ERP CLOUD, LA NUVOLA DI GESTIONE AZIENDALE – PRIMA PARTE
La nuova frontiera dell’informatica per la gestione delle aziende è il cloud computing, straordinario abilitatore di opportunità altrimenti impensabili. Il luogo “terzo” quale è il cloud rende federabili le aziende della supply chain, dà a ciascuna lo spazio privato di gestione del business, ma consente di metterle al contempo in relazione le une con le altre realizzando un’integrazione diretta e immediata nei processi del supply chain management. Le aziende hanno così un nuovo spazio pubblico nel quale condividere clienti, fornitori, informazioni che solo motori di ricerca evoluti e business intelligence applicati globalmente possono moltiplicare a beneficio di tutte le partecipanti. Il tutto completato da applicazioni e servizi con caratteristiche che solo il cloud può fornire.
Nei numeri precedenti di Logyn molto è stato detto nella rubrica Spazio a y circa le caratteristiche salienti di un moderno ERP (Enterprise Resource Planning) secondo Eurosystem. Si è insistito sul valore aggiunto della metodologia orientata al BPM (Business Process Management) nel disegno dei processi aziendali, sul fondamentale ruolo dell’architettura SOA (Service Oriented Architecture) nell’ERP e del sistema di orchestrazione basato su service bus per animare i workflow progettati. Si è anche parlato di SENSE, cioè del nuovo motore di ricerca intelligente che aiuta gli utenti a cercare e accedere con immediatezza a informazioni, documenti, attività e funzioni dell’ERP. Si è, infine, messo in evidenza come l’efficacia di un moderno portale e delle app per dispositivi mobili rendano realmente accessibile il gestionale a tutti i profili di utenza nel modo a ciascuno più adeguato. Tutte le esemplificazioni che sono state fatte hanno riguardato i focus della gestione interna dell’azienda, con la possibilità di inviare/ricevere comunicazioni (documenti, file xml, email, fax ecc) ai/dai tradizionali interlocutori dell’azienda, cioè i clienti, i fornitori, le banche, gli uffici della pubblica amministrazione o altri enti. Praticamente la realtà a portata di mano oggi con Freeway® Skyline.
Facciamo ora una corsa in avanti, nel futuro a venire, immaginando quello che è il prossimo computing generation, oramai alle porte, cioè il cloud (la “nuvola”, la prossima frontiera evolutiva dell’informatica, dopo che gli anni ’70 sono stati caratterizzati dai mainframe, gli ’80 dal client-server, i ’90 dal web, i 2000 dal SOA), insieme all’inedito valore aggiunto che il cloud può dare alla gestione ERP delle aziende. E si comprenderà che gli importanti “ingredienti” menzionati che sono già la forza di Freeway® Skyline, accorciano la distanza tra l’ERP e la concezione dei servizi software tratteggiati dal cloud.
VISION & RESEARCH
Eurosystem, in un progetto di ricerca applicata che ha condotto finanziata da fondi europei, ha messo in evidenza come le necessità gestionali delle aziende indicano chiaramente che l’interesse si è spostato anche verso la possibilità di distribuire piuttosto che accentrare, di spostare il focus dalla gestione burocratica e dei processi interni dell’impresa (esigenze che comunque rimangono) a quella di gestire i processi e le decisioni tra aziende in modo almeno in parte condiviso, senza naturalmente nulla togliere – ed è importante ribadirlo – agli ambiti e alle informazioni prettamente riservati e strategici che ciascuna azienda ha.
Le aziende che rientrano negli scenari di collaborazione, pur essendo specializzate ciascuna nel proprio settore, hanno un ruolo sostanzialmente paritetico nella cosiddetta catena del valore, altrimenti detta supply chain. Viene a crearsi una vera e propria rete di nodi aziendali sulla quale possono nascere più circuiti di collaborazione, in quanto singoli nodi aziendali possono rientrare in collaborazioni diverse tra i soggetti in gioco. L’insieme di “accoppiamenti” di relazione di tipo cliente-fornitore tra aziende che collaborano possono instaurarsi nel modo più arbitrario e dinamico che si può immaginare, tanto che la gestione della classica catena del valore, ovvero supply chain management, è più propriamente un Network Supply Chain Management. Immaginiamo ora una piattaforma cloud di servizi integrati per la gestione aziendale – che per brevità chiameremo ERP Cloud – nella quale un’azienda può sottoscriversi, per così dire “federandosi” a un sistema di aziende analogamente iscritte, che usufruiscono in modo più o meno esteso dei medesimi servizi.
Immaginiamo che ERP Cloud gestisca, tra le molte altre cose, un catalogo pubblico di imprese (avente ciascuna ruolo di cliente o di fornitore, o più in generale con il doppio ruolo di cliente per alcuni interlocutori e di fornitore per altri), ciascuna avente un proprio profilo pubblico (con informazioni che ciascuna azienda decide deliberatamente di rendere pubbliche), che offre determinati prodotti o servizi, e che tali prodotti o servizi siano essi stessi profilati pubblicamente con opportune informazioni (anche in questo caso, che ciascuna azienda decide deliberatamente di rendere pubbliche). Non è difficile pensare a funzionalità intelligenti (alla SENSE diciamo) che sappiano ricercare in modo automatico non solo tra i profili aziendali suddetti ma anche nei rispettivi cataloghi di prodotti resi pubblici in ERP Cloud, a diretto beneficio delle aziende medesime quando cercano nuovi interlocutori, potendo quindi aggiungerli facilmente tra i propri clienti o fornitori. Immaginiamo quindi che l’aggiunta di un’azienda nota pubblicamente in ERP Cloud ai propri clienti/fornitori possa abilitare automaticamente l’inclusione di essa a una serie di workflow che ERP Cloud offre all’azienda sottoscrittrice, ad esempio per quanto riguarda la parte di processo esterno riguardante i preventivi, la conferma di ordini, la fatturazione, la spedizione, i resi, etc. ma anche per quanto riguarda i processi interni di avanzamento degli ordini cliente, della pianificazione, della produzione, e così via. Così quando viene emessa ad esempio una fattura di vendita, questa automaticamente fa nascere istantaneamente quella di acquisto nell’azienda acquirente (innescando le opportune logiche di workflow), così come un ordine di acquisto emesso fa nascere automaticamente un ordine di vendita nell’azienda venditrice (innescando le opportune logiche di workflow), e così via.
Immaginiamo che un’azienda iscritta a ERP Cloud possa decidere arbitrariamente il grado di visibilità pubblica di sé e dei propri prodotti, consapevole naturalmente che di conseguenza varierà il livello di partecipazione o inclusione (di sé o dei propri prodotti) a servizi che ERP Cloud offre (come appunto quelli di ricerca intelligente o di business intelligence) e quindi anche il livello di benefici e opportunità diretti o indiretti. In questo modo un’azienda potrà spaziare dallo stato di più completa riservatezza (di sé o dei propri prodotti), tanto da non essere visibile pubblicamente in ERP Cloud, come essere tra le più note, pubblicizzate e ricercate. Indipendentemente da questo livello di visibilità, un’azienda può anche scegliere di includere tra i propri clienti o fornitori, come già detto, quelli del catalogo pubblico di ERP Cloud, oppure di crearsi
anche una parte di anagrafica di clienti e di fornitori totalmente
riservata.
Immaginiamo infine che il set di funzionalità, applicazioni e servizi gestionali (di calcolo o di processo), sia esso stesso “a sottoscrizione”, cioè che l’azienda iscritta a ERP Cloud abbia la facoltà di richiedere (gruppi di) applicazioni, servizi e processi che liberamente sceglie perché ritiene esserle necessari o utili, ai quali appunto si sottoscrive. Naturalmente si può immaginare che tutte le funzionalità tipiche dell’ERP siano disponibili in ERP Cloud, che ciascun utente di ciascuna azienda sottoscritta possa usufruirne mediante il portale web di ERP Cloud o da una serie di app che ERP Cloud mette a disposizione per i dispositivi di più ampia diffusione. Qual è la caratteristica che rende possibile questa concezione di ERP Cloud e le sue funzionalità avanzate che travalicano i confini delle singole aziende iscritte? È la terzietà di “luogo” che il cloud costituisce, cioè le aziende che si iscrivono a ERP Cloud non possiedono materialmente uno spazio di infrastruttura propria, affidano la propria gestione aziendale a questo “luogo” terzo al fine di ottenerne in cambio molti più benefici (alcuni dei quali inediti) rispetto a una qualsiasi soluzione on premise (che nel gergo del cloud significa “in casa”).
In una illuminante intervista di Francesco Marino, apparsa sul numero 29 di Digitalic del maggio scorso, Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di strategia politica e aziendale alla Bocconi, racconta la sua visione della “nuvola” (cioè il cloud). Val la pena qui riportare alcuni passaggi chiave:
“…Il cloud è come un territorio condiviso virtuale. È la terra degli standard e può essere una nuova istituzione. Se le aziende italiane, la pubblica amministrazione e le associazioni andassero sul cloud, potrebbero comunicare tra di loro attraverso una nuova lingua digitale. Ci sarebbero dei vantaggi enormi dal punto di vista dell’interoperabilità, in quanto potrebbero condividere dati, processi e procedure […] Il cloud è il territorio degli standard, dunque non si può pensare di utilizzarlo mantenendo sistemi iper-personalizzati. Se un’azienda vuole continuare ad utilizzare la propria applicazione, sviluppata appositamente, perde la grande opportunità di trovarsi in un hub per la comunicazione e l’interoperabilità con il resto del mondo […] Il cloud migliora certamente la competitività delle imprese, perché riduce i costi operativi, elimina gli investimenti in tecnologie a rapida obsolescenza e consente un risparmio enorme dal lato degli aggiornamenti…”
E ancora:
“…Ma la cosa più significativa è il miglioramento di efficacia nelle relazioni con fornitori e clienti: il maggior interscambio delle informazioni rappresenta un vero passo avanti, non come la posta certificata, che è retro-innovazione, o come la fatturazione elettronica, che riproduce gli stessi processi cartacei con sistemi digitali. La vera innovazione della fatturazione si ha se un’azienda è in grado di recepire nei suoi sistemi la fattura nel momento stesso in cui viene prodotta, ovvero se l’integrazione dei flussi economici è nativa. Bisogna capire che per essere più competitivi, tutte le imprese devono integrare nel cloud la propria attività e così deve fare anche la PA [Pubblica Amministrazione]: solo allora c’è un salto di competitività nazionale… Sono contrario alla migrazione come mera virtualizzazione della infrastruttura IT […] Quella nel cloud è un’ascensione che deve essere sfruttata per ridisegnare i processi aziendali…”