BAO: LA CASA DEL FUMETTO CHE VINCE LA CRISI DELL’EDITORIA
Intervistiamo la casa editrice milanese Bao Publishing, fondata 6 anni fa ed oggi tra le più importanti del panorama italiano. Del fumetto dicono che è “una cultura da far scoprire a più persone perché è radicata nell’immaginario collettivo”. Tra le loro pubblicazioni, oltre a quelle di Zerocalcare, anche libri della portata di Portugal di Cyril Pedrosa, Come prima di Alfred, Il NAO di Brown di Glyn Dillon, La grande Odalisca di Vivès, Ruppert e Mulot, E la chiamano estate di Mariko e Jillian Tamaki, e tanti altri autori ancora.
Quando nasce la casa editrice Bao?
Alla fine del 2009, fondata da Caterina Marietti e Michele Foschini, a Milano.
Con quale sogno?
Portare il fumetto ai lettori di narrativa in prosa. Una mission che ha riscosso un sempre maggiore successo, grazie anche all’alta qualità delle nostre edizioni cartacee. Il fumetto in Italia: una cultura da scoprire? Una cultura da far scoprire a più persone, perché in realtà è radicata nell’immaginario collettivo almeno fin dal secondo dopoguerra.
La sfida del fumetto italiano: qual è la vostra esperienza?
Per noi la fumetteria è circa il trenta percento del fatturato, mentre in libreria facciamo quasi il sessanta, con un venduto, l’anno scorso, di volumi per due milioni di euro solo in quel canale. Il nostro rapporto con le librerie online si è sviluppato negli anni ed è ottimo, sono uno strumento sempre più utilizzato dai lettori anche di fumetti, dal quale è difficile prescindere.
Fumetto e made in Italy: quanto traducete dall’estero e quanto producete in Italia?
Il progetto del fumetto digitale ci è quasi piombato dal cielo. Amazon ci contattò per parlarci della possibilità di creare fumetti digitali con un sistema di lettura guidata differente dal semplice ePub. Ci istruirono e tra ottobre/novembre 2012 cominciammo a creare file .mobi (cominciando con il nostro titolo più forte all’epoca, La Profezia dell’Armadillo di Zerocalcare). Dopo un anno e più di sperimentazione con Amazon e di buoni risultati, siamo stati contattati verso fine 2013 anche da Google e KOBO per vendere i nostri fumetti nei loro store, stavolta in versione ePub. Pensare di ampliare l’offerta anche su iBooks era un processo naturale.
La tecnologia è in grado di rendere bene il fumetto?
Sì e no: la versione digitale, ePub nello specifico, ti dà la possibilità di vedere le immagini a un’ottima risoluzione e di poter ingrandire laddove il testo è piccolo o vi è un dettaglio che a una lettura a pagina intera potrebbe sfuggire. Nel formato Kindle, sempre parlando di aspetti positivi, si ha la possibilità di vivere il fumetto in maniera intuitiva: il susseguirsi dei pannelli di zoom ricorda quasi la successione dei fotogrammi cinematografici. Ammetto che, però, amo particolarmente le edizioni cartacee. Secondo me la visione d’insieme di una pagina di fumetto è un colpo d’occhio che nel digitale un po’ si perde, soprattutto quando la controparte solida ha un formato più grande del tablet di turno, chi la pensa come me non si farà mai convincere da una risoluzione migliore o dalla lettura guidata. Di sicuro, i tablet sono più leggeri di fumetti da 500 e più pagine e questo è un ottimo punto a loro favore… Soprattutto in vista di traslochi o viaggi!
Il fumetto in tablet può essere interattivo? E per quale target di pubblico viene pensato maggiormente?
Nella mia conoscenza degli ePub, so che c’è la possibilità grazie all’ePub3 di creare file interattivi con suoni, filmati e rimandi a link. Sinceramente, non avendo mai provato, non saprei dire se con il fumetto si potrebbe ottenere un risultato soddisfacente sia per l’autore sia per il lettore.
Progetti futuri?
Per il futuro abbiamo intenzione di espandere la nostra offerta digitale a tutti gli store possibili. Proprio con quest’obiettivo abbiamo da poco firmato con Book Republic, portale che gestisce la vendita di ePub su store talvolta meno noti, ma forti di un ottimo bacino di utenza.