli allenamenti ci sono delle regole da mantenere come una alimentazione e stile di vita corretti e controllati. Naturalmente, quando diventerà un peso allora sarà il momento di lasciare.

Risultati importanti in discipline differenti, ma qual è la tua dimensione ideale: sport di squadra o individuali?
Mi sento a mio agio in entrambe le situazioni, anche se essendo io fondamentalmente una persona riservata lo sport di squadra mi aiuta a condividere maggiormente e a tirare fuori il meglio.

La tua vita privata e lo sport come si combinano?
Mi piace lo sport, mi piacciono le sfide e tengo molto ai rapporti con la famiglia e gli amici. Per fortuna sinora riesco a conciliare tutto. Magari con qualche limitazione, ma va bene così. La mia vita privata, comunque, non è mai stata compromessa: familiari e amici da sempre mi hanno sostenuta. E quando non possono seguirmi in trasferta, dimostrano comunque tutto il loro affetto inviandomi continuamenti messaggi col telefono o attraverso internet.

Altre passioni oltre allo sport? Che studi hai fatto?
Mi sono diplomata all’alberghiero e mi piace viaggiare. Mi piacerebbe, un giorno, poter conciliare le due cose, magari lavorando in navi da crociera. Inoltre, mi piace andare in giro con la moto: quando non ho allenamenti o gare e il tempo lo permette prendo la mia moto e vado via.

Quanto conta l’innovazione negli sport che pratichi?
Ormai la tecnologia è diventata un fattore culturale: aiuta sicuramente a migliorare e calibrare gli allenamenti. Nella boxe per esempio la tecnologia permette di misurare i ‘massimali’ di peso e gli step di crescita da fare nel programma di allenamento. Mentre nel rugby grazie a GPS si possono verificare gli spostamenti del giocatore e calcolarne la velocità.

Un consiglio da dare?
Il mio unico consiglio è quello di provare sempre e mai arrendersi. E soprattutto vivere lo sport con passione e divertimento, altrimenti non ne vale la pena.