Editoriale – numero 6
di Gian Nello Piccoli
In questo numero di Logyn abbiamo deciso di parlare di “economia verde”, green jobs, tecnologia e anche cultura.
Viviamo, infatti, in un momento di difficoltà complessiva – economica, culturale, valoriale – che ha messo in forte discussione il modello di vita dominante fino ad oggi, che risulta essere ormai inadeguato.
Il dibattito sulla green economy ha modificato la visione della vita degli ultimi vent’anni, ponendola come nuovo modello produttivo e culturale in cui innovazione e ricerca giocano un ruolo fondamentale. Fino a influenzare anche la creazione di nuovi posti di lavoro, i cosiddetti green jobs. Oggi, nell’intera economia italiana si calcola che i “lavoratori verdi” siano quasi 3 milioni e 100mila, corrispondenti al 13,3% dell’occupazione complessiva nazionale (dati GreenItaly 2013). E la Commissione Europea parla di un’economia che “genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta”.
L’economia sostenibile è quindi considerata dai professionisti del settore come l’unica carta da giocare per uscire dalla crisi in atto, perché è l’unica soluzione che dimostra di tenere in questa fase difficile a livello globale e di avere capacità di crescita da un punto di vista strettamente economico, promettendo sviluppo e nuova occupazione.
Ecco perché abbiamo voluto scandagliare il tema e offrire diversi contributi da parte di figure istituzionali e del mondo privato per raccontare qual è la vera rivoluzione che sta portando avanti la green economy. Una rivoluzione che sta investendo il mondo produttivo innanzitutto ma non solo, in generale il vivere sociale che ha bisogno senz’altro di nuovi stimoli e nuovi obiettivi da raggiungere.