DALLA PEDANA DEL FIORETTO AL MONDO

DALLA PEDANA DEL FIORETTO AL MONDO

Sale presto in pedana, Elisa, e dalle prime stoccate è già promessa del fioretto jesino dietro – e presto insieme – alla Trillini e alla Vezzali. Elegante, determinata e appassionata: questo il ritratto della campionessa di fioretto nell’intervista rilasciata a Logyn.

Ad iniziare alla scherma Elisa Di Francisca è il maestro Triccoli, ad affinarla sono Giulio Tomassini e Stefano Cerioni. Nel 1995 si laurea campionessa italiana “ragazze”. L’anno dopo è medaglia d’argento ai Campionati Italiani Allievi. Il cammino è promettente. Nel 2000 è seconda nei Campionati Italiani Giovani e terza in quelli Assoluti. Nel 2003 è di nuovo sul podio sia dei Campionati Italiani Giovani che Assoluti. È ora del grande salto nel fioretto che conta. Nel 2004 è quinta ai Campionati Europei. L’anno dopo conquista il quinto posto ai Mondiali di Lipsia, cui segue un settimo posto a Torino 2006. Nell’anno 2010 esplode definitivamente il suo talento. In coppa del mondo conquista un primo, due secondi e tre terzi posti. Il 28 luglio 2012 compie il suo capolavoro alle Olimpiadi di Londra. Vince la medaglia d’oro nel concorso individuale di fioretto femminile, battendo la sudcoreana Nam Hyun-hee in semifinale e la connazionale Arianna Errigo in finale (sul podio andranno tre italiane, con la Vezzali terza).

Quando ha iniziato questa disciplina?
Ho iniziato a 7 anni, accompagnata da mio padre nella celebre scuola di scherma di Jesi del maestro Triccoli. Prima avevo fatto danza ma non era quello il mio percorso sportivo, la mia vera passione.

Perché ha scelto la scherma?
Forse perché Jesi è la culla del fioretto e ha dato i natali a tanti campioni del calibro della mia maestra Giovanna Trillini e di Valentina Vezzali. Direi che è stata una scelta naturale.

Quanto sacrificio comporta arrivare ai suoi livelli?
Come in tutti gli sport, per arrivare ai massimi livelli servono molta determinazione, sacrificio, voglia di mettersi continuamente in discussione e soprattutto duri allenamenti.

Che tipo di allenamenti fa e con che frequenza?
Mi alleno tutti i giorni, per circa 5 ore, dal lunedì al sabato mattina, tra preparazione atletica e tiro di fioretto. Oltre all’allenamento costante, curo anche l’alimentazione e da ormai un anno seguo la dieta a zona che riesce ad assicurarmi la giusta energia nei momenti decisivi, oltre a farmi stare in forma.

Ci racconta il momento più bello della sua carriera sportiva?
Sicuramente la vittoria dei due ori olimpici, individuale e a squadre, alle ultime Olimpiadi di Londra 2012. Olimpiade di Londra 2012 nel fioretto femminile individuale: poteva trovarsi di fronte chiunque e invece c’era un’altra italiana.

Come è stato gareggiare in finale con una connazionale?
Molto difficile, anche perché Arianna è anche un’amica oltre che una sportiva come me. In quell’occasione era la mia avversaria; la posta in gioco era troppo alta e quindi ho dovuto far affidamento completo al mio sangue freddo. La voglia di vincere era troppa. Ero andata a Londra con l’unico obiettivo di rientrare in Italia con una medaglia d’oro. Ne ho riportate due.

La sua attuale allenatrice è una ex-campionessa: vi capita di duellare ogni tanto?
In allenamento ci capita spesso di tirare insieme perché Giovanna deve correggermi alcune posizioni, provare le strategie e tenermi sempre motivata e con la guardia alta!

Quanto incide in questo sport la componente tecnologica?
Abbastanza direi, soprattutto per le gare. Conteggio dei punti e monitor con i replay sono solo due di queste componenti tecno.

Cosa direbbe a dei bambini che si avvicinano alla scherma? Che valori le ha trasmesso questo sport e può ancora trasmettere ai più giovani?
Per me la scherma è lo sport più bello del mondo e grazie anche alla sua eleganza, permette ai più giovani di riprovare sensazioni e conoscere movimenti e valori di altri tempi. Direi ai ragazzi di iniziare per gioco e di continuare cercando sempre il divertimento. È questa la chiave giusta per continuare a praticare sport negli anni e magari vincere, tenendo vive ed alte le motivazioni.