Con il Nicolis nasce il Museo-Impresa
Silvia Nicolis è attualmente la presidente del Museo Nicolis di Villafranca di Verona, una delle più importanti realtà museali italiane e internazionali, che ospita straordinarie collezioni di storia dei mezzi di trasporto e della società degli ultimi due secoli. Nato da una famiglia di imprenditori, il Nicolis è un Museo-Impresa strettamente legato al territorio e alle sue risorse giovanili, ai quali ha dedicato due onorevoli premi.
Quando e come nasce l’idea del Museo Nicolis?
Il Museo è il coronamento del sogno di mio padre, Luciano Nicolis, che era un imprenditore nel settore cartario, un appassionato di meccanica e un collezionista dotato di un fiuto particolare che gli è sempre stato riconosciuto, e cioè la capacità di vedere dei gioielli là dove altri vedevano solo rottami. Questo lo ha aiutato non poco nella ricerca che lo ha portato a scovare in tutto il mondo oggetti d’epoca e a riunire in una struttura moderna e creativa un patrimonio culturale che altrimenti sarebbe andato irrimediabilmente perduto.
A chi si rivolge? E con quale filosofia e scopo?
Il Nicolis è uno dei più importanti musei privati del nostro Paese, ma la scelta fatta sin dalla sua inaugurazione, nel 2000, è stata quella di aprirlo al pubblico, per farne una attività imprenditoriale e culturale destinata ad ampliarsi e a svilupparsi ma anche finalizzata a condividere con altri una passione che non volevamo restasse confinata e riservata solo a pochi. E così è stato da sempre, anche grazie a un modello innovativo di Museo-Impresa che è stato la chiave della sua affermazione e del suo successo.
Come si lega la storia della sua famiglia a quella del Museo?
La storia della mia famiglia e quella del Museo sono intrinsecamente e indissolubilmente legate e i legami sono imprenditoriali, culturali e ovviamente affettivi. Il principio che ci ha guidato nella creazione e nella successiva attività è stato la passione per il recupero, in tutte le sue forme. E questo spiega molte cose. I Nicolis sono da 80 anni industriali nel recupero di materie prime e secondarie e l’azienda della nostra famiglia, la Lamacart di Verona, è leader europeo nel recupero e lavorazione della carta da macero. Concetti quali “raccolta” e “riutilizzo”, che hanno animato le attività imprenditoriali di mio padre Luciano e guidato la crescita dell’impresa cartaria, sono gli stessi che hanno portato alla creazione del Museo e che Luciano ha condiviso con me e mio fratello Thomas. Purtroppo nostro padre è mancato lo scorso anno, ma la sua visione del “fare impresa” e la sua eredità etica e morale ci hanno consentito di continuare a gestire tutte le attività del Gruppo nel segno della continuità. Per quanto mi concerne io ho assunto la direzione del Museo sin dalla sua apertura, nel 2000; ovviamente la figura e la presenza di mio padre hanno rappresentato in questi anni un punto di riferimento e di condivisione preziosi; ma anche dopo la sua scomparsa i progetti cui ci eravamo impegnati sono proseguiti senza modifiche e con la certezza, per quanto mi concerne, che lui avrebbe condiviso ogni nostra decisione e li avrebbe pienamente approvati!
Il progresso tecnologico come filo dell’evoluzione culturale e sociale: cosa racconta il Museo a questo proposito?
Tutti gli oggetti, dalle auto, agli strumenti musicali, alle macchine fotografiche, raccontano di come erano, come vivevano, come si spostavano gli uomini e le donne in un determinato periodo; per questo sono uno specchio affascinante della società e della sua evoluzione. Il motorismo, una delle aree nelle quali siamo più competenti, ha impresso una formidabile accelerazione all’evoluzione dell’uomo e della società degli ultimi due secoli. Per questo, quando parliamo di progresso tecnologico, facciamo implicito riferimento ai cambiamenti, ai miglioramenti, alle soluzioni che ha portato nella vita delle persone. Anche per questa ragione abbiamo strutturato il Museo secondo percorsi storici e culturali. Basta seguirli con attenzione e curiosità, per trovare tante risposte e tante conferme!
Cosa significa per lei dirigere un Museo-Impresa? Quali sono i suoi obiettivi di crescita e sviluppo per questa realtà?
La risposta sta proprio nella definizione di Museo-Impresa, cioè di una attività culturale, di conservazione e valorizzazione di beni gestita però con un’ottica imprenditoriale, di un’azienda che ogni giorno deve conquistare il proprio mercato e il proprio pubblico. L’idea del Museo-Impresa è nata in una famiglia di imprenditori, l’ho condivisa e portata avanti facendola diventare la mia attività professionale, mi ha consentito di sviluppare relazioni e alleanze, (come, ad esempio, l’associazione al network nazionale Museimpresa) e mi ha portato a ricoprire ruoli istituzionali che mi hanno dato grandi soddisfazioni (presidente della sezione turismo di Confindustria Verona, vicepresidente di Federturismo Veneto, etc).