ENEA – La tecnologia che accompagna le PA a diventare smart city

ENEA – La tecnologia che accompagna le PA a diventare smart city

Una piattaforma per controllare le infrastrutture e rendere efficienti i consumi delle città

Smart city: strumenti e piattaforme in grado di raccogliere, gestire e interpretare i dati. Lumiere & Pell e SmartItaly Goal sono due progetti che mirano a guidare le amministrazioni nell’attivazione di processi di smart city. Un panorama in cui le PA lottano tra desiderio di innovazione, mezzi economici e competenze insufficienti.

Si sente molto parlare di città virtuose, o meglio di comuni virtuosi. Come percepisce questa volontà di avviare “buone pratiche” da parte delle amministrazioni?
Le amministrazioni hanno il desiderio di innovare i propri servizi e quindi le modalità di gestione dei contesti urbani e territoriali. Ma spesso, oltre a non avere i mezzi economici, non dispongono delle sufficienti competenze al loro interno per attivare quei processi d’innovazione urbana che oggi si basano sull’utilizzo delle soluzioni digitali e sulla sapiente gestione del dato, vale a dire in chiave smart city.

Lei coordina Lumière. Come si inserisce il progetto all’interno di questo scenario di sensibilizzazione?
Lumière ieri, Lumière & Pell e SmartItaly Goal oggi. Sono due progetti che puntano a supportare e guidare le amministrazioni nell’attivazione di processi di smart city oltre che a rafforzarne le competenze. Lo scoglio più grande è quello di coinvolgerli nella rivoluzione culturale. Se da un lato gli amministratori sono stati bombardati da tecnologie che danno vita ad una miriade di nuovi servizi, dall’altro non sono stati edotti sufficientemente su come utilizzarle e inserirle coerentemente e con efficacia nei contesti da loro amministrati. La tecnologia e il servizio innovativo devono essere necessari ai cittadini e al territorio, gestiti dagli amministratori e utilizzati dagli utenti finali. Solo conoscenza e competenza consentono tale traguardo e come tali vanno promosse, diffuse e metabolizzate. I nostri progetti puntano dunque a costruire da un lato dei percorsi formativi e dall’altro delle soluzioni “standard” e/o “autostrade” affinché insieme ad una strategia nazionale per la smart city vi sia la necessaria competenza per applicarla e i dovuti strumenti per realizzarla.

Il contributo di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) alla smart city si realizza attraverso PELL. Cos’è e come funziona?
Il PELL è il braccio operativo di Lumière che consente a qualsiasi PA, attraverso la digitalizzazione delle informazioni, di conoscere e saper gestire le infrastrutture. Il PELL si configura come una piattaforma software verticale per la raccolta dei dati di identità dell’infrastruttura (statici – censimento) e di quelli di funzionamento (dinamici – consumi), restituendo alla PA indicazioni circa la qualità/bontà delle infrastrutture attraverso opportuni KPI (Key Performance Indicator). La definizione di un modello standard di raccolta dei dati (statici e dinamici), secondo le regole europee per la digitalizzazione, consente alle PA di raggiungere un primo step importante di realizzazione delle città in un’ottica smart city.

Perché una PA dovrebbe adottare il PELL?
Perché il PELL consente, con una certa facilità, di far diventare la PA un soggetto attivo nel processo di digitalizzazione, avendo come mission la trasparenza e la condivisione dei dati. Questo è possibile utilizzando le competenze già disponibili, di gestori e manutentori, per la raccolta dei dati e la piattaforma messa a disposizione dal PELL dove caricare e visualizzare i dati.

Come valuta gli investimenti nelle infrastrutture per rendere operativa questa piattaforma? Sappiamo che spesso le infrastrutture pubbliche sono obsolete.
Il PELL funziona indipendentemente che esista una piattaforma di livello uguale o superiore della PA. La piattaforma PELL deve essere alimentata con i dati ed il caricamento delle informazioni del censimento. Ad oggi avviene manualmente utilizzando il front-end del PELL, in futuro sarà un processo automatico. Il caricamento dei dati dinamici, ovvero i consumi, avviene inviando automaticamente alla piattaforma i dati degli smart meter posti nei quadri elettrici. Il PELL si può avviare sia con una solo delle due fasi (censimento) sia con entrambe (censimento e consumi). Questo permette a qualsiasi PA di aderire e di investire nell’innovazione tecnologica degli impianti che, per quanto riguarda la pubblica illuminazione, non sono più così obsoleti come sembravano poco meno di un decennio fa.

Avete previsto altri ambiti di applicazione? Potrebbe diventare una soluzione anche a portata di azienda?
Stiamo sviluppando il PELL edifici-scuole per quanto riguarda gli aspetti energetici del sistema edificio-impianti sia per la valutazione del rischio sismico. Si sta già pensando allo sviluppo del PELL sugli smart service (mobilità) ed ospedali. Collaborando con loro, la soluzione è stata pensata anche per le aziende. Inoltre, le aziende, come pure i professionisti, ci stanno chiedendo come accreditarsi al PELL per potersi proporre alla PA in qualità di compilatori autorizzati delle schede censimento e molte stanno già sviluppando i loro database di raccolta dati in modo da raccogliere le informazioni secondo le “Specifiche di contenuto di riferimento tecnico PELL – Illuminazione Pubblica” pubblicate da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale).