ADRENALINA E SICUREZZA IN CORSA

ADRENALINA E SICUREZZA IN CORSA

Per il pilota professionista di rally Giandomenico Basso emozionare gli spettatori è la vera soddisfazione. Gareggiare con energia e intelligenza, ma senza correre rischi. Questa la ricetta del campione automobilistico che nelle sue imprese non hai mai fatto mancare come ingrediente essenziale l’attenzione alla sicurezza.

Pratica rally da quando aveva circa 20 anni: i primi anni disputando solo qualche gara, successivamente partecipando ai trofei monomarca Fiat, “vivaio del rallismo” italiano, con i quali si fa conoscere a livello nazionale. Ma la vera passione per i motori la eredita da suo padre che a soli 7 anni lo mette sul kart. Le origini venete e la vicinanza alla famosa prova speciale “Monte Tomba” contribuiscono alla nascita di una forte passione per questo sport. “Amo l’adrenalina – ci racconta Giandomenico – sapere di riuscire ad emozionare chi segue questa disciplina mi appaga degli sforzi fatti.

Sconfiggere gli avversari crea una carica immensa, una sensazione che poco dopo senti di dover ricercare”. Questa la spinta che lo porta negli anni a una carriera da professionista, disputando varie gare, dai Campionati Italiano ed Europeo, al Campionato del Mondo, a rally prestigiosi come Monte Carlo, SanRemo, Tour de Corse, Finlandia, Catalunia, ecc. Tra i campionati vinti che ricordo con maggiore emozione i Titoli Europei Rally FIA ERC, il Titolo Intercontinentale IRC, il Titolo Italiano CIR, la Coppa Europa FIA Sud/Ovest, i 3 Titoli monomarca Fiat e le 23 vittorie in campo internazionale.

Ma in 20 anni di carriera, un episodio in particolare è rimasto nel cuore del pilota: “Qualche anno fa stavamo concludendo una gara in seconda posizione e sarebbe stato difficile pensare a una rimonta, i giochi sembravano fatti. Prima della partenza dell’ultima prova speciale ho chiamato il mio team, cercando un consiglio sulla strategia da adottare, volevo sentirmi dire ‘provaci’ ma nessuno si è espresso, forse per paura di prendersi la responsabilità. Il mio navigatore mi ha guardato e mi ha detto: ‘Ho capito cosa vuoi fare, mi stringo bene la cintura’. Avevo deciso di andare all’attacco e abbiamo concluso sul gradino più alto del podio”.

Una grinta da pochi, supportata da una bella tecnica e dalla sicurezza di poter ottenere il massimo delle prestazioni dalla propria auto. “È straordinario il modo in cui il progresso tecnologico ha cambiato il rally negli ultimi anni, e come ha cambiato le macchine” – commenta Basso – “La tecnica si è evoluta, le vetture hanno aumentato le loro prestazioni, ogni componente ha ottenuto miglioramenti: le gomme, i freni, le sospensioni, il motore, il cambio, i differenziali che ‘gestiscono’ la trazione, i telai, i materiali impiegati, l’elettronica, ecc.Attualmente parte dell’elettronica è stata eliminata: richiedeva troppe spese e nello stesso tempo limitava lo spettacolo e l’operato del pilota. Tuttavia la tecnologia applicata resta sempre; basti pensare alle sospensioni che negli anni sono cambiate per migliorare il comportamento delle vetture in curva e nelle sollecitazioni verticali, sfruttando al meglio le performance degli pneumatici. Si è lavorato molto nella distribuzione dei pesi applicando sempre più tecnologia nella fase di progettazione e realizzione delle nuove vetture”.

E all’interno di tutta questa evoluzione la sicurezza ha avuto un’importanza fondamentale.
I principali sistemi di sicurezza sono quelli presenti nella macchina da gara, previsti dalle norme tecniche e costruttive: il più importante è l’impiego del “roll-bar”, una gabbia di tubi d’acciaio ad alta resistenza che impedisce la deformazione dell’abitacolo in caso di urti e incidenti. Altro sistema fondamentale è l’estinzione automatica in caso di incendio della vettura. Un grande aiuto viene fornito anche da tecnologie di monitorizzazione (GPS, GPRS, GSM, RADIO, ecc.) delle vetture in prova speciale, attraverso sistemi automatici di allarme in caso di stop della vettura. Questi, insieme a piani di sicurezza sempre più precisi e alla presenza di personale lungo il percorso, rendono il rally certamente più sicuro. Particolare attenzione viene poi prestata alla preparazione e all’efficacia dei mezzi di soccorso che si trovano lungo le prove speciali: la competenza e la professionalità delle persone che svolgono questo compito possono salvare delle vite. “È chiaro che bisogna continuare a lavorare sempre in quest’ottica, vista la pericolosità di questo sport – aggiunge il Giandomenico – Si è fatto molto finora e molto altro resta da fare. Un margine di rischio ci sarà sempre. Si tratta comunque di uno sport che può presentare delle insidie e imprevisti. Difficile prevedere tutto”.

Ma sicurezza non vuole dire solo tecnologia.
Determinante è il rapporto che si instaura con il co-piolota o “navigatore”. La figura del navigatore è molto importante; durante la prova speciale il suo ruolo è determinante, in quanto un suo errore può causare un uscita di strada. Pilota e navigatore devono possedere un ottimo feeling, fiducia reciproca e sintonia; al di là della gara, si trascorrono infatti molte ore in macchina assieme per le ricognizioni.

“Mi piacerebbe dare dei consigli su questo sport ma oggi è molto difficile. Penso sia conveniente iniziare con i trofei promozionali che le varie case automobilistiche organizzano; si tratta di scegliere il più adatto alle proprie esigenze. Se poi si hanno delle qualità, grazie ad i premi in palio si ha possibilità di proseguire”.