Corporazioni o associazioni di categoria
Storiche e note in tutta Europa, soprattutto in Italia, sono state istituite associazioni di categoria per ogni determinata tipologia economico-produttiva: suddivise per ogni varietà di prodotto, bene o servizio, per dimensione o forma degli iscritti e dei rappresentati, per zona e territorio, per obiettivi o vocazione, e altro. Quindi nel Paese – con dimensione locale e nazionale – esistono rappresentanze per qualsiasi bene o servizio: in ambito industriale, artigianale, commerciale, agricolo, professionale e del terziario.
Lo spirito che le caratterizza da sempre è la necessità di tutela e rappresentanza: nel 1843 scrive il veneto Giovanni Codemo: “uno dei caratteri più eminenti della nostra epoca è certamente il bisogno di associazione, il bisogno di neutralizzare un individualismo che tenderebbe a invadere le regole sociali”.
Anticipatrici delle associazioni di categoria senz’altro sono le corporazioni delle arti e dei mestieri, a dimostrazione della valenza oltre che economica anche sociale svolta nella storia dalle unioni d’interessi. Esse, conosciute anche come Gilde, vengono istituite a partire dal XII secolo in molte città europee per regolamentare e tutelare le attività degli appartenenti ad una stessa categoria professionale.
In Italia sono definite genericamente Arti, in Francia prendono il nome di Guildes, in Inghilterra Guilds, in Spagna Gremios, mentre in Veneto sono chiamate fraglie dal latino medievale “fratalea”, ovvero”fratellanza”.
In questo periodo nascono come sodalizio dato dal giuramento che impegna i loro membri all’assistenza reciproca e alla difesa degli interessi comuni.
Le prime corporazioni a costituirsi sono quelle mercantili, che nel corso del Duecento riescono a inserirsi e ad assumere un ruolo guida nelle istituzioni cittadine, estendendo il loro controllo a funzioni di natura pubblica come quella sui pesi e le misure e la sorveglianza delle strade. Le associazioni artigianali nascono in un secondo momento e, inizialmente, sono relegate a un ruolo di secondo grado rispetto a quelle mercantili. Il compito primario di ogni corporazione è la difesa del monopolio dell’esercizio del proprio mestiere. Tra i princìpi ispiratori, la tutela della qualità dei manufatti, il principio dell’uguaglianza tra i soci, la particolare attenzione rivolta verso la formazione delle nuove matricole e l’esercizio della giurisdizione sui suoi iscritti.
Ogni arte ha un proprio statuto ed è strutturata in organismi di rappresentanza.
In seguito, è nel 1887 che fanno la loro comparsa alcune deleghe imprenditoriali per sostenere le rivendicazioni di questo o quel comparto industriale, a seguito del lancio da parte del Governo di un regime protezionistico a favore della nascente industria siderurgica e del settore tessile. E nel 1° Congresso delle società economiche del 1893 Alessandro Rossi ed Ernesto De Angeli ribadiscono la necessità della costituzione di moderne associazioni di categoria e l’opportunità di istituire federazioni nazionali: una per il commercio, una per l’agricoltura e una per l’industria, capaci di incanalare le voci e i bisogni delle diverse categorie economiche diventando mediatrici nelle trattative con il Governo.
A fine secolo, ad ogni modo, sono attive soltanto poche rappresentanze. Eppure, laddove afferivano ad un macro raggruppamento produttivo si uniscono in una confederazione, come ad esempio Confindustria.