Energia e sicurezza: in Italia è un rischio!
“Dell’energia nucleare avremo un crescente bisogno, non c’è scampo. Il punto è che sarebbe molto imprudente progettare centrali in Italia perchè mediamente c’è una concezione un po’ troppo ‘allegra’ del concetto di sicurezza. E qui si scherza con il fuoco”: il punto di vista è di Margherita Hack, astrofisica fiorentina ma trapiantata a Trieste, punta di diamante nel parterre delle migliori intelligenze scientifiche italiane.
Instancabile divulgatrice, pur fra i suoi acciacchi di novantenne non evita i contatti con il mondo e mantiene ben densa la sua agenda di interventi per lo più telefonici o con una webcam collegata a Skype.
Professoressa, quella sull’energia nucleare è dunque per lei una prospettiva che rimane di primo livello di fronte all’aumento della richiesta mondiale. È così?
Si, non si potrà fare a meno dell’energia nucleare e sarebbe pazzesco interrompere la ricerca su questo tema. Però in Italia continua ad esserci molta ignoranza e contemporaneamente poco rispetto delle leggi. Non ’è un senso dello Stato sufficiente e occorre rendersi conto che quanto ha a che vedere con la produzione di energia nucleare richiede una solida piattaforma di senso di legalità. È una materia molto pericolosa, richiede la massima prudenza e dunque una grande responsabilità nella gestione dei residui radioattivi. L’Italia in questo è un Paese poco affidabile, non sarebbe in grado di mantenere un parco di centrali nucelari.
Ne è così sicura? Non pensa che di fronte ad un progetto di ampio respiro e ritenuto così fondamentale per il prezzo dell’energia – questione indicata spesso dal mondo industriale molto rilevante ai fini della competitività internazionale – ci sarebbe una maturazione culturale, almeno su questo piano, del paese?
Non credo e basta osservare la quantità di rifiuti tossici e pericolosi che vengono lasciati allo scoperto, o in discariche abusive e non controllate o comunque non trattati come si dovrebbe. Fino a quando ci saranno interessi economici illegali sui rifiuti non è nemmeno pensabile l’ipotesi che la criminalità non abbia gioco facile nel mettere le mani anche sullo smaltimento delle scorie radioattive. Non ci sarebbe alcuna differenza, se non che il materiale manipolato, in questo caso, è molto più pericoloso, dato che i suoi effetti sull’ambiente durano non anni ma milioni di anni.
Ma è proprio necessario insistere sul nucleare? Cosa le fa pensare che il fabbisogno di energia imponga necessariamente il ricorso a questa fonte?
La demografia di certe aree del mondo, il diritto alla crescita, lo slancio economico di Paesi emergenti che si prenderenno presto l’energia oggi a disposizione del “Primo mondo”. Non è più possibile pensare che l’energia sia un lusso solo per qualcuno. Anche perchè petrolio e metano non sono riserve infinite.
Esiste tuttavia tutto il capitolo delle energie da fonte rinnovabile. Eolico, fotovoltaico, eccetera. Potenziare la ricerca e le applicazioni in questo settore non potrebbe bastare?
È vero, le energie rinnovabili andrebbero sfruttate molto di più e bisogna ammettere che c’è un aumento della sensibilità in questa direzione. Sono sempre più frequenti le installazioni di pannelli fotovoltaici sui tetti di case ed edifici industriali, come pure sui terreni. Però credo che, per quanto si possa potenziare il fenomeno, non si arriverà mai a produrre energia sufficiente per tutti i bisogni che ci saranno in futuro.