EDITORIALE – NUMERO 15
di Gian Nello Piccoli
Siamo in un momento di grande passaggio. Ne stanno parlando in molti eppure, come in ogni fase di cambiamento, le informazioni non sono mai sufficienti perché conosciamo quello che c’è stato finora e quello che potrebbe attenderci ma non abbiamo ancora chiaro come arrivare dal primo al secondo punto. Per questo anche noi, oggi, parliamo di IoT e Industria 4.0, per offrire lo sguardo di grandi player, fornitori e consulenti, quello di chi l’Industria 4.0 l’ha prima teorizzata e poi trasformata in un piano governativo, di chi la sta sviluppando attraverso le proprie applicazioni, di chi la sta testando portandola nella propria azienda.
Gli interventi di questo numero sono tanti ed evidenziano i diversi aspetti di questa “rivoluzione industriale”, tra le responsabilità delle aziende fornitrici e le paure di quelle clienti. Le responsabilità: sviluppare più e nuove competenze in grado di gestire una maggiore complessità; coltivare una sorta di creatività in progetti 4.0 customer oriented che non
possono avvalersi ancora di standard predefiniti; diffondere cultura, informazione e formazione sui servizi IoT per accrescere la consapevolezza nei clienti.
Le paure: del cambiamento che − si sa − non è poi così naturale nell’essere umano e spesso soccombe sotto un atteggiamento conservatore; della difficoltà e incapacità di orientarsi nelle
scelte e negli investimenti, ingenti, che la materia richiede. Qui, tra responsabilità e paure, si apre un’opportunità per aziende che fanno dell’innovazione il loro core business: essere delle guide, costruire un know how e un’expertise con la quale accompagnare i clienti nelle valutazioni e nei processi di scelta.
Il Governo italiano con il Piano Calenda offre una base per alimentare lo sviluppo di questa opportunità. Ne stanno approfittando grandi aziende come General Electric, Siemens, Microsoft e realtà nazionali, cominciando a raccogliere i primi risultati. Esistono però alimentatori di paure e diffidenze come la situazione delle nostre reti internet o la mancanza di standard, e questi sono forse alcuni dei primi punti da affrontare.
Tra tutti i player intervenuti emerge, però, forte e chiaro, che l’azienda che investe è destinata crescere e che, con operazioni nel 4.0 calibrate sulla base delle previsioni di ritorno, i risultati possono essere ottimi. Ci aspetta una grossa sfida, che consiste nell’uscire dalla nostra zona di comfort e approfondire, sperimentare, testare. Un qualcosa che dovrebbe essere nel nostro dna, di imprenditori e di innovatori.