EMERGENCY: INTERVENTO UMANITARIO IN ITALIA
Emergency, organizzazione umanitaria indipendente fondata in Italia 20 anni fa e attiva nel mondo in zone colpite da guerra e povertà, ha iniziato da alcuni anni ad operare a livello nazionale con il “Programma Italia”, indirizzato alle vittime della crisi economica. Mentre il fondatore dell’associazione, Gino Strada, commenta il problema della Sanità in Italia, il responsabile del progetto italiano, Andrea Belardinelli ci racconta nello specifico della nuova iniziativa sul suolo nazionale.
Ci ricorda Belardinelli che “Emergency è un’associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. I nostri obiettivi sono offrire cure gratuite e di alta qualità a chi ne ha bisogno e promuovere valori di pace e di solidarietà”.
Negli anni l’associazione è cresciuta notevolmente sia come struttura che come attività. Come opera e a quali partner si appoggia? “I progetti di Emergency sono di lungo periodo: offrire cure, ma anche costruire strutture che rimangano e formare il personale locale. Per questo, lavoriamo sempre cercando il confronto e la collaborazione con le istituzioni come il Ministero della Sanità dei paesi in cui operiamo e, in Italia, gli assessorati alla salute regionali, i comuni, le provincie e le associazioni presenti sul territorio. L’impegno umanitario di Emergency è possibile grazie al contributo di migliaia di volontari e di sostenitori”.
Emergency ha un’assemblea di soci che esprime un direttivo che a sua volta esprime un esecutivo, “in Italia la struttura ha due rami principali, uno impegnato direttamente sui programmi
umanitari e uno che si occupa di sviluppare la conoscenza di Emergency e la raccolta fondi”.
Ed entrando nello specifico per quanto riguarda il Programma Italia, “tutti i suoi operatori sono organizzati in capo a progetti che hanno a loro volta a capo un coordinatore che fa riferimento all’ufficio umanitario”.
E alla domanda se l’attività resta fedele al dettato della Costituzione italiana in fatto di cure gratuite agli indigenti, pensando anche alla Sanità italiana, Andrea Belardinelli commenta che “la domanda andrebbe girata al Ministero della Sanità e alle Istituzioni preposte. Noi purtroppo stiamo notando un aumento delle persone italiane in cerca di cure, in particolare negli ultimi due anni, lo conferma anche il Censis nella sua indagine del 2012 dove si segnalano 9 milioni di italiani che non riescono a pagarsi le cure mediche. Va detto anche che l’assistenza sanitaria in Italia varia da regione a regione, sia in termini di qualità delle prestazioni che di partecipazione alla spesa a carico dei pazienti”.
Parlando del Programma Italia, quando, come e quali iniziative sono nate all’interno di Emergency e quali sono i caratteri salienti del Programma? “Il Programma Italia per noi e per me in particolare è una iniziativa molto importante. Abbiamo una serie di poliambulatori a Marghera, a Palermo e a Polistena. Abbiamo una serie di ambulatori mobili. A Siracusa offriamo anche assistenza sanitaria per i migranti. Quando arriviamo in un luogo facciamo rete per informarci al meglio sulla realtà locale. Poi cerchiamo di fare da antenne informando le istituzioni sui
bisogni e cercando di orientare al meglio chi cerca le cure”.
Numerose sono le persone che si sono rivolte all’associazione dall’apertura del programma a testimonianza della bontà e dell’utilità dell’iniziativa: “dal 2006 ad oggi abbiamo offerto 160.000 prestazioni. Le problematiche sono varie, vanno dalla sanità di base, soprattutto per gli stranieri, alle visite specialistiche e a prestazioni come l’odontoiatria dove riscontriamo il maggior numero di italiani. Lavoriamo anche per orientare i pazienti e accompagnarli ai servizi del Servizio Sanitario Nazionale, perché a volte i servizi esistono, ma non sono accessibili per varie ragioni a chi ne ha bisogno”.
Quali sono le spese per sostenere il Programma Italia e come viene finanziato? “Il Programma Italia nel 2013 è costato circa 1 milione e 600 mila euro. Il programma è stato finanziato soprattutto attraverso il contributo di privati cittadini – anche grazie alla campagna sms ‘La salute è un diritto di tutti’ – aziende e anche con il contributo del Fondo Fei (Fondo europeo per l’integrazione) per l’integrazione della Comunità europea. Oltre l’80% dei fondi raccolti da Emergency proviene da cittadini privati, aziende e fondazioni. Il restante 20% proviene da enti internazionali e dai governi dei Paesi dove lavoriamo. Emergency impiega oltre il 90% dei fondi raccolti per realizzare i propri scopi statutari: offrire cure gratuite a chi ne ha bisogno e promuovere una cultura della pace”.