A TRENTO IL NUOVO MUSEO DELLA SCIENZA FIRMATO RENZO PIANO
Il Muse è moderno, bello e omnicomprensivo: trovi gli scheletri di dinosauro, una serra tropicale, un ghiacciaio delle Alpi e anche un bosco interattivo. Uno spazio ampio, esempio di grande architettura, che parla di sviluppo, evoluzione e ambiente. Il Muse è soprattutto un museo a portata di bambino, che giocando impara a conoscere il proprio mondo.
Il Muse è 500 mq di mostre temporanee, 600 mq di serra tropicale, 200 mq di area bimbi, 500 mq di aule e laboratori didattici, 800 mq di laboratori di ricerca. E altri spazi ancora, fra questi il FabLab (fabrication laboratory): una piccola officina aperta al pubblico che offre strumenti per la “personal digital fabrication” quali stampanti 3D, laser cutter, plotter vinilici, una batteria di processori Arduino.
Si tratta di 12.000 mq, articolati su sei piani, dedicati alla scienza, alla natura, alla scoperta e all’evoluzione, in uno spazio ampio e peculiare con arredo semplice e moderno che narra singolarmente, ma con estrema verità scientifica le caratteristiche della Alpi, i ghiacciai, la fauna, la flora, la biodiversità al variare dell’altitudine, la nascita dell’uomo e la sua impronta nell’Universo. Non mancano spazi interattivi dedicati alla scoperta in prima persona della scienza, laboratori per la creazione di oggetti, un’area esclusiva dedicata ai bambini da zero a cinque anni, e soprattutto la più grande mostra di dinosauri dell’arco alpino. È presente anche e una serra tropicale montana. Il nuovo museo coniuga i contenuti e il tradizionale approccio dei musei di storia naturale con i nuovi temi e le modalità di interazione con il visitatore dei più moderni science centre, dove si offre un innovativo modo di confrontarsi col pubblico mediante exhibit interattivi e installazioni multimediali, una grande attenzione all’interdisciplinarietà e la possibilità di sperimentare in prima persona nei laboratori aperti al pubblico. Ogni spazio, non a caso, è finalizzato a stimolare l’apprendimento ma ha anche momenti di relax, di gioco, di comunicazione e apprendimento informale.
Il Muse, firmato Renzo Piano, nasce da un significativo recupero dell’ex area industriale Michelin, alle porte della città di Trento e sembra una montagna di vetro, al cui interno si snoda il percorso espositivo. “Il punto di partenza è l’interazione”, spiega Michele Lanzinger, direttore del MUSE, “per cui l’esperienza vissuta in prima persona si trasforma in apprendimento. In più, dal punto di vista contenutistico, volevamo creare un percorso unitario che legasse l’evoluzione alla presenza dell’uomo sulla terra, fino ai temi, tanto urgenti quanto attuali, della compatibilità ambientale”. Le tecniche costruttive perseguono la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico con un ampio e diversificato ricorso alle fonti rinnovabili e ai sistemi ad alta efficienza. Sono presenti pannelli fotovoltaici e sonde geotermiche che lavorano a supporto di un sistema di trigenerazione centralizzato per tutto il quartiere. Il sistema degli impianti per il funzionamento dell’edificio è centralizzato e meccanizzato. Il sistema energetico è accompagnato da un’attenta ricerca progettuale sulle stratigrafie, sullo spessore e la tipologia dei coibenti, sui serramenti e i sistemi di ombreggiatura, al fine di innalzare il più possibile le prestazioni energetiche dell’edificio.
Un sofisticato sistema di brise soleil e di tende comandate da sensori di temperatura e di irraggiamento solare viene gestito in automatico per ridurre l’irraggiamento nelle giornate estive e facilitarlo durante quelle invernali. L’illuminazione e la ventilazione naturale, in alcuni spazi, permettono la riduzione dei consumi e la realizzazione di ambienti più confortevoli. Il sistema impiantistico fa inoltre uso di accorgimenti che aumentano le forme di risparmio energetico: ad esempio la cisterna per il recupero delle acque meteoriche che vengono utilizzate per i servizi igienici, per l’irrigazione della serra, per alimentare gli acquari e lo specchio d’acqua che circonda l’edificio. Complessivamente il risparmio di acqua d’acquedotto è di circa il 50%. Inoltre, grazie alla collaborazione con il Distretto Tecnologico Trentino, il progetto dell’edificio è stato sottoposto alle procedure per il raggiungimento della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Il museo, collocato nei pressi della ciclabile, può essere raggiunto agevolmente servendosi delle due ruote.